I correttivi ad hoc nel piano di sicurezza per i dipendenti
di Mario D’Adamo
Anche nelle scuole un codice etico «al fine di promuovere un clima favorevole al rispetto della dignità della persona che lavora». È uno degli indicatori da utilizzare nella raccolta dati per effettuare la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato e lo troviamo citato nel manuale che il dipartimento di medicina del lavoro dell’Inail, l’istituto nazionale per l’assicurazione degli infortuni sul lavoro presieduto da Marco Fabio Sartori, ha appena diffuso, mese di maggio, per la valutazione e la gestione di tale rischio. Il manuale è disponibile in formato cartaceo e digitale sul sito Inail. L’obbligo di effettuare la valutazione, che compete anche agli istituti scolastici, è ormai operativo dal 31 dicembre scorso. La valutazione che ogni datore di lavoro deve dichiarare di avere formulato, nella scuola datore di lavoro è il dirigente scolastico, va a costituire un capitolo del più generale documento sui rischi attinenti la sicurezza dei lavoratori. Non consiste nella semplice dichiarazione di averla eseguita ma nella descrizione del percorso metodologico adottato per eseguirla: raccolta dei dati attraverso il coinvolgimento dei lavoratori e dei rappresentanti per la sicurezza, elenco dei soggetti coinvolti e criteri di scelta, tempi di effettuazione delle varie attività di valutazione, risultati. Nel caso abbia riscontrato la presenza di fattori di rischio, il datore di lavoro – dirigente scolastico deve anche dichiarare quali azioni sono state programmate per ridurli, precisando interventi correttivi, tempi di adozione, piano di monitoraggio e successiva valutazione della loro efficacia. Per facilitare il compito il manuale mette a disposizione procedimenti e risultati di una ricerca su un’ottantina di aziende e oltre seimila lavoratori di diversi settori: un esempio di come eseguire con sistematicità, e allo stesso tempo con semplicità, tutti i passaggi previsti per valutazione e gestione del rischio, e permettere sia di garantire livelli minimi di attuazione dell’obbligo sia di coinvolgere i lavoratori e le figure della prevenzione anche attraverso l’ausilio di strumenti validati. Il ministero del lavoro guidato da Maurizio Sacconi ha fatto la sua parte, diramando istruzioni applicative delle indicazioni date dalla Commissione consultiva permanente istituita presso lo stesso ministero. E sulla base di tali indicazioni e istruzioni si è mossa l’attività dell’Inail. Com’è noto, lo stress lavoro-correlato è una «condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di rispondere alle richieste o aspettative riposte in loro» (art. 3 dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004 in appendice del manuale). Nella scuola, non solo tra gli insegnanti, sono in gioco evidenti fattori di stress, dall’ambiente fisico di lavoro alle situazioni relazionali (il rapporto con gli alunni e le loro famiglie, i colleghi, il dirigente e il resto del personale), dal contenuto delle attività svolte alla congruità delle retribuzioni, dalla considerazione sociale al ruolo svolto nell’organizzazione. Il manuale fornisce un elenco serrato di indicatori per la rilevazione. Tra questi, pag. 45 del manuale, troviamo: presenza di un sistema di comunicazioni, di riunioni e incontri tra dirigente e lavoratori, di un piano formativo per la crescita professionale dei lavoratori, di un codice etico. Soprattutto quest’ultimo sarebbe una novità per le scuole. Esso è definito, infatti, come l’atto volontario del dirigente scolastico, adottato, a integrazione e supporto delle regole contenute nei contratti collettivi e nelle leggi, con «specifiche funzioni di prevenzione dei comportamenti vietati favorendo l’emersione delle situazioni latenti». Un buon compito da svolgere durante le vacanze e sottoporre a settembre all’attenzione di tutti i lavoratori della scuola.