IL PATRIMONIO GLOBALE DEI FONDI COSÌ CLASSIFICATI AMMONTA A 2.770 MILIARDI DI DOLLARI
di Marcello Bussi
La Sec sta preparando un giro di vite nei confronti dei numerosi prodotti di investimento che decantano eccessive credenziali Esg. Un assaggio lo si è già avuto con la multa da 1,5 milioni di dollari appioppata due giorni fa a Bny Mellon Investment Adviser per aver fornito informazioni errate e averne omesse altre a proposito degli Esg, i fondi sostenibili proposti ai clienti. Oggi la Sec, guidata da Gary Gensler, proporrà una bozza di regole più stringenti per poter ottenere il bollino Esg, troppe volte assegnato senza reali controlli. La questione è di fondamentale importanza, considerato che, secondo Morningstar, il patrimonio globale dei fondi sostenibili ammontava a 2.770 miliardi di dollari alla fine del primo trimestre, in netto aumento rispetto ai mille miliardi del 2019.
La settimana scorsa era scoppiata una polemica per l’esclusione di Tesla dall’indice di sostenibilità di Standard&Poor’s, che allo stesso tempo aveva invece incluso il colosso petrolifero ExxonMobil. La reazione di Elon Musk, il numero uno della casa produttrice di auto elettriche, non si era fatta attendere: «Esg è una truffa e viene usato come un’arma da falsi guerrieri della giustizia sociale», aveva twittato l’eclettico miliardario. Il più delle volte sono gli investitori stessi a chiedere ai fondi di mettere i loro soldi in società che si suppone abbiano passato una sorta di esame Esg. Ma di fatto, come sostiene un articolo del Wall Street Journal, esistono pochi standard coerenti per classificare come Esg un’azione o un’obbligazione. Risultato: le grandi banche e i gestori patrimoniali stanno facendo greenwashing, che in italiano può essere tradotto con «ambientalismo di facciata». Negli Stati Uniti, 65 fondi sono stati riconfezionati come fondi Esg dall’inizio del 2019. A tal riguardo Jon Hale, direttore della ricerca sulla sostenibilità per le Americhe presso Sustainalytics, una società di Morningstar, ha dichiarato al Financial Times che i fondi che faticavano ad attirare flussi di investimento hanno cambiato nome e prospetti per cavalcare l’onda degli investimenti sostenibili. «Il greenwashing è un problema enorme e la Sec fa bene ad affrontarlo», ha osservato Jonathan Macey, professore alla Yale Law School.
La bozza che verrà presentata oggi dalla Sec deriva da un’analisi del mercato Esg condotta nell’aprile 2021 e si basa su una «regola di denominazione», adottata nel 2001 che richiede ai fondi di investire almeno l’80% delle attività nel modo suggerito dal nome. Per esempio, un fondo azionario non può avere più del 20% in contanti o buoni del Tesoro. Facile capire che negli indici Esg attualmente in circolazione c’è dentro di tutto, basta che ci sia il bollino e si compra senza farsi troppe domande. In un’America dove le divisioni politiche sono sempre più profonde, inevitabilmente la battaglia coinvolge anche i criteri Esg. Tanto che un vecchio monumento del Partito Repubblicano, Phil Gramm, in un lungo commento pubblicato dal Wsj ha accusato i sostenitori dell’Esg di voler riportare la società «al mondo stagnante del Medioevo». (riproduzione riservata)
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