Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
La gara per Metasalute non è stata affollata come ci si sarebbe potuto aspettare guardando i volumi in gioco. Unipol e Generali, rispettivamente la prima e la seconda compagnia nel ramo salute, hanno deciso a sorpresa di non presentare un’offerta per la gestione delle prestazioni del più grande fondo sanitario integrativo italiano, che lo scorso marzo ha scelto di individuare un nuovo assicuratore in grado di offrire le prestazioni sanitarie ai suoi 1,7 milioni di iscritti. A muovere nella gara che riguarda il prossimo triennio 2024-2026 è stato invece l’assicuratore uscente, Rbm Assicurazione Salute, nel frattempo confluito nel gruppo Intesa Sanpaolo, che dal 2017 si occupa già della gestione del fondo. Ma anche Intesa questa volta ha deciso di non farsi carico da sola dell’intero rischio legato alle coperture sanitarie del fondo dei metalmeccanici, presentando un’offerta in co-assicurazione con altre tre compagnie assicurative leader nel mercato salute, ovvero Allianz, Reale Mutua e Poste. Intesa, in particolare, si farà carico del 55% del rischio, mentre il resto sarà assicurato dalle altre compagnie.
Una minaccia sociale e politica, ma soprattutto economica e che tocca le imprese. Eppure l’Italia spende appena lo 0,1% del suo pil per contrastare gli attacchi informatici e la sfida è ancora tutta da giocare. Se n’è parlato all’evento Cybersecurity 2023 organizzato da Class Editori. Il cyber rischio aumenta e, come hanno spiegato Ivano Gabrielli, direttore del Servizio di Polizia Postale, e Gianluca Ignagni (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), «con la guerra in Ucraina, il trend di crescita degli attacchi informatici è più che raddoppiato». Negli ultimi due-tre anni «i cyber-criminali hanno fatto molti soldi», ha fatto notare Dadi Gertler (Israel_Cyber), ma secondo Igor Kranjec (European Cyber Security Organisation) «gli attacchi cyber più pericolosi sono quelli che rubano le nostre informazioni».
Scalfire l’unicità dei Pir permettendo agli investitori di detenere in contemporanea più Piani Individuali di Risparmio. Una misura a costo zero per lo Stato, in quanto lascerebbe immutati gli attuali limiti di investimento annuali (40 mila euro) sia complessivi lungo l’arco dei cinque anni (200 mila euro). Il nuovo tentativo di modificare la normativa, offrendo alle persone fisiche la possibilità di rivolgersi a più intermediari, diversificando la scelta del gestore del Piano, è uno dei temi su cui la maggioranza è al lavoro e che potrebbe confluire tra gli emendamenti alla delega fiscale in discussione alla Camera.
La legge sull’equo compenso offre al professionista «un nuovo canale preferenziale» per ottenere dal cliente il pagamento del credito: il parere di congruità emesso dall’Ordine o dal Collegio sulla parcella diventa un titolo esecutivo stragiudiziale di natura amministrativa. E dunque via libera all’azione esecutiva se il debitore non propone opposizione entro quaranta giorni dalla notifica. È una delle principali novità della legge 49/2023, entrata in vigore sabato 20 maggio, indicate nello studio realizzato dal Consiglio nazionale forense, l’ente guidato da Francesco Greco.
Nei centri in cui l’acqua si è ritirata si spala per rimuovere il fango da strade e case. Cala ancora il numero degli sfollati, scesi a 23.081, ma l’allerta resta rossa, con 42 comuni alluvionati. E comincia la conta dei danni all’agricoltura. Coldiretti stima una perdita di almeno 400 milioni di chili di grano e a causa dei frutteti soffocati dall’acqua, andranno ripiantati quindici milioni di alberi, tra peschi, susini, meli, ciliegi, peri, albicocchi, kiwi.
La multa è da record: 1,2 miliardi comminati dal Garante per la privacy irlandese a Meta, per aver trasferito i dati degli utenti europei di Facebook negli Stati Uniti, dove non vigono le stesse garanzie. Scontata è la replica del colosso social, che farà ricorso contro una sanzione «ingiustificata e non necessaria». Tutt’altro che terminata la vicenda, visto che lo scambio di dati sopra l’Atlantico resta in un limbo di illegalità che solo una difficile armonizzazione della norme Usa con quelle Ue può sanare.
Si conferma la congiuntura difficile per le polizze Vita, che chiudono il primo trimestre con una raccolta netta in rosso per 4,8 miliardi di euro. Stando ai dati diffusi ieri da Ania, nei primi tre mesi del 2023 le compagnie hanno registrato entrate (premi incassati) pari a 25, 2 miliardi che non sono bastati a compensare i 30 miliardi di uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri). I dati fotografano la tendenza negativa del mercato Vita in Italia (lavoro diretto svolto da imprese italiane ed extra-Ue), con un risultato netto in peggioramento di oltre 10 miliardi rispetto all’analogo trimestre del 2022 .