L’INDUSTRIA PUNTA A SFIDARE L’INFLAZIONE SBLOCCANDO LA LIQUIDITÀ DEI CLIENTI RETAIL
di Marco Capponi
L’unica risposta all’inflazione, «una tassa occulta che grava su tutti i risparmiatori», è investire in soluzioni «capaci di offrire rendimenti pari o superiori al picco del carovita». Così Carlo Trabattoni, al suo primo Salone del Risparmio da presidente di Assogestioni, ha aperto i lavori della tre giorni milanese incentrata sul valore del capitale umano come volàno della crescita del risparmio gestito e di riflesso del Paese. Una sfida che coinvolge tutta l’industria dall’asset management, dai produttori ai distributori ai consulenti, e che deve partire da due pilastri: «Semplicità e trasparenza della proposta d’investimento ai clienti». Senza escludere un’autocritica costruttiva, il numero uno dell’associazione di categoria ha sottolineato che oggi più che mai l’industria del risparmio deve resistere alla tentazione di «essere ego-riferita», e concentrarsi su una chiarezza, anche di proposta alla clientela, che sconfigga l’altro grande nemico del risparmio, forse anche maggiore rispetto all’inflazione: la poca educazione finanziaria delle famiglie.
Dati alla mano, il risparmio si affaccia a una delle peggiori crisi degli ultimi anni, tra guerra in Ucraina, strascichi dell’emergenza Covid, rincari delle materie prime e strozzature delle catene di approvvigionamento, in una posizione di indiscussa solidità. «L’asset management in Italia non è mai stato così forte», ha ricordato Trabattoni, «con oltre 2.500 miliardi di masse alla fine del 2021 e una spinta nella raccolta di 93 miliardi lo scorso anno, che rappresenta un risultato straordinario». D’altro canto, anche la liquidità parcheggiata immobile nei conti correnti è ai massimi storici: «coinvolgere l’investitore retail, mettendo i suoi bisogni al centro dell’azione, sarà parte integrante del futuro del risparmio nel Paese». Per farlo, un supporto fondamentale dovrà essere fornito (e in parte viene già fatto) dalle autorità regolamentari, «con uno snellimento normativo e un allentamento fiscale che incentivino il risparmio di lungo termine». Strumenti come Pir, Pir alternativi e Eltif stanno tracciando la strada, ha ricordato il presidente di Assogestioni, e non si può ormai prescindere dagli «asset reali e private market, che rispondono alle esigenze di decorrelazione dai mercati tradizionali e alla creazione di un impatto positivo».
Impossibile non citare quindi le tematiche Esg, considerando anche che i clienti di domani, «i Millennials, già adesso nel 95% dei casi vogliono usare i loro investimenti per generare un beneficio alla società». Allo stato attuale però «i criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance sono ancora troppo soggettivi: dopo il primo passo della tassonomia Ue bisognerà misurare l’impatto effettivo degli investimenti e implementare la stewardship». Lo scopo finale, Trabattoni è stato chiaro sul punto, è quello di allineare l’investimento ai dettami della Costituzione, che all’articolo 47 sottolinea la tutela del risparmio. «L’asset primario del processo», ha concluso, «è per l’appunto il capitale umano». (riproduzione riservata)
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