Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Il gruppo Bcc Iccrea ha chiuso il 2022 con una crescita della produzione complessiva nel comparto ramo danni del 17% su base annua, avvicinandosi a 200 milioni di euro di premi realizzati e confermandosi tra i primi cinque operatori del mercato della bancassicurazione in Italia. Un risultato cui ha contribuito per il 37% la produzione delle Bcc sui prodotti protection delle due compagnie partner Bcc assicurazioni e Bcc vita. Un ulteriore impulso alla nuova produzione danni si è avuta grazie ai prodotti Cpi e Rami elementari, che hanno visto una crescita del 25%. Intanto il cda ha confermato alla presidenza Amedeo Manzo.
Fiumi esondati, frane, strade chiuse, decine di famiglie evacuate: in Emilia-Romagna il maltempo con la pioggia caduta per 24 ore ha causato diversi problemi. Ieri sera la Regione ha attivato h24 il Centro operativo per far fronte a un evento definito «di portata rilevante». Peraltro le previsioni parlano di una persistenza di precipitazioni sul settore centro-orientale della regione. Tra gli osservati speciali, il torrente Sillaro, affluente del Reno, che nel pomeriggio ha visto la formazione di una breccia. Solo nella zona compresa tra i comuni di Massa Lombarda e Conselice (Ravenna) e Imola circa 35 famiglie sono state sfollate. I residenti nel raggio di tre chilometri dal punto di rottura dell’argine. A Reggio Emilia, intanto, i vigili del fuoco sono intervenuti per trarre in salvo un uomo che si era rifugiato sul tetto della propria auto. La Regione ha invitato i suoi cittadini alla massima prudenza. Predisposto un centro di accoglienza. L’emergenza maltempo, però, non risparmia nemmeno il Sud Italia: sul Messinese, nella giornata di ieri, si sono abbattute piogge torrenziali, creando diverse criticità.
Non si può negare il diritto a far riparare un veicolo danneggiato in un incidente per il solo fatto che il costo delle riparazioni necessare superi il valore che il mezzo aveva prima del sinistro. Occorre invece verificare se quei lavori facciano aumentare quel valore, procurando al danneggiato un vantaggio che non gli spettava. È l’importante precisazione che si ricava dall’ordinanza 10686/2023 depositata dalla Cassazione il 20 aprile: la questione è dibattuta da decenni. La pronuncia non si limita a riaffermare quanto già chiaro da anni. Cioè che di regola il danno va risarcito in forma specifica, favorendo la riparazione e ponendone i costo a carico del danneggiante, ma quando essa è eccessivamente onerosa è necessario procedere al risarcimento per equivalente (pagamento di una somma pari alla perdita di valore del bene), ai sensi dell’articolo 2058 del Codice civile. La parte interessante è quella su cosa sia l’eccessiva onerosità.
L’ultima stretta sui “furbetti della targa estera” ha un anno e sta mostrando più falle del previsto. Dalla sua entrata in vigore (18 marzo 2022) con le modifiche agli articoli 93, 94, 132 e 196 del Codice della strada e il nuovo articolo 93-bis, oltre ai timori per le entrate fiscali legate ai veicoli (Iva, bollo auto, eventuale superbollo e Ipt, si veda «Il Sole 24 Ore» del 28 marzo 2022), sono emersi casi in cui il nuovo regime è servito per risparmiare ulteriormente sulle tasse e regolarizzare veicoli che non hanno i requisiti per circolare con targa italiana.
Con l’inflazione ancora elevata, seppure in rallentamento, e che impiegherà un po’ di tempo a rientrare, come dicono diversi Centri studi, si allarga l’insoddisfazione dei lavoratori verso le loro buste paga. Se durante la pandemia il tempo è diventato un fattore di primo piano nelle offerte di lavoro, oggi, pur mantendendo una sua centralità come dimostrano anche le rivendicazioni sindacali di molti settori per ridurre l’orario, è stato superato dallo stipendio. La questione salariale è la prima che si affaccia quando si chiede ai lavoratori se sono soddisfatti del loro lavoro. E il tema è che quasi un lavoratore su due è insoddisfatto della sua busta paga, secondo quanto emerge da una ricerca di Changes Unipol, realizzata con Ipsos, sul rapporto degli italiani con il lavoro. L’indagine ha considerato un campione di 1.720 persone, rappresentativo della popolazione di età 16-74 anni, che comprende oltre 44 milioni di individui, e dei residenti nelle principali aree metropolitane, secondo genere, età, area geografica. Uno degli elementi più significativi che emerge è che il 44% degli italiani ritiene il livello del proprio stipendio poco o per nulla soddisfacente, mentre l’altra parte si dichiara abbastanza o molto appagata (56%).