Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
L’ops ostile di Bbva su Sabadell accende la speculazione sul consolidamento. Bilbao offre 11,5 mld, anche se il governo si oppone. Occhi puntati sugli altri target del m&a, da Abn a Commerzbank In Italia si scommette sul futuro di Banco Bpm e Montepaschi
Nei prossimi dodici mesi l’AI aumenterà il rischio cybersecurity, la disinformazione e la responsabilità legale e reputazionale. Lo evidenzia la società di consulenza PwC nel documento «AI, la grande ricerca», nel quale vengono esplorate le dinamiche di adozione dell’AI, mettendo in luce i benefici e i rischi associati, nonché le strategie per una gestione sostenibile e responsabile di questa tecnologia. Secondo le aziende italiane intervistate gli investimenti in AI incrementerà l’efficienza nei tempi di lavoro interni, migliorerà e velocizzerà il lavoro, incrementare i profitti e aumentare i ricavi. In un mondo in continua evoluzione, l’AI viene percepita come una forza trasformativa che inciderà profondamente sul tessuto industriale e sociale. La prima parte del documento si concentra sull’adozione della Generative AI (GenAI) e il suo effetto catalizzatore sulle tecnologie limitrofe.
Un patrimonio complessivo, quello delle Casse di previdenza private e privatizzate dei professionisti, che «veleggia» verso i 110 miliardi (al 31 dicembre scorso erano circa 104) e un «peso» fiscale che, a fine anno, potrebbe essere di «tre quarti di miliardo», in crescita, rispetto ai 650 milioni versati all’Erario nel 2023. E, nel frattempo, se da un lato Cassa depositi e prestiti (Cdp) venture capital, per bocca dell’amministratore delegato Agostino Scornajenchi, esprime l’«auspicio» di avere al fianco gli Enti, «indirizzando capitali verso l’asset class del venture capital, che rappresenta l’impresa nazionale del futuro», dall’altro il sottosegretario all’Economia Federico Freni invita alla «cautela», parlando di un «coefficiente di rischio che», il comparto si può «permettere in maniera molto limitata, perché investe i soldi delle nostre pensioni». È quanto emerso ieri mattina, agli Stati generali dell’Adepp (l’Associazione dei 20 Istituti pensionistici e assistenziali privati), con il presidente Alberto Oliveti convinto che le Casse debbano «autoregolamentarsi» sulle proprie operazioni finanziarie, mentre non si fanno più ipotesi sui tempi di emanazione del decreto ministeriale «ad hoc», la cui uscita dagli uffici del dicastero di via XX settembre era fissata entro il 30 giugno dell’anno passato.
Pugno duro contro le truffe su Internet: scatta l’aggravante se l’inganno è una vendita di beni on line. È quanto propone uno degli emendamenti approvati dalle commissioni della Camera al ddl del Governo sul rafforzamento della cybersicurezza (atto n. 1717). Tra le altre modifiche, su cui dovrà decidere l’aula di Montecitorio, c’è l’introduzione a tappeto della biometria per l’accesso dei dipendenti ai data base pubblici di molte PA e l’istituzione, presso l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), del Centro nazionale di crittografia, con il compito di studiare i sistemi di cifratura più efficaci.
Stop al licenziamento del whistleblower, anche se l’addebito disciplinare non è direttamente collegato con le denunce che il dipendente pubblico ha proposto contro i superiori: bisogna infatti considerare il contesto in cui s’inseriscono la contestazione e il provvedimento espulsivo. Sbaglia allora il giudice del merito secondo cui l’esistenza di una causa che legittima il licenziamento renderebbe superfluo l’esame sulla natura ritorsiva del provvedimento: quando il lavoratore sostiene che il recesso è una vendetta, il datore deve comunque dimostrare la giusta causa o il giustificato motivo. E soltanto se l’onere è assolto anche formalmente spetta al dipendente documentare che la rappresaglia è l’unico fattore determinante del provvedimento. Così la Corte di cassazione civile, sez. lavoro, nella sentenza n. 12688 del 09/05/2024.
Meno di 400 mila bambini l’anno. Da 13 anni in Italia è così. Si va dai 577 mila nuovi nati nel 2008 e poi è tutta una curva in discesa. E il record negativo è del 2023 con 379 mila nascite. E però diminuiscono anche i decessi — 661 mila — e aumenta l’aspettativa di vita che supera gli 83 anni, sei mesi in più del 2022. È lontano il 1964, anno del baby boom con 1.035.207 nati. E sono impietosi gli ultimi dati Istat sulla natalità in Italia. Con il numero medio di figli per donna che scende a 1,20 da 1,24 del 2022 e si avvicina al minimo storico del 1995 quando si arrivò a 1,19. La media Ue è 1,46. La Sardegna è la regione d’Europa con il numero medio più basso, 0,91 figli a donna. La Provincia Autonoma di Bolzano ha il record assoluto con 1,56, anche se in discesa rispetto all’1,64 del 2022. È stato calcolato che nel 2050 ci sarà un ragazzo ogni tre anziani.
Nel pieno di una transizione all’elettrico “congelata”, il noleggio auto si consolida a quota 30% del mercato italiano dell’auto, con un ruolo crescente di privati e flotte commerciali. È quanto emerge dal rapporto annuale di Aniasa, associazione di Confindustria che riunisce i player del settore.
È ancora tempo di crescita per gli utili di Banca Generali, che nel primo trimestre del 2024 si sono attestati a 122 milioni di euro, il 47% in più rispetto a quanto fatto registrare dodici mesi prima. A spingere oltre le attese degli analisti i profitti del gruppo attivo nel settore del risparmio gestito è stato l’incremento delle masse gestite e amministrate per conto della clientela, che hanno raggiunto il nuovo massimo assoluto di 96,8 miliardi, in aumento del 13% rispetto al primo trimestre del 2023, e si avviano così ma tagliare il traguardo dei 100 miliardi.
Banca Mediolanum ha chiuso il primo trimestre 2024 con commissioni nette per 290 milioni di euro, in aumento dell’11% rispetto al primo trimestre 2023. Il margine da interessi, pari a 220 milioni, ha beneficiato fortemente del diverso contesto dei tassi di interesse rispetto all’inizio del 2023 e ha registrato pertanto un aumento del 40%. Il margine operativo ha raggiunto i 283,1 milioni, un incremento del 24% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Redditività solida e fiducia nel raggiungimento degli obiettivi annuali. Il primo trimestre 2024 si chiude per Azimut con un utile netto rettificato di 122 milioni di euro, in marginale ribasso rispetto ai 127 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato nasce da un aumento dei ricavi totali (+8% a 351 milioni) – con commissioni di gestione ricorrenti che si sono attestate a 289 milioni evidenziando una crescita derivante dai private markets e dalle attività all’estero, in particolare in Turchia, Australia, Brasile e Messico – e da un analogo incremento dei costi operativi (+8% a 161 milioni).