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Il fatto non costituisce reato. È assolto dall’accusa di omicidio stradale l’automobilista che pure ha travolto una persona in autostrada. E ciò perché non avrebbe potuto evitare la vittima, scesa dalla macchina in piena notte dopo un incidente: in terza corsia l’auto deve viaggiare ad almeno 90 chilometri l’ora e non può utilizzare gli abbaglianti; manca, insomma, il tempo materiale per frenare. A salvare l’imputato, dunque, è il giudizio controfattuale, imprescindibile per accertare la responsabilità colposa: il nesso eziologico con il decesso non si configura quando una condotta appropriata non avrebbe comunque evitato l’evento dannoso. Così la Cassazione-IV sez. pen. con sentenza 17997/23.
Lo stipendio di 40 mila euro del 2021 in pensione vale 43.240 euro. E quando viene utilizzato per il calcolo della seconda quota, riferita all’anzianità maturata dopo il 31 dicembre 1992, sale sino a 43.656 euro. Ora è dunque possibile calcolare con esattezza una pensione con decorrenza 2023, grazie ai coefficienti indicati dall’Istat che consentono di rivalutare le retribuzioni (i redditi nel caso dei lavoratori autonomi) da considerare per la determinazione della base annua pensionabile. Occorre ricordare, inoltre, che, come stabilito dalla riforma Monti-Fornero, per il calcolo della pensione, oltre alla quota retributiva, occorre aggiungere una ulteriore quota, determinata con il criterio “contributivo” riferita all’anzianità maturata dopo il 31 dicembre 2011.
Possibilità, per il datore di lavoro, di erogare somme detassate nel corso del periodo d’imposta 2023 di ammontare massimo di 3 mila euro anche per il pagamento delle bollette (acqua, luce e gas). La misura, però, è destinata esclusivamente ai lavoratori dipendenti con figli a carico, restando ferma la soglia esente, pari a euro 258,23, per i fringe benefit degli altri lavoratori dipendenti. Dalla nuova bozza del decreto “Lavoro”, approvato dal Consiglio dei ministri lunedì scorso (1° maggio), nell’ambito delle “Misure fiscali per il welfare aziendale” è stato previsto l’incremento della soglia di non imponibilità dei fringe benefit a tremila euro, anche se erogati o rimborsati ai lavoratori dipendenti per il pagamento delle utenze domestiche (servizio idrico, energia elettrica e gas). Le disposizioni in commento (si veda ItaliaOggi di ieri) limitano l’incremento al solo periodo d’imposta 2023, con la conseguenza che le stesse non sono da ritenersi a regime, oltre a essere destinate esclusivamente a favore dei lavoratori dipendenti con figli a carico, con la conseguenza che, per i lavoratori dipendenti senza figli a carico, resta bloccata l’ordinaria soglia pari a 258,23 euro.
In due giorni appena nelle zone più colpite, è caduta la pioggia di due mesi, cinque volte più della media. Solo a Bologna duecento millimetri d’acqua, non accadeva da più di cento anni, dice il Comune. Un fenomeno devastante in un territorio alle prese da settimane con l’emergenza siccità. La via Emilia allagata, fiumi in piena che rompono gli argini, auto e case sommerse, treni in tilt e ora anche il rischio frane. L’ondata di maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna ha fatto due vittime. A Castel Bolognese, nel Ravennate, Remo Bianconcini, 80 anni, è stato travolto dal fiume Senio mentre era in sella alla sua bici. Avrebbe superato la transenna messa dal Comune come precauzione e sarebbe annegato. A Fontanelice, nella provincia di Bologna, Enrico Rivola, o Rico come lo chiamavano tutti in paese, è morto dentro casa, la sua abitazione è crollata a causa di uno smottamento. Inizialmente si pensava che potesse esserci un’altra persona con lui, trovata però viva in un’altra abitazione poco dopo il ritrovamento del corpo dell’anziano. In tutto gli sfollati sono circa 500, hanno dovuto lasciare le proprie case per precauzione o per sfuggire alle esondazioni. Bologna e Ravenna sono le province più colpite, ma allagamenti ed esondazioni si sono registrati anche a Forlì-Cesena, Modena e Ferrara. Faenza è finita sott’acqua tra la rabbia dei residenti.
Mediobanca vola in Borsa e chiude la giornata con un +3,83%. A mettere le ali al titolo di Piazzetta Cuccia sono state delle indiscrezioni rilanciate da La Stampa, peraltro confermate dal gruppo Caltagirone che è salito fino al 9,9% di Mediobanca, di fatto raddoppiandone il peso. Si tratta di acquisti realizzati attraverso le società personali di Francesco Gaetano Caltagirone, effettuati tra maggio e giugno di un anno fa, cioè poco dopo l’assemblea della Generali — di cui Mediobanca è primo azionista — che aveva confermato Philippe Donnet al suo terzo mandato come ceo. La mossa — non registrata da Consob perché non rappresenta una soglia rilevante e oltre la quale è necessario il via libera Bce — emerge proprio in coincidenza di un momento chiave per la banca. Il 24 maggio il ceo Alberto Nagel presenterà il nuovo piano triennale. E a ottobre l’assemblea dovrà nominare il nuovo board.
Piogge così, a maggio sulla Romagna, non si vedevano da quasi un secolo. In attesa dei dati ufficiali, c’è già la sensazione che, per quantità caduta in trentasei ore, siano da record. «Con un’aggravante in più a livello di danni: la siccità pregressa che non ha permesso ai terreni secchi di assorbire acqua», racconta Pierluigi Randi, presidente dell’Ampro (Associazione meteo professionisti), meteorologo che abita proprio a Bagnacavallo (Ravenna), paese a pochi chilometri da dove sono esondati fiumi come il Lamone. «Per fortuna da me nessun danno grave, ma questa pioggia è stata davvero estrema. Così non la si vedeva da quasi un secolo. In tre giorni è caduta la pioggia di tre mesi» .
Acinque mesi dal rinnovo del cda Mediobanca le armate iniziano a posizionarsi. Almeno sui media: perché l’aumento della quota di Francesco Caltagirone dal 5,6% al 9,9% letto sulla Stampa risale a un anno fa. Ma è il 28 ottobre che «le azioni si contano», come diceva Enrico Cuccia: lui che però amava pesarle. L’imprenditore romano ama metterci i soldi (la quota vale 800 milioni), e così restare al centro dei giochi della finanza nostrana per dire la sua sui futuri assetti. La quota infatti si abbina al 6,23% in Generali, all’1,1% in Banco Bpm, al 3,3% di Anima.
È ancora Generali il leader della raccolta assicurativa italiana, lo riconferma la classifica generale dell’Ania resa nota ieri che illustra i premi del lavoro diretto contabilizzati nei rami vita e danni (secondo l’albo di Ivass) al 31 marzo 2023. Il Leone di Trieste con circa 27,9 miliardi di euro di premi nel 2022 pesa per il 19% sul totale del mercato. Ribaltamento invece sul resto del podio con il Gruppo Poste Vita che ritorna tra i primi tre big e supera il gruppo Intesa Sanpaolo Vita