Di Mariano Mangia
Numeria srl Il passaggio da tassazione del risultato maturato a tassazione del risultato realizzato ha un primo effetto molto significativo: elimina gli effetti distorcenti derivanti dalla comparazione tra prodotti assoggettati a diversa tassazione. La riduzione dell’imposizione è, invece, una conseguenza secondaria. Anche a parità di performance positiva chi viene tassato sul maturato mostra al mercato una performance netta più bassa di quella degli indici di mercato o dei competitor di diritto estero. Come si vede dall’esempio riportato in tabella gli investitori tendevano a comparare il risultato netto ottenuto dal fondo A a tassazione sul maturato pari al 40,3% cumulato o al 7% annualizzato, con il rendimento lordo ottenuto dal fondo B estero (ma lo stesso può valere per l’indice di mercato, che rappresenta il benchmark di riferimento) pari al 46,9% cumulato e all’8% su base annua, inducendo a concludere che il gestore del fondo A non è stato in grado di superare il benchmark o che il gestore del fondo B è più bravo del gestore A. Assoggettando a tassazione il risultato realizzato dal fondo B si verifica, invece, che il rendimento netto diventa pari al 41,1%, una performance senza dubbio superiore al 40,3% del fondo A, ma che su base annua si riduce a un extra-rendimento dello 0,123%, non disprezzabile, ma nemmeno in grado di cambiare in maniera determinante gli esiti dell’investimento. Con un rendimento del 5%, il differenziale positivo si riduce, per esempio, allo 0,051% annuo. Da sottolineare che, per il fisco, l’imposta incassata al momento della vendita del fondo B è superiore alla somma delle imposte prelevate nei cinque anni sul fondo A: il prelievo al termine di ciascun anno dell’imposta riduce infatti il patrimonio del fondo A che in valore assoluto guadagna meno nel successivo periodo d’imposta. Le valutazioni cambiano nell’ipotesi in cui il fondo incorra in una perdita. Con il regime della tassazione del maturato, infatti, il fondo in perdita si vede riconosciuto un credito d’imposta che va a incrementare il suo patrimonio complessivo, riducendo gli effetti negativi della perdita. Con un ribasso del 30%, per esempio, il valore del fondo cala da 100 a 70, ma per effetto del credito d’imposta di 3,75 (il 12,5% della perdita di 30), il patrimonio contabile sale a 73,75 e il fondo a tassazione del maturato perde meno rispetto al risultato lordo di un fondo o di un indice. Con il regime della tassazione sul maturato, il sottoscrittore di un fondo in perdita aveva così il vantaggio di monetizzare il credito d’imposta, incassando i 73,75 euro dell’esempio precedente, mentre, con la tassazione del realizzato, porta a casa solo i 70 euro, con un credito d’imposta da recuperare di 3,75 euro. (riproduzione riservata)