di Anna Messia

 

Il risparmio gestito si trova a fare i conti con un nuovo periodo difficile. Anche il mese di maggio, secondo i consueti dati diffusi da Assogestioni, si è chiuso in perdita per fondi e sicav con un deflusso netto che è stato pari a 1,7 miliardi. I fondi, in attesa della rivoluzione fiscale che partirà a luglio ed eliminerà le penalizzazioni dei prodotti di diritto italiano rispetto a quelli esteri, faticano a ritrovare consenso tra i risparmiatori.

Colpa probabilmente della concorrenza agguerrita che in questi mesi le obbligazioni bancarie sono tornate a esercitare negli sportelli degli istituti, che restano i principali distributori di risparmio gestito in Italia.

Per quanto riguarda il mese appena trascorso, in particolare, i deflussi più significativi hanno colpito i fondi obbligazionari, che hanno un patrimonio complessivo di 184 miliardi e hanno subito perdite per 583 milioni. Ma anche i prodotti di liquidità, che vantano il patrimonio più consistente, pari a 448 miliardi, non sono andati molto meglio: i riscatti per questi prodotti, utilizzati spesso come parcheggio degli investimenti, sono ammontati infatti a 536 milioni. Ma nessuna tipologia d’investimento è riuscita a chiudere il mese in positivo; neppure i fondi flessibili (con asset pari a 71 miliardi, il 16% del patrimonio complessivo), che hanno chiuso appena sotto la parità, con deflussi pari a 3 milioni. I fondi hedge hanno visto invece uscite per 68 milioni. E male è andata anche ai prodotti bilanciati che a maggio hanno avuto deflussi per 103 milioni e un patrimonio di 21,7 miliardi e agli azionari hanno registrato addirittura uscite per 444 milioni, chiudendo il mese con un patrimonio di 105 miliardi.

I risparmiatori sembrano insomma sfiduciati a 360 gradi, anche se bisogna sottolineare che la fotografia di maggio è ancora parziale perché all’appello mancano le società estere che comunicano i dati solamente ogni tre mesi, in occasione della mappa del risparmio gestito. L’unico dato positivo arriva dai prodotti roundtrip, creati all’estero dalle società italiane, che hanno registrato afflussi per 691 milioni.

Ma da inizio anno il bilancio complessivo resta pesantemente negativo con una perdita di circa 7 miliardi. Intanto le società non hanno perso tempo per lavorare in vista della riforma fiscale che partirà appunto a luglio. Ieri Assogestioni ha annunciato la conclusione delle task force che era stata avviata per adeguarsi alle nuove regole: il gruppo di lavoro, riunito dall’associazione all’indomani della legge Milleproroghe dello scorso febbraio, ha già analizzato la nuova normativa, proponendo le soluzione alle eventuali problematiche.

L’industria è pronta, ora si attendono i benefici. (riproduzione riservata)