Catricalà per ora non decide e attende che gli impegni siano inseriti nel patto tra Premafin e Piazza Cordusio Via libera di Consob e Isvap. I titoli dell’aumento di capitale saranno offerti a sconto del 39% sul Terp
di Andrea Di Biase
Unicredit e la famiglia Ligresti si attendevano un triplice via libera da Consob, Isvap e Antitrust all’operazione che, tramite l’aumento di capitale di Fondiaria-Sai, porterà la banca di Piazza Cordusio nel capitale della compagnia assicurativa con una quota del 6,6%. Invece, mentre l’authority presieduta da Giuseppe Vegas ha rilasciato il nulla osta alla pubblicazione del prospetto informativo per l’aumento di FonSai e della controllata Milano Assicurazioni e quella guidata da Giancarlo Giannini ha autorizzato l’ingresso di Piazza Cordusio nella compagnia presieduta da Lionella Ligresti, l’Antitrust si è invece presa ancora un po’ di tempo prima di accendere la luce verde all’operazione. L’authority guidata da Antonio Catricalà, che ieri ha ha esaminato le proposte avanzate da Piazza Cordusio e da Premafin e che saranno recepite nel patto parasociale sottoscritto a fine marzo, non si è pronunciata nel merito e ha chiesto alla banca milanese e ai Ligresti «di comunicare, non appena sottoscritta, la versione definitiva dell’accordo, nonché le concrete modalità, in termini di tempistica e procedure, di attuazione dello stesso». Un piccolo imprevisto che ha comportato lo slittamento in tarda serata dei cda di Milano e FonSai chiamati a deliberare le condizioni dei rispettivi aumenti di capitale da 350 e 450 milioni. Ma quali sono gli impegni che Unicredit, assistita dallo studio legale Carbonetti e dall’avvocato Francesco Sciaudone dello studio Grimaldi, e Premafin, seguita da D’Urso Gatti e da Bonelli, hanno presentato all’Antitrust? Secondo quanto anticipato ieri pomeriggio da www.milanofinanza.it, i Ligresti e Piazza Cordusio, che in seguito alla fusione con Capitalia sia era impegnata a non aumentare la propria influenza su Mediobanca e a recidere i legami diretti con le Generali, si sono impegnati a fare in modo che Fondiaria-Sai, che è attualmente azionista con l’1,15% della compagnia triestina, ceda a titolo definitivo la partecipazione nel Leone. Fino a quando questo non avverrà, le parti si sono impegnate a fare in modo che FonSai non eserciti i diritti di voto su tale partecipazione, che sarà dunque sterlizzata. Inoltre, come anticipato ieri da MF-Milano Finanza, Premafin e Unicredit si sono impegnati a fare sì che i 3 consiglieri espressione di Piazza Cordusio nel cda di Fondiaria-Sai non partecipino alle discussioni e alle deliberazioni su materie relative a Generali e Mediobanca. Lo stesso dovrebbe fare il rappresentante di FonSai nel cda di Mediobanca (Jonella Ligresti) quando questo discuterà di questioni assicurative e di Generali. Un ulteriore impegno dovrebbe prevedere che dei 3 consiglieri indicati da Unicredit almeno 2 abbiano caratteristiche di indipendenza e non siano legati alla banca, mentre il terzo, che potrebbe essere scelto anche all’interno di Piazza Cordusio, non dovrà essersi occupato di assicurazioni o di investment banking. Ieri, intanto, i cda di Milano e FonSai hanno deliberato i termini dell’aumento di capitale che saranno resi noti ufficialmente questa mattina. Quando questo giornale è andato in stampa il cda di Fondiaria-Sai era ancora in corso, ma secondo quanto si è appreso lo sconto che sarà applicato sul Terp (prezzo teorico dopo lo stacco del diritto) sarà pari al 39%. Ieri il titolo FonSai ha perso il 4,22% a 4,45 euro. Milano ha chiuso invece a 0,768 euro (-4,48%). (riproduzione riservata)