Dinamicità, crescita e creazione di valore condiviso sono le caratteristiche che descrivono l’evoluzione in Italia delle società benefit che, tra il 2019 e il 2022, hanno registrato un aumento del fatturato del +37% in termini mediani, più del doppio rispetto alle imprese non-benefit (+18%).

Le migliori performance rispetto alle non-benefit sono evidenziate anche da una più alta produttività (nel 2022 valore aggiunto per addetto pari a 62.000€ vs 57.000€) e da livelli e crescita più elevati dell’EBITDA margin: il rapporto tra margine operativo lordo e ricavi è passato da 8,5% nel 2019 a 9% nel 2022 per le Società Benefit e da 8,1% a 8,3% per le non-benefit.

Le società benefit in Italia hanno raggiunto il numero di 3.619 a fine 2023, in crescita del 37,8% rispetto all’anno precedente. Rappresentano ancora una nicchia rispetto al totale delle imprese italiane (1,23 per mille), ma il trend di crescita è in continua accelerazione dal 2016, anno di introduzione della legge in Italia.

Questo è lo scenario fotografato dalla Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 – che per la prima volta analizza l’evoluzione del fenomeno anche da un punto di vista economico-patrimoniale, confrontando l’andamento delle benefit con quello di un insieme di aziende tradizionali appartenenti agli stessi settori e classi dimensionali. Lo studio è realizzato da un gruppo di lavoro eterogeneo di esperti sul tema, composto da NATIVA, Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit.

La ricerca evidenzia, inoltre, come le società benefit riconoscano maggiormente il valore del capitale umano (costo del lavoro mediano per addetto di 41.000€ vs 38.000€), ridistribuendo dunque di più la ricchezza tra i lavoratori.

L’accelerazione del fenomeno evidenzia una crescente sensibilizzazione sui temi dell’impatto sociale e ambientale che, anche per effetto della pandemia, ha portato molte imprese a riflettere sulle proprie priorità e strategie di business in ottica di sostenibilità: infatti nel 2020-2021 le società benefit sono più che raddoppiate (da 805 nel 2020 a 1.697 nel 2021) e i loro addetti sono passati da 18.000 nel 2020 a ben 98.000 nel 2021 (+433%).

Una tendenza che è poi proseguita negli anni, tanto che a fine 2023 le persone impiegate in società benefit hanno toccato quota 188.000, con un’incidenza di 10,4 addetti su mille sul totale Italia.

La distribuzione territoriale restituisce un profilo a più forte diffusione nelle aree settentrionali del Paese. In particolare, le società benefit sono presenti principalmente nel Nord Ovest (42,4%). Seguono il Nord Est (23,5%), il Centro (20,9%), il Sud e isole (13,2%). Il dato regionale evidenzia la spiccata trazione lombarda del fenomeno (1.218 le società), cui segue il contributo di Lazio (394 unità, seconda), Veneto (359) ed Emilia Romagna (340).