Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Si riaccende la speculazione sulle mosse del Crédit Agricole nel mercato italiano. Il blitz di Amundi su Anima (di cui è passato di mano il 5,16%) ha messo in fibrillazione le azioni dell’asset manager milanese e del suo primo azionista Banco Bpm, di cui la banque verte detiene il 9% del capitale. Ieri, in una seduta negativa per la borsa di Milano, il titolo Anima si è mosso in controtendenza per quasi tutta la giornata chiudendo le negoziazioni quasi invariato a 4,39 euro. Piazza Meda poi è salita dell’1,16% a 3,14 euro con volumi sostenuti.
Helvetia ha chiuso il 2021 con un volume d’affari di 11,2 miliardi di franchi svizzeri grazie all’espansione organica sostenuta nel ramo non-vita e ai prodotti vincolati a investimenti nel ramo vita. Il risultato al netto delle imposte è salito a 519,8 milioni di franchi rispetto ai 281,7 milioni dell’esercizio precedente. Il cda ha pertanto proposto all’assemblea di aumentare il dividendo del 10% a 5.50 franchi per azione.
Spunta il modello Axa per una mediazione nel consiglio delle Assicurazioni Generali. Le diverse ipotesi per ricomporre la frattura andata in scena solo due settimane dopo l’assemblea fra i consiglieri di maggioranza e la minoranza capeggiata da Francesco Caltagirone sono sul tavolo del Comitato nomine e corporate governance della compagnia. È l’organismo presieduto da Andrea Sironi e in cui siedono Clara Furse, Luisa Torchia e Diva Moriani, incaricato dal board il 12 maggio di trovare una soluzione all’impasse.
Tra gli altri settori, le multe irrogate sono state di 10,1 milioni nella grande distribuzione, di 8,1 milioni nei servizi finanziari, di 8 milioni per le assicurazioni, di 6,2 milioni nel settore dei prodotti elettronici, di 4,7 milioni alle aziende di servizi vari, di 2,4 milioni a quelle dell’energia, di 2 milioni per radio e tv e di 1 milione alle attività manifatturiere e ai servizi professionali, più altri importi minori.
Dopo l’abbuffata dei due anni di pandemia, l’e-commerce B2C di prodotto rallenta i suoi ritmi di crescita in Italia. Se l’emergenza sanitaria ha dato impulso all’e-commerce, quest’ultimo ha dato a sua volta impulso all’acquisto multicanale: l’integrazione di strumenti digitali da parte delle aziende in ottica omnicanale diventa quindi imprescindibile per soddisfare le nuove esigenze dei clienti. È quanto è emerso ieri a Milano nel corso della presentazione degli ultimi risultati dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano.
- I rischi si possono gestire?
La situazione è ben descritta dai numeri: le catastrofi naturali nel 2021 hanno fatto danni per 270 miliardi di dollari a livello mondiale. Di questi, solo 111 miliardi erano coperti dalle assicurazioni, un dato questo, che seppur parziale, si rivela essere il più elevato di sempre. Questo secondo l’analisi di Swiss Re, perché secondo l’ultimo report di Aon, «2021 Weather, Climate and Catastrophe Insight» è andata anche peggio. Le stime dell’ultima edizione dell’indagine spingono addirittura a 343 miliardi di dollari il conto delle perdite economiche complessive derivanti da catastrofi naturali, di cui 130 miliardi quelle coperte da assicurazione. Stando ai report di SwissRe e di Aon la copertura assicurativa globale spazia tra il 35% e il 40%, numeri decisamente positivi. Insomma, stiamo imparando qualcosa? Tutto lascia pensare di sì. Certo, finché non si analizzano i dati dell’Italia. Il Paese vive un profondo paradosso: pur essendo un territorio esposto a rischi sismici e alluvionali secondo i dati Ania, solo il 5,1% delle abitazioni risulta assicurato contro i danni provocati da catastrofi naturali, sebbene circa il 78% delle abitazioni si trovi in aree esposte a rischi «alti o medio alti». Andando più nel dettaglio si vede come su un numero complessivo di polizze attive di 11,3 milioni (al 31 maro 2021), l’87,1% non comprende coperture assicurative per gli eventi catastrofali. Una percentuale decisamente troppo alta. L’Italia è notoriamente un Paese sottoassicurato, anche sul fronte di altri rischi.
- A Generali il 6,8% di Cattolica
Generali ha acquisito il 6,8% di Cattolica Assicurazioni per 105,32 milioni , portando così la propria partecipazione al 91,5%.
- Contratto Ania, Unipol chiede un posto a tavola
Manutenzione economica con aumento sui minimi di oltre il 10% o riscrittura del contratto mettendo mano agli articoli che interessano il lavoro del futuro nelle compagnie assicurative? Sul dilemma del negoziato per il rinnovo del contratto Ania per il quale i sindacati hanno chiesto 210 euro e tempi rapidi, arriva il colpo di scena: secondo fonti sindacali, Unipol, uscita da Ania nel 2014, continuando ad applicarne il contratto, avrebbe chiesto di tornare al tavolo negoziale. Cancellato l’incontro di ieri tra Ania e i sindacati (rimandato al 6 giugno) le diplomazie sono al lavoro.
- Helvetia spinge per diventare una compagnia più europea
L’obiettivo è crescere per diventare una compagnia ancora più europea. Helvetia, gruppo assicurativo svizzero con una forte presenza anche in Italia, ha tracciato ieri quelle che sono le sue ambizioni di sviluppo nel paese e in generale le direttrici di crescita. Che, come ha spiegato il ceo global Philipp Gmur, non prevedono il raggiungimento di target precisi ma piuttosto perseguono una filosofia di sviluppo costante a graduale facendo leva sull’idea che la compagnia sia presente lì dove il cliente percepisce la necessità di avere nuova protezione o sia a caccia di altre opportunità di investimento. Questo, peraltro, sfruttando anche la rete di accordi di bancassurance che in Italia conta addirittura 25 istituti. Tutti scelti, come spiegato Gmur, sulla scorta di due principi chiave: o si tratta di un istituto fortemente radicato sul territorio che ha dunque una buona conoscenza dei clienti (come, tra le altre, Banco Desio o Civibank) oppure di una banca con cui sperimentare un nuovo modello di business, come ha dimostrato il recente accordo con illimity.
- Cattolica, Generali al 91,3% Ora l’addio a Piazza Affari
Superato il primo step ora Generali avvierà le procedure per promuovere il delisting di Cattolica. Ieri il gruppo ha comunicato di aver acquistato 15 milioni di azioni della compagnia veronese pari al 6,834% del capitale con una procedura di reverse accelerated bookbuilding. Questo ha fatto sì che il Leone abbia raggiunto la quota del 91,3% della controllata a fronte di un esborso di 105,3 milioni. Soglia che a questo punto dà il diritto a Generali di avviare l’istanza presso Consob per promuovere l’uscita di Cattolica dal listino. Istanza che verrà depositata nelle prossime ore e a valle della quale, ottenuto l’ok della commissione, al Leone sarà consentito acquistare per un periodo di massimo 15 giorni tutte le azioni che riuscirà a raccogliere sul mercato sempre al prezzo di 6,75 euro.
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