I rischi emergenti associati all’uso aziendale dell’intelligenza artificiale possono essere quantificati e trasferiti agli assicuratori attraverso polizze esistenti, nuovi strumenti assicurativi sull’intelligenza artificiale e le captive, secondo un gruppo di esperti.
Michael Berger, Head of Insure AI di Munich Re, intervenuto a San Diego alla conferenza annuale “Riskworld”, organizzata da Risk & Insurance Management Society Inc.(RIMS), ha detto che l’Intelligenza Artificiale generativa viene sempre più utilizzata da varie organizzazioni per attività come, ad esempio, il servizio clienti.
Una comune vulnerabilità presentata da questi tool di AI è il rischio di “allucinazioni”, in cui informazioni false o fuorvianti vengono presentate come vere.
Secondo Berger, per quantificare il rischio, è possibile analizzare un set di dati che mostri le risposte fornite dagli strumenti di intelligenza artificiale alle domande per determinare il tasso di “allucinazioni”.
“Se utilizziamo modelli simili per casi d’uso analoghi, i tassi di errore di tali modelli possono essere correlati”, ha affermato. Una volta quantificati, i rischi possono essere trasferiti, spesso attraverso le polizze esistenti che spaziano dalle property, alle polizze per i rischi tecnologici e alle Errors & Omissions.
Berger ha inoltre ricordato come diverse aziende, tra cui Munich Re, sanno sviluppando prodotti specifici AI per coprire rischi non garantiti dalle assicurazioni tradizionali.
Infine, un’altra soluzione che le aziende possono prendere in considerazione è quella relativa all’utilizzo di captive per coprire i rischi legati all’intelligenza artificiale.