Il testo della proposta di legge punta, attraverso il sistema del credito d’imposta al 20%, a incentivare le imprese a fare un maggiore ricorso alle polizze per danni all’ambiente
Nelle imprese italiane manca una vera cultura a favore della prevenzione e della riparazione dei danni alle risorse naturali. Gli investimenti nella gestione dei rischi ambientali sono limitati e le imprese più virtuose da questo punto di vista difficilmente ne hanno un vantaggio competitivo.
Secondo una stima effettuata dal Pool Ambiente sono meno del 2% le aziende che hanno sottoscritto una copertura completa per i danni all’ambiente, con il rischio d’insolvenza in caso di danno all’ambiente che è, infatti, particolarmente elevato nel nostro Paese. Anche il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici – PNACC prevede tra le misure necessarie da implementare a livello nazionale la promozione di coperture assicurative per i danni agli ecosistemi anche in conseguenza di eventi naturali estremi che ad esempio potrebbero essere la causa scatenante di un incidente in azienda con conseguente danno alle risorse naturali.
Per incentivare comportamenti più virtuosi nelle imprese e garantire una più efficace protezione delle risorse naturali e della salute delle persone, è stata presentata alla Camera dei Deputati la proposta di legge denominata “Concessione di un credito d’imposta in favore dei titolari di reddito d’impresa per la stipulazione di contratti di assicurazione, l’acquisizione di certificazioni e l’esecuzione di interventi di prevenzione in materia ambientale” (Atto della Camera dei Deputati n. 445). I contenuti del testo, presentato su iniziativa dell’On. Maria Chiara Gadda e sottoscritto dagli On. Rosato, Sottanelli, Bonetti, Benzoni e Ruffino, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati alla quale hanno preso parte anche i rappresentanti di Pool Ambiente, ANIA – Associazione Nazionale fra le Imprese assicuratrici, AIBA – Associazione Italiana Brokers di Assicurazioni, ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e UNI – Ente Italiano di Normazione. Un evento che s’inserisce all’interno del programma del Festival dello Sviluppo Sostenibile 2023 promosso da ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
“L’obiettivo della Proposta di Legge è quello d’incentivare nelle imprese italiane dei comportamenti virtuosi volti a rendere più complete ed efficaci le politiche ambientali a tutela delle risorse naturali e della salute dei cittadini attraverso l’utilizzo di strumenti, come quello della polizza assicurativa per danni all’ambiente, in grado di supportare un’organizzazione nella gestione delle conseguenze di un evento di danno all’ambiente, e nell’effettuazione degli interventi di messa in sicurezza e ripristino – dichiara l’On. Maria Chiara Gadda, vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura – Allo stesso tempo l’esperienza dimostra come sia necessario sostenere, anche attraverso apposite risorse statali, gli investimenti delle imprese a partire da quelle più piccole per la prevenzione dei danni all’ambiente in interventi di manutenzione e in generale per una migliore mappatura e gestione dei rischi ambientali”.
“Se fino ad oggi politiche ambientali e rating ESG delle imprese si sono concentrate maggiormente sul miglioramento delle performance ambientali, si sono tuttavia trascurati due aspetti fondamentali per la protezione dell’ambiente: l’impegno alla prevenzione dei danni all’ambiente e l’impegno alla riparazione quando un danno si è verificato – spiega Lisa Casali, manager di Pool Ambiente, consorzio di Coriassicurazione nato dopo il disastro ambientale di Seveso nel 1979 e centro d’eccellenza nazionale per quanto riguarda il know-how sui rischi ambientali e sui sinistri – La prevenzione, la bonifica e il risarcimento dei danni ambientali devono diventare i pilastri di ogni politica ambientale non solo per le aziende ma anche per i governi nazionali, le autorità locali, i media e i consumatori”.
Ma cosa prevede, nel dettaglio, la proposta di legge nei suoi 6 articoli?
Se l’articolo 1 enuncia quelle che sono le finalità e i principi generali del testo, l’articolo 2 promuove il riconoscimento, per le imprese, di un credito di imposta del 20% a favore della sottoscrizione di polizze per il rischio di danno ambientale. Lo stesso schema del credito d’imposta del 20% si applica anche a copertura delle spese sostenute dalle aziende per ottenere il riconoscimento della certificazione UNI/PdR 107:2021 “Ambiente Protetto – Linee guida per la prevenzione dei danni all’ambiente – Criteri tecnici per un’efficace gestione dei rischi ambientali” (art.4) che viene equiparato agli incentivi già riconosciuti per EMAS, per la certificazione UNI EN ISO 14001:2015 (art.3) e per gli interventi di prevenzione degli eventi di danno all’ambiente quali la manutenzione sui serbatoi interrati e sui bacini di contenimento (art. 5). L’articolo 6 definisce invece quelli che sono gli oneri finanziari a carico dello Stato per l’anno 2024 che sono pari a: 1,820 milioni di euro per l’attuazione della disposizione di cui all’articolo 2, a 1 milione di euro per l’attuazione dell’articolo 4 e a 2,2 milioni di euro per le disposizioni dell’articolo 5. Per l’articolo 3 invece non è previsto alcun onere statale.
“La proposta di legge presentata dall’Onorevole Gadda è molto interessante perché prevede incentivazioni fiscali per le imprese che stipulano una copertura ambientale – dichiara ANIA – Auspichiamo che queste misure rappresentino un punto di partenza e non di arrivo. Nell’ottica di un aumento della base assicurativa sarebbe opportuno che tali incentivi fossero accompagnati anche da altri tipi di interventi di natura pubblica e da campagne di sensibilizzazione sul tema”.
“I Broker sono professionisti che possono concretamente aiutare i clienti, in particolare le PMI, a comprendere e valutare meglio i nuovi rischi ESG che vanno via via manifestandosi nella loro crescente gravità, frequenza e intensità – chiarisce Pietro Negri, Segretario Generale AIBA – Al tempo stesso sono professionisti capaci di rappresentare al mercato assicurativo tali bisogni, nell’ottica di stimolare una risposta e una più rapida innovazione dei prodotti. Considerare i fattori ESG nella valutazione del rischio, come già in parte avviene nella valutazione del merito finanziario, diverrà sempre di più un fattore concorrenziale anche per effetto della spinta esercitata dalle grandi imprese sulle rispettive catene di fornitura (supply chain). Non tener conto di tale evoluzione potrebbe determinare, nel medio termine, rilevanti effetti sulla capacità delle imprese di mantenere la loro competitività”.
“Tra gli obiettivi prioritari UNI, come riportato nelle Linee strategiche per la consiliatura 2021-2024, vi sono la capacità della normazione di raccogliere e comprendere le nuove esigenze del mercato e della società per offrire soluzioni, nonché di supportare la legislazione per raggiungere i suoi obiettivi in modo efficace ed efficiente – afferma il Presidente UNI Giuseppe Rossi. La definizione della UNI/PdR 107 prima e l’auspicata sinergia con la legislazione contenuta nella proposta di legge presentata dall’On. Gadda poi, permetterebbero di raggiungere entrambe le finalità di UNI”.
“Dallo scorso anno la tutela dell’ambiente, anche nell’interesse delle future generazioni, fa parte dei principi fondamentali della nostra Costituzione – spiega Donato Speroni, senior expert dellʼASviS e Responsabile del progetto Futuranetwork – Le sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni saranno molto difficili perché l’area del Mediterraneo sarà tra quelle maggiormente investite dal cambiamento climatico. L’iniziativa dell’onorevole Gadda si muove certamente nella giusta direzione per garantire una maggiore protezione dai rischi connessi alle attività produttive”.
La proposta di legge