Chissà cosa starà pensando Leonardo Del Vecchio leggendo le notizie in arrivo da Mosca. Il patron di Luxottica, qualche mese fa, consumò il doloroso strappo e l’uscita dal board di Generali, in seguito all’acquisto dell’1% da parte del Leone della Vneshtorgbank (Vtb), seconda banca russa, lo scorso febbraio.
Da buon industriale, Del Vecchio aveva mal digerito il blitz del top management in terra ex sovietica. Probabilmente, aveva intuito le insidie di entrare in una banca di Stato, dove lo Stato in questione è il Cremlino (che resta al 75%). Ebbene, quei fantasmi hanno preso consistenza. Ieri, il quotidiano Vedomosti ha rivelato quale sarà la prima mina a deflagrare: Bank of Moscow. Ossia la controllata di Vtb la cui situazione di bilancio pare compromessa da 217 miliardi di rubli (circa 5,5 miliardi di euro) di crediti problematici. La questione, dicono gli analisti di Troika, non è il «se» Vtb interverrà. Bensì, il «come».Con quanti soldi propri e quanti dello Stato. E con quali tempistiche, visto che Vtb è probabile rimanga bloccata su Bank of Moscow fino a salvataggio ultimato. Come non bastasse, sempre ieri il Cremlino ha annunciando l’intenzione di cedere l’intera quota di Vtb entro 3-5 anni. Come dire, se il Leone pensava a una plus, dovrà attendere i tempi eterni della grande madre Russia.