Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Si avvicina il periodo estivo e molti cominciano a pianificare le vacanze, anche perché dopo l’emergenza sanitaria si sta tornando a viaggiare come prima. Secondo l’analisi di Allianz Partners, il volume dei viaggi rimane elevato nel 2023 e l’interesse dei consumatori per le assicurazioni si conferma al di sopra dei livelli pre-pandemia. I dati del Customer Lab di Allianz Partners relativi a Belgio, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, mostrano che le intenzioni di acquisto di una polizza viaggio sono più che raddoppiate tra il 2019 e il 2022, passando dal 21% del 2019 al 55% del 2022 per le trasferte internazionali. L’elevata domanda è accompagnata da un significativo aumento delle aspettative dei clienti nei confronti delle polizze, tra le quali si segnalano soprattutto una gestione più tempestiva dei sinistri e una maggiore reattività. Il tutto in uno scenario economico e geopolitico non semplice: mentre la domanda rimane molto forte, il rialzo dei tassi di interesse e del costo dei prestiti, unito alle forti pressioni inflazionistiche, possono avere un impatto sui piani dei viaggiatori, soprattutto in termini di spese discrezionali accessorie alla vacanza stessa.
Le imprese italiane, a dispetto di tutte le incertezze che hanno caratterizzato l’anno passato, si sono rivelate più virtuose sui tempi necessari per saldare le fatture commerciali; ma non abbastanza in confronto alle altre principali economie mondiali. Nel 2022, ci sono stati pagamenti alla scadenza, in Italia, nel 40,9% dei casi, in miglioramento rispetto al 2021 (+6,9%). Un miglioramento che, però, inizia a scricchiolare: al 31 marzo 2023 il 40,8% delle realtà italiane conferma il trend di pagamenti puntuali, ma sono in aumento i ritardi gravi (ossia quelli oltre 30 giorni) che arrivano a essere il 9,5% del totale. E infatti, dopo un periodo positivo, si registra un +4,4% di pagamenti in ritardo rispetto all’ultimo trimestre 2022. Nel contesto internazionale, l’Italia, lo scorso anno, si è piazzata 19ª in Europa per pagamenti puntuali e 29ª a livello mondiale, con un lieve calo, al 9,1%, dei cosiddetti ritardi gravi. A rivelarlo è lo Studio Pagamenti 2023, in cui Cribis, società del gruppo Crif specializzata nella business information, ha analizzato le abitudini di pagamento delle imprese in 38 Paesi del mondo.
Tendenze opposte per mutui immobiliari e prestiti alle famiglie italiane: i primi proseguono infatti la loro curva discendente (-23,8% nel primo trimestre dell’anno); i secondi mantengono una dinamica positiva (+7,2% nei primi tre mesi 2023). Stessa sorte a due vie per gli importi richiesti: per i mutui si registra una cifra record rispetto agli ultimi 10 anni, oltre i 145 mila euro, con un +0,9% rispetto al 2022. Invece, nel caso dei prestiti, l’aggregato tra finanziamenti personali e finalizzati si ferma a 8.596 euro (-0,2% rispetto al 1° trimestre dello scorso anno). Sono, in sintesi, le tendenze rilevate da Crif, società attiva nel settore dei sistemi di informazioni creditizie, relative al primo trimestre dell’anno. Eccole in dettaglio.
Privacy by design (protezione dati con progettazione dei servizi in modo conforme al Gdpr) per usare l’Intelligenza artificiale (IA) in azienda. Quando si usano le nuove tecnologie automatizzate le imprese devono scrivere documenti di valutazione dei rischi privacy. La meraviglia della tecnica non deve prendere la mano e bisogna programmare l’uso di questo strumento alla luce della disciplina del Gdpr (regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679) e del codice della privacy (dlgs 196/2003). Al momento si tratta, infatti, di strumenti per loro stessa ammissione non completamente affidabili. Anche la pubblica amministrazione, quando usa l’IA nei procedimenti amministrativi, deve andarci con i piedi di piombo. Ma vediamo di esaminare i profili della questione.
Divieto all’identificazione biometrica real time realizzata con sistemi di intelligenza artificiale e divieto di sistemi che consentono il riconoscimento di emozioni. Sono queste, in sintesi, le principali indicazioni dell’accordo preliminare del regolamento sull’intelligenza artificiale (IA) approvato nei giorni scorsi a larga maggioranza dalle commissioni del Parlamento europeo dopo due anni di discussione e dopo un’intesa raggiunta dalle forze politiche lo scorso 27 aprile. Il testo andrà in commissione plenaria nel corso del mese di giugno per poi passare al vaglio finale. L’intervento normativo in questione mira a disciplinare lo sviluppo, la commercializzazione e l’uso dei sistemi di IA, divisi tra quelli a rischio basso, alto e inaccettabile, rispetto ai danni che si potrebbero provocare per i diritti fondamentali delle persone. Il regolamento prevede quindi una serie di divieti all’uso di questi sistemi, obblighi per le imprese diretti a garantire una supervisione umana e l’applicazione di regole stringenti in materia di sicurezza e privacy, il tutto presidiato da autorità in grado di applicare sanzioni di elevato importo in caso di inosservanza.
Sempre più presente l’intelligenza artificiale nelle aziende italiane ma in molti casi i rischi sono sottovalutati. Solo il 17% delle imprese che ha intrapreso investimenti in materia di intelligenza artificiale può contare su un elevato numero di soluzioni in produzione e utilizza tale tecnologia da almeno tre anni, con la maggioranza di tali imprese che ha definito processi per garantire il rispetto dei principi etici. Mentre la gran parte delle imprese che si stanno affacciando in tale settore, pari al 59%, ha un numero ridotto di soluzioni in produzione e utilizza l’intelligenza artificiale da meno di un anno, non avendo, peraltro, definito processi per garantire il rispetto dei principi etici. È quanto emerge dalla ricerca “Trustworthy AI Survey” realizzata da Deloitte, in collaborazione con Abi Lab (centro di ricerca per l’innovazione del settore bancario) e SIpEIA (Società italiana per l’etica dell’intelligenza artificiale), per indagare la maturità delle aziende italiane su utilizzo ed etica dell’intelligenza artificiale.
Generali humanum est, Mediobanca diabolicum. Dopo lo scontro frontale dello scorso anno a Trieste tra Francesco Gaetano Caltagirone e la stessa Mediobanca è insomma difficile aspettarsi che in Piazzetta Cuccia si replichi il medesimo copione. Anzi, in attesa dell’assemblea del prossimo ottobre che dovrà rinnovare il consiglio dell’istituto, gli umori che si raccolgono tra il management della stessa Mediobanca, guidato da Alberto Nagel, e i due azionisti più rilevanti – la Delfin della famiglia Del Vecchio con un soffio meno del 20% e lo stesso Caltagirone con il 9,9% – ma che non hanno rappresentanti in consiglio, sono concilianti e improntati al dialogo. Non vedremo, insomma, una campagna come quella di “Awakening the Lion”, “Risvegliare il Leone”, con cui un anno fa – aprile 2022 – l’imprenditore romano provò a contendere la gestione delle Generali alla lista presentata dallo stesso cda della compagnia e sostenuta da Mediobanca, incassando una sonora sconfitta.
Il primo trimestre del 2023 ha regalato una montagna di utili alle banche italiane (e non solo), grazie ai tassi alti. E in genere, quando si ha il vento in poppa è più difficile che si facciano scelte di forte discontinuità; insomma, la stagione del merger & acquisitionbancario rischia di dover attendere ancora. In parte vale anche il contrario: pochi crediti in sofferenza, capitale di sorveglianza in abbondanza (come dimostrano i dati e i generosi piani di buy back) atteggiamento probabilmente benevolo da parte della Bce: quasi le condizioni migliori per una fusione. La partita più gettonata resta quella Banco Bpm-Unicredit, mentre sullo sfondo c’è Mps: anch’essa in gran spolvero con la trimestrale, ma pur sempre con un percorso tracciato (l’uscita a termine del Mef dal capitale).
Gli animali da compagnia sono 65 milioni, per loro i padroni spendono l’11,4% in più rispetto al 2021 Tra alimenti sempre più raffinati, salutari e made in Italy. La spesa per alimentarli cresce più dell’inflazione, a dispetto della gelata che sta colpendo in termini generali i consumi nel nostro Paese. Migliora anche la qualità del cibo acquistato, con un numero crescente di famiglie che presta attenzione alla provenienza e alle caratteristiche dei prodotti. Ecco la fotografia del Rapporto Assalco – Zoomark 2023, redatto dall’Associazione nazionale imprese pet food e pet care, presentato oggi a Bologna in occasione della fieraZoomark International e che Affari & Finanza ha avuto modo di consultare in anteprima. Uno studio che offre spunti non solo di carattere economico, ma anche sociale, segnalando ad esempio l’accelerazione nelle adozioni di animali da compagnia a partire dallo scoppio del Covid-19. Un’esperienza che ha creato sofferenza e spinto tanti anziani, e non solo, a cercare compagnia negli animali domestici.
Una progressione invidiabile, quella dell’industria italiana del risparmio gestito: venti anni fa il patrimonio di fondi comuni e gestioni di portafoglio superava di poco gli 800 miliardi di euro, a fine 2022 il suo valore era pari a oltre 2.212 miliardi. Una crescita del 176% che deriva dall’effetto combinato di più elementi: una raccolta complessiva pari a 565 miliardi, con i fondi che da soli hanno raccolto sottoscrizioni per oltre 308 miliardi; l’andamento favorevole dei mercati finanziari, negli ultimi dieci anni il calo dei tassi d’interesse ha spinto i risparmiatori alla ricerca di rendimenti a investire in fondi, gestioni di portafoglio e polizze unit-linked, e, non ultimo, le ristrutturazioni del settore dell’asset management, il balzo registrato dal patrimonio nel 2012, ad esempio, è in larga parte da attribuire alla decisione del gruppo Generali di riunire in una struttura di gestione italiana la maggior parte dei mandati riguardanti i prodotti assicurativi collocati in Europa.
Da oggi i risparmiatori e i distributori di polizze vita Ibips, ovvero i prodotti assicurativi a contenuto finanziario, hanno un importante strumento in più per orientarsi in un settore che non sempre è di immediata comprensione. Il gruppo torinese Fida ha infatti messo a punto un database strutturato e standardizzato di tutte le polizze vita Ibips vendute in Italia dalle compagnie che hanno una sede nel Paese. Si tratta di oltre 2.000 prodotti per i quali sono disponibili tutte le informazioni principali, incluse quelle sugli strumenti finanziari sottostanti (gestioni separate, fondi interni e fondi esterni). Le polizze vita Ibips sono infatti simili ai fondi d’investimento sia attivi che passivi, ma presentano una struttura e caratteristiche piuttosto variegate che li rendono particolarmente difficili da valutare.
Vuoi vivere a lungo e in salute? Non smettere mai di lavorare! Detta così è un po’ brutale, ma gli studi scientifici dimostrano che ritardare il pensionamento rallenta il declino cognitivo e consente di sfuggire all’isolamento sociale. La ricerca più esaustiva è stata svolta su un campione di 83 mila persone e pubblicata sulla rivista «CDC Preventing Chronic Disease»: gli over 65 che lavorano hanno tre volte più probabilità di stare meglio fisicamente rispetto a chi è inattivo e il 50% di probabilità in meno di contrarre patologie serie, come cancro o malattie cardiache. Dunque, escludendo i lavori usuranti, quando si entra in questa fascia di età sarebbe saggio pensarci due volte prima di abbandonare definitivamente il proprio mestiere, senza averne un altro in prospettiva.
Il presidente del Censis: le famiglie accantonano per “comprare” quella sicurezza che 50 anni fa era considerato un bene pubblico. Si è spezzato il ritmo del risparmio, dopo oltre dieci anni di crescita ininterrotta. L’inflazione fa paura, per il momento però restiamo dentro ai meccanismi già noti. De Rita parla del risparmio come veicolo di privatizzazione di bisogni e diritti
La percentuale di chi non conosce gli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto dei redditi è altrettanto elevata, dice il quarto rapporto Assogestioni-Censis. Ecco perché una maggior alfabetizzazione finanziaria è fondamentale per la nostra società
Nonostante le crisi le famiglie hanno privilegiato gli impieghi finanziari. In testa Btp e obbligazioni per tenere a bada l’inflazione. Nel 2022 la ricchezza finanziaria degli italiani ha sofferto l’andamento negativo dei mercati
Le riforme possibili (e sostenibili) della previdenza e gli effetti del rialzo del costo della vita sui lavoratori ed ex lavoratori nell’incontro de “L’Economia”
Nel caso in cui il beneficiario di una polizza di assicurazione sulla vita muoia prima del decesso del contraente, nel diritto alla prestazione dell’assicuratore subentrano gli eredi del beneficiario premorto per la stessa quota che sarebbe spettata a lui. Lo ha precisato la Cassazione che, con l’ordinanza 11101 del 27 aprile 2023, ha messo in pratica i principi enunciati dalle Sezioni unite nella sentenza 11421/2021 (si veda Il Sole 24 Ore del 15 giugno 2021).
Per le società e gli enti le misure riparative delle conseguenze da reato possono evitare l’irrogazione delle sanzioni interdittive ma non possono estinguere le sanzioni pecuniarie. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con la sentenza emessa a Sezioni unite (la n.14840 del 6 aprile scorso) che, con riferimento alla disciplina della responsabilità degli enti, ha escluso l’applicabilità dell’istituto dell’ammissione alla prova previsto dall’articolo 168-bis del Codice penale. Se da un lato la pronuncia dimostra nuovamente la netta diversità del corporate trial rispetto al processo penale “tradizionale” – escludendo la praticabilità di soluzioni di diversion, pensate per la persona fisica quale forma alternativa di contrasto alla criminalità estranea alla giustizia punitiva classica –, dall’altro non sembra da sottovalutare l’accenno alle «forme di riparazione delle conseguenze da reato» già previste dal Dlgs 231/2001 e ricordate dalla stessa Corte: una sorta di invito, nella sostanza, a non ricercare fuori dal sistema ciò che al suo interno è già contenuto.
I geometri vincono la prima tappa della maratona Superbonus. Sono loro, infatti, tra i professionisti tecnici ad aver messo a segno il miglior risultato in termini di crescita percentuale del reddito 2021, inevitabilmente trainato, come per le altre categorie, dal boom dell’edilizia dovuto al maxisconto e agli altri bonus edilizi. Un boom però che si sta già sgonfiando, come dimostrano i dati Enea sui cantieri agevolati e i timori espressi dai professionisti stessi. Se si mettono a confronto i redditi medi dichiarati da ingegneri, architetti, geometri e periti industriali per il 2021 e pubblicati nei bilanci delle rispettive Casse di previdenza, i geometri passano dai 22mila euro dell’anno della pandemia ai 32mila del 2021, con un incremento del 44%, che è appunto il più alto tra quelli comunque molto significativi registrati anche dagli altri tecnici. Un primato che si conferma nel medio periodo rispetto al pre-pandemia: anche la variazione percentuale rispetto al 2019, infatti, vede al primo posto i geometri, cresciuti del 39% nel triennio.