di Pierluigi Mandoi
Continuano a salire i tassi d’interesse applicati sui mutui alle famiglie per gli acquisti di abitazioni. Secondo quanto riportato da Banca d’Italia nella pubblicazione «Banche e moneta», a marzo 2022 gli interessi sui mutui comprensivi di spese accessorie (Taeg) hanno toccato quota 2,01%: non superavano i due punti percentuali dall’agosto 2019, quando erano al 2,08%. Con i tassi al livello odierno, fa notare il Codacons, «una famiglia che accende un mutuo a tasso fisso a 30 anni spende complessivamente circa 8.812 euro in più rispetto allo stesso prestito acceso a gennaio 2022, solo per il costo maggiore delle rate e senza considerare le altre spese». A risentire delle condizioni sfavorevoli, scrive l’associazione, sono stati principalmente i mutui a tasso fisso: prendendo come esempio i finanziamenti a 20 anni l’indice Euris di riferimento è cresciuto dallo 0,6% di inizio febbraio all’1,69% di fine aprile, mentre l’Euribor, relativo ai mutui a tasso variabile, è rimasto sostanzialmente stabile. I nuovi prestiti alle famiglie sono cresciuti a marzo del 4% anno su anno, contro il +3,8% del mese precedente. In lieve aumento anche i finanziamenti alle imprese (al +1,3% nei dodici mesi contro il +1,2% di febbraio), così come i relativi tassi di interesse, dall’1,09% del precedente mese all’1,23% di marzo. In particolare i finanziamenti alle pmi (cioè di importo inferiore a un milione di euro) hanno riportato un tasso medio dell’1,78%, mentre quelli per una somma superiore si sono collocati allo 0,87%. Il rateo medio delle operazioni di credito al consumo è stato pari all’8,06%, dato pressoché analogo a febbraio. Con le preoccupazioni sulla guerra in Ucraina hanno riportato un’accelerata i depositi: quelli del settore privato sono cresciuti del 4,8% mentre quelli in conto corrente hanno visto un aumento anno su anno di poco inferiore all’8%. In frenata su base annuale la raccolta obbligazionaria, che dal -6,7% registrato a febbraio è scesa al -8,9% sul livello di marzo 2021. Infine si è registrato il lieve calo delle sofferenze lorde totali, dai 41,72 miliardi del mese precedente ai 41,66 miliardi di marzo. Tra queste, quelle riferite ai crediti concessi a imprese e famiglie produttrici sono state pari a 27,57 miliardi. Tra i settori produttivi più in difficoltà Bankitalia segnala le costruzioni (6 miliardi) e il manifatturiero (5,4 miliardi). A seguire il commercio con 5 miliardi e l’immobiliare con 4,1 miliardi. (riproduzione riservata)
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