di Laura Magna
La Cina rallenta? Sarà, ma negli ultimi quindici giorni sul mercato sono arrivati almeno tre fondi focalizzati su quel mercato: il China Consumer di Fidelity, il Renmimbi Opportunities di Azimut e l’Rcm China Fund di Allianz Global Investors. Una rincorsa a gara conclusa o la ricerca di opportunità nuove, ancora inesplorate? «È vero che il Paese sta rallentando – sostiene Massimo Guiati, gestore del fondo Renmimbi Opportunities di Azimut – e questo è dovuto al fatto che la Banca centrale nell’ultimo anno ha alzato i tassi al 3,75% e le riserve delle banche per emissioni di prestiti al 21%, per tenere sotto controllo l’inflazione. Ci aspettiamo che nella seconda metà del 2011 la Cina inizierà ad attuare una politica monetaria più espansiva e, con tassi alti, l’investitore beneficerà sia dell’apprezzamento dello yuan sia dello yield dei bond sottostanti». Il Renminbi Opportunities vuole cogliere proprio questo trend: «Si tratta – continua Guiati – del primo fondo europeo Ucits III, in euro, che permetterà di beneficiare dell’apprezzamento della valuta cinese, vista in crescita del 4% all’anno per i prossimi cinque anni. Il fondo investirà principalmente in liquidità e depositi a termine in yuan (50%). Il 15% in bond governativi (durata un anno) e il 35% in corporate principalmente di società para-statali». Sui consumi della classe media emergente punta invece il China Consumer Fund di Fidelity International. «Il Dodicesimo piano quinquennale lanciato di recente – dice il gestore Raymond Ma – spingerà i consumi interni e lo sviluppo delle zone rurali dell’entroterra. Sono in atto importanti cambiamenti economici, sociali e politici che porteranno un numero sempre più ampio di cinesi a divenire consumatori di beni discrezionali anche, ma non solo, di qualità alta. Grazie al progressivo aumento dei salari, che raddoppieranno nei prossimi sette anni, e all’urbanizzazione e alla crescita della classe media, che raggiungerà i 600 milioni di persone, su una popolazione totale di 1,3 miliardi, entro il 2025. Il fondo punta su un portafoglio di 80-120 titoli quotati in Cina, Hong Kong e Taiwan. Titoli come President Chain Store, operatore taiwanese della catena di convenience store 7-Eleven, o la compagnia assicurativa Aia Group. Siamo sottopesati sulle telecom, facciamo stock picking sull’It e sovrappesiamo il turismo». Alla ricerca di nicchie va infine Allianz Global Investors. «Il mercato cinese? Riteniamo che rappresenti un mega trend – dice Hans-Joerg Naumer, capo dell’analisi di mercato di gruppo – Oggi la Cina è il secondo mercato mondiale in termini di Pil e l’inflazione è un segno di forza, non di debolezza. Il nostro fondo è esposto su segmenti di nicchia trascurati dagli investitori mainstream». Nelle top holding compaiono nomi come Cnooc, società che estrae, sviluppa, produce e vende greggio e gas naturale; Digital China, distributore di prodotti di tecnologia straniera e sviluppatore di sistemi per integrarli; Zhuzhou Csr Times Electric, che produce componentistica per l’industria ferroviaria, e la società di telefonia mobile China Mobile.