Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Sono ben 34 gli indicatori utilizzabili per tutti i destinatari obbligati al rispetto della normativa antiriciclaggio e in particolare alle segnalazioni di operazioni sospette (Sos). È quanto ha posto in essere l’Uif con il provvedimento pubblicato sul sito dell’Unità di informazione finanziaria il 12 maggio (si veda già ItaliaOggi del 6 maggio scorso), sistematizzando e aggiornando tutti gli indicatori fino ad ora emessi. I nuovi indicatori del provvedimento dovranno essere utilizzati dal prossimo 1° gennaio 2024.
Particolare attenzione da rivolgere a situazioni anomale che concernono persone politicamente esposte, enti di natura pubblica o con finalità pubbliche, nonché cessione di crediti, cessione di assets nell’ambito delle procedure concorsuali o utilizzo di crypto assets. Sono alcune delle principali novità che emergono dai nuovi indicatori di anomalia proposti dall’Uif. La funzione degli indicatori. Gli indicatori, come si legge nella pagina introduttiva del provvedimento Uif, consistono in una elencazione a carattere esemplificativo di connotazioni di operatività ovvero di comportamenti della clientela da ritenere “anomali” e potenzialmente caratterizzanti intenti di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Essi hanno la funzione di ridurre i margini di incertezza connessi con valutazioni soggettive o con comportamenti discrezionali e contribuiscono altresì al contenimento degli oneri e al corretto ed omogeneo adempimento degli obblighi di segnalazione di operazioni sospette da parte dei soggetti obbligati.
Per il prossimo anno scolastico e accademico 2023/2024 la tutela contro gli infortuni sul lavoro di studenti e insegnanti sarà gestita dall’Inail secondo la disciplina prevista per i lavoratori dipendenti del settore privato. A stabilirlo è il dl 48/2023. La notizia è buona sia per gli insegnanti sia per le famiglie degli studenti. A favore dei primi, infatti, si traduce nella novità di ricevere la copertura assicurativa anche contro il rischio d’infortunio in itinere, che finora è stata affermata in via giudiziaria. A favore delle famiglie significherà qualche soldo in meno da spendere per la scuola: i propri figli, studenti, infatti, riceveranno una copertura assicurativa a 360 gradi (eccetto l’infortunio in itinere), evitando alle scuole di attivare le polizze assicurative private che oggi pagano le famiglie. Il fine è di prova: sarà, infatti, un anno di test per valutare quale impatto c’è dall’estensione della tutela nello svolgimento delle attività di insegnamento-apprendimento nell’ambito del sistema nazionale di istruzione e di formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore.
Le imprese che fanno alternanza scuola-lavoro devono aggiornare il proprio Dvr, il documento di valutazione dei rischi. Lo stabilisce, tra l’altro, l’art. 17 del cosiddetto decreto Calderone (il dl 48/2023), che introduce alcune novità in materia di sicurezza nei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto). L’aggiornamento, in particolare, deve riguardare la previsione di un’apposita sezione in cui indicare tutte le misure specifiche di prevenzione dei rischi e dei dispositivi di protezione individuale (Dpi) da adottare per gli studenti impegnati nel Pcto.
Il nuovo Fondo, con dotazione finanziaria di 10 milioni di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro annui, a decorrere dall’anno 2024, è finalizzato al riconoscimento di un sostegno economico ai familiari degli studenti delle scuole o istituti di istruzione di ogni ordine e grado, anche privati, comprese le strutture formative per i percorsi di istruzione e formazione professionale e le Università, deceduti a seguito d’infortuni occorsi successivamente al 1° gennaio 2018 durante le attività formative. Per capire l’ordine di grandezza del fenomeno, la relazione tecnica al dl 48/2023 indica in 60.599 il totale delle denunce d’infortunio nell’anno 2022, di cui 4 mortali (uno in itinere e tre in occasione di lavoro). L’andamento degli infortuni accaduti a studenti nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola lavoro, adesso chiamati percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto), è disponibile solo dal 2021: in quest’anno sono state 256 le denunce, di cui una per evento mortale; nel 2022 sono state 2.103 le denunce, delle quali 2 mortali.
Negli incidenti sul lavoro, la colpa del dipendente non salva il datore dalla condanna: è quanto emerge dalla sentenza della Cassazione n. 17617 del 28 aprile scorso, con cui la quarta sezione penale ha chiarito che la condotta imprudente o negligente del lavoratore, in presenza di criticità del sistema di sicurezza approntato dal datore, non può mai sollevare quest’ultimo dalla responsabilità penale. Ciò in quanto, gli obblighi previsti dalla normativa antinfortunistica, secondo l’orientamento consolidato della giurisprudenza di legittimità, sono diretti a tutelare il lavoratore anche in ordine a incidenti che possano derivare da sua colpa, dovendo il datore di lavoro prevedere ed evitare prassi di lavoro non corrette e foriere di eventuali pericoli.
C’è interesse da parte dei consumatori italiani per le auto elettriche, anche se il costo ritenuto troppo elevato, un’infrastruttura di ricarica giudicata ancora poco capillare sul territorio e la bassa autonomia sono i principali ostacoli all’acquisto di un veicolo di questo tipo. Sono in molti, invece, a valutare una macchina ibrida. Gli ostacoli all’auto elettrica secondo i consumatori. Dall’indagine “Mobilità 2035 tra ideologia e realtà” presentata di recente da Federmotorizzazione – Confcommercio Mobilità (e realizzata su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni), emerge che sei cittadini su dieci non hanno intenzione di cambiare l’autovettura nei prossimi due anni, in genere perché la propria è ritenuta ancora in buone condizioni. Nel caso in cui i consumatori dovessero cambiare auto, il 25,8% ne acquisterebbe una a benzina; il 13,8% si doterebbe di un’auto totalmente elettrica; tra questi ultimi però, il 35% afferma che non avrebbe la possibilità di permettersela. La cifra media che i consumatori pensano che si dovrebbe spendere per un mezzo elettrico è pari a 26 mila euro.
Il mondo dei social network non può essere un mondo privo di regole. Anzi, come ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presentando l’anno scorso l’accordo raggiunto in sede comunitaria sul pacchetto Digital Service Act, «ciò che è illegale offline sarà effettivamente illegale anche online nell’Ue». Questo non vuol dire, automaticamente, che i gestori delle piattaforme social, come Facebook, Istagram, Twitter o TikTok, dovranno diventare gli «sceriffi» della rete, controllando e bloccando, in via preventiva, tutti quei contenuti che potrebbero potenzialmente rivelarsi diffamatori; dovranno però rimuovere rapidamente dal web tutti i contenuti ritenuti diffamatori da un giudice terzo, pena l’essere chiamate a risarcire il danno in via solidale con l’autore del contenuto, in via di responsabilità civile omissiva. Sancendo che la diffamazione via social cagiona un danno non patrimoniale risarcibile a prescindere dal tempo di permanenza sulla pagina on line, dato il carattere di pervasività della diffusione di un post online. Il principio è stato affermato per la prima volta in una recente pronuncia dal Tribunale civile di Milano, che ha avviato un dibattito tra gli addetti ai lavori in quanto ha innovato la giurisprudenza nazionale che ha senpre ritenuti responsabili delle diffamazioni solo gli utenti e mai le piattaforme che li ospitano.
Scatta l’abuso del processo se il ricorso di legittimità mischia fatto e diritto: l’atto di impugnazione non è soltanto manifestamente inammissibile ma neppure soddisfa i requisiti di sintesi, chiarezza e specificità che devono connotare sia l’esposizione dei fatti, sostanziali e processuali, sia la formulazione e l’illustrazione dei motivi. È quanto emerge dall’ordinanza 11258/23, pubblicata il 28 aprile dalla terza sezione civile della Cassazione. Rivalutazione esclusa. Costa molto caro all’automobilista non contentarsi dell’indennizzo di 775 euro versatogli dall’assicurazione dopo che un’auto in retromarcia ha ammaccato la sua vettura: per ottenerne altri 575, ora ne paga 2.500 a titolo di spese di giudizio – dopo i 1.620 del grado d’appello – e altri 2.500 per la responsabilità processuale aggravata ex articolo 93, comma terzo, Cpc.
Tra le imprese prevale la prudenza in merito alla domanda di liquidità: si chiedono meno prestiti (-3,6% rispetto al 2022), ma quelli richiesti hanno importi maggiori, per un ammontare pari a 146.845 euro (+27,8%). Uno degli effetti dell’aumento del costo del denaro (e non solo), come rilevato anche per le famiglie, nel primo trimestre dell’anno (si veda ItaliaOggi Sette del 15 maggio scorso). Tuttavia, una famiglia può scegliere di posticipare la richiesta di credito, attendendo un calo dei tassi di interesse. Le imprese, invece, hanno costi non rinviabili e un bisogno di liquidità costante. Tanto che vengono a mancare le condizioni per una ripresa solida e il tasso di default delle imprese torna a salire, arrivando al 2%. Sono le tendenze rilevate dal barometro Crif, azienda specializzata in informazioni creditizie, sulla base del patrimonio informativo del sistema di informazioni creditizie Eurisc, secondo cui la flessione delle richieste si rispecchia anche nello spaccato per tipologia di imprese. Nel dettaglio: c’è una contrazione del 6% da parte delle imprese individuali e del 2,4% per le società di capitali. Aumenta per entrambe le tipologie l’importo medio richiesto: +27,4% per le società di capitali (193.363 euro) e +21,3% per le imprese individuali (49.717 euro).
Criptovalute senza segreti grazie alla Dac 8, i dati sulle transazioni saranno nelle mani del fisco ed entrano a far parte dell’anagrafe dei rapporti finanziari a disposizione dell’Agenzia delle entrate. Il 16 maggio scorso i ministri delle finanze dei 27 stati membri in sede di consiglio Ue (Ecofin) hanno approvato la loro posizione sulla direttiva Dac 8 relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale. Il provvedimento aggiorna la direttiva 2011/16/Ue e prevede lo scambio automatico di informazioni relative alle criptovalute e agli accordi tra le amministrazioni fiscali ed i contribuenti con un elevato patrimonio.
Questo sondaggio affronta la questione del rischio ambientale. Ed è stato condotto pochi giorni prima della drammatica alluvione che ha sconvolto l’Emilia-Romagna. I sondaggi condotti da Demos negli ultimi anni, regolarmente e fino a poche settimane fa, sottolineano quanto il rischio ambientale fosse – e sia – percepito come serio. Prioritario. Anche rispetto alla crescita economica. Questo sentimento è condiviso ed espresso da oltre il 60% dei cittadini, in misura sostanzialmente costante, negli ultimi anni. È certo che, dopo quanto è appena avvenuto, questa “opinione” è divenuta una “certezza”.