di Andrea Pira
L’azione antitrust ha permesso all’Italia di risparmiare in media 1,1 miliardi di euro. Questo il conto nell’ultimo triennio, calcolato dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato contando le istruttorie chiuse con accertamento di intese restrittive e abuso di posizione dominate o ancora con il divieto di concertazioni, attraverso il ricorso alle autorizzazioni condizionate, nonché rendendo obbligatori impegni tra le parti. Nei cinque anni tra il 2015 e il 2020, il totale dei risparmi per consumatori e clienti ha invece superato i 5 miliardi di euro. «La tutela della concorrenza si confronta con le sfide dell’innovazione a più livelli», si legge nella relazione annuale al Parlamento, pubblicata sul sto del Senato. «Si tratta di questioni che investono tutte le aree di intervento e impongono un continuo adeguamento dell’enforcement e dell’advocacy antitrust all’evoluzione dei mercati derivanti dall’emergere di nuovi prodotti e servizi».
In questo contesto il lavoro dell’autorità presieduta da Roberto Rustichelli si è contraddistinto con l’uso dei poteri di advocacy per sostenere, per esempio, lo sviluppo infrastrutturale legato alle reti 5G. Ma in generale il ricorso agli strumenti consultivi ha registrato un aumento nel 2021. Dagli 80 casi del 2020 sui temi della tutela della concorrenza si è passati a 95. Un dato in linea con il sempre maggior ricorso a strumenti di moral suasion.
Sempre nel 2021 è aumentato anche l’ammontare delle sanzioni per violazione della concorrenza. Ma il confronto con i 12 mesi precedenti è sballato dalla multa a 1,1 miliardi di euro contro Amazon decisa dall’autorità per abuso di posizione dominante. Senza questo maxi intervento, il conto si fermerebbe invece a poco più di 288 milioni, in calo rispetto ai 382 milioni del 2020. Quanto alle sanzioni a tutela del consumatore, la cifra totale nel 2021 ha superato gli 88 milioni di euro. Nel totale vanno conteggiate anche le inottemperanze, che quasi quadruplicano da 4,5 milioni a oltre 16 milioni. Se invece si guarda soltanto alle multe per pratiche scorrette la cifra passa da poco più di 82 a 74 milioni.
Dall’analisi del trend dei procedimenti istruttori condotti dall’Autorità dal 2012, si nota per il 2021 una minore incidenza, rispetto all’anno precedente, delle violazioni accertate. In parallelo, il Garante ha segnalato un significativo incremento dei procedimenti chiusi previa accettazione degli impegni presentati dai professionisti. (riproduzione riservata)
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