Quasi la metà delle aziende del settore alimentare e delle bevande (48%) ha affermato che l’interruzione dell’attività rappresenta il principale rischio interno per il loro successo, seguito da vicino dal rischio di interruzione della supply chain (40%).

E’ quanto emerge dal Global Food and Beverage Risk Outlook 2024, pubblicato da WTW.

Affrontare turbolenze e potenziali disagi è diventata la nuova normalità nel settore, in un contesto di instabilità globale, conflitti, cambiamenti climatici e crisi del costo della vita. Le aziende sono comprensibilmente caute nelle loro prospettive.

Più di 4 aziende alimentari e bevande su 10 (41%) sentono il bisogno di aumentare la liquidità tra i loro principali obiettivi strategici per i prossimi due anni, dando loro la potenza di fuoco finanziaria per gestire eventuali ulteriori shock. Altre priorità includono la riduzione dei costi (38%) e la stabilizzazione del business (35%).

Inoltre, le aziende nutrono sempre più dubbi sulla propria capacità di tenere il passo con il rapido cambiamento dei gusti e delle preferenze dei consumatori, indicato come un rischio da un terzo delle aziende (36%).

Ma questa è anche un’area di opportunità, poiché le aziende si concentrano per trarre vantaggio dalle ultime tendenze dei consumatori. Più della metà delle aziende (53%) ha affermato che abbracciare la sostenibilità, la salute e il benessere è stata un’opportunità importante.

Rispetto al 2022, c’è meno entusiasmo per i sostituti della carne a base vegetale e un maggiore interesse per la salute intestinale, la nutrizione e la produzione sostenibile tra i consumatori.

Nonostante le sfide, le aziende del settore alimentare e delle bevande si stanno attivando per rafforzare la resilienza, con il 47% che rivede i propri piani di continuità aziendale ogni sei mesi e il 31% trimestralmente. Tuttavia, più di un quarto delle imprese (29%) ha affermato che la propria assicurazione comprende i danni alla proprietà solo in caso di condizioni meteorologiche estreme, senza copertura per l’interruzione dell’attività, che è un fattore chiave per la ripresa e la resilienza.