A due settimane dall’approvazione del nuovo piano industriale (prevista per il 24 maggio) Mediobanca ha presentato al mercato numeri in forte crescita, confermando così il trend positivo registrato dalle altre grandi banche italiane. Per l’istituto di Piazzetta Cuccia i ricavi dei nove mesi dell’esercizio 2022-23 hanno superato i target previsti per quest’anno, toccando i 2,42 miliardi (+13% anno su anno) rispetto ai 3 miliardi previsti per la fine dell’esercizio che chiude a giugno. Al risultato hanno contribuito tutte le divisioni di business del gruppo milanese: il wealth management ha generato 614 milioni di ricavi (+13%), il Cib 565 milioni (+14%), la consumer finance 841 milioni (+7%). L’utile netto è stato di 791 milioni, in crescita del 10% rispetto allo stesso periodo del bilancio precedente. Un apporto importante è venuto da Generali, di cui Mediobanca detiene il 13,1%: contabilizzato con il metodo del patrimonio netto, il contributo della partecipazione nei nove mesi è stato di a 284,1 milioni, in aumento di 21 milioni rispetto ai 263,3 milioni dello scorso anno. «Siamo oltre il piano triennale», ha confermato il ceo Alberto Nagel parlando agli analisti.
Banca Generali chiude il primo trimestre dell’anno con un utile di 83,1 milioni, in aumento del 22% rispetto allo stesso periodo del 2022, e con il record storico di masse totali, arrivate a 85,9 miliardi. Nonostante l’incertezza del contesto economico e geopolitico, «siamo pronti a confermare gli obiettivi del piano 2022-2024, sia in termini di flussi di raccolta sia di dividendi», dice a MF-Milano Finanza l’amministratore delegato, Gian Maria Mossa. Per quanto riguarda la raccolta netta il dato dei primi 4 mesi dell’anno è di 2 miliardi e il traguardo dei 5,7-6,7 miliardi fissato per l’intero 2023 appare quindi raggiungibile.
Profitti da record per Mediobanca, che nei primi nove mesi dell’esercizio 2022-2023 ha realizzato un utile netto di 790,5 milioni di euro, in crescita del 10% su base annua. I ricavi sono aumentati del 12,6% a 2,4 miliardi, con il wealth management a +13%, il consumer +6,6%, Corporate and investment banking +13,6%, Insurance +8,4%. Il risultato operativo è salito del 18% a 1,173 miliardi e il cost-income è sceso dal 44,6 al 42,8%. Il margine di interesse è migliorato del 17% a 1,299 miliardi e le commissioni sono cresciute da 645,1 a 657,3 milioni. I proventi dell’attività di negoziazione sono ammontati a 172,3 milioni (+30,1%) e l’apporto dell’equity method di Generali è stato di 284,1 milioni (263,3 mln). Il Cet 1 phased-in è salito al 15,4% (14,4% fully-loaded).