di Andrea Deugeni e Anna Messia
In Generali il tema governance salta un giro. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il cda della compagnia, in programma oggi alle 14.30 per l’esame della trimestrale, si dedicherà solamente alla fotografia dell’andamento dei conti nei primi tre mesi dell’anno, risultati che verranno diffusi domani mattina. Resteranno fuori dai lavori invece la nomina del vicepresidente e la formazione di un comitato interno per le operazioni strategiche voluto dai consiglieri di minoranza capeggiati da Francesco Gaetano Caltagirone. Per ora i cinque comitati individuati dal board dello scorso 12 maggio resteranno quindi privi della minoranza dopo che i tre esponenti della lista dell’imprenditore capitolino (oltre allo stesso Caltagirone, Flavio Cattaneo e Marina Brogi) hanno deciso in cda di fare un passo indietro. Motivo di rottura, come noto, è stata la decisione del consiglio di non nominare un comitato per le operazioni strategiche considerato di fondamentale importanza da Caltagirone tanto da arrivare al gesto clamoroso di ritirare la minoranza da tutti gli organismi interni. A tentare di ricucire lo strappo dovrà essere ora il Comitato per le Nomine e la Corporate Governance, coordinato dal presidente di Generali, Andrea Sironi e composto da Clara Furse, Diva Moriani e Luisa Torchia, organismo che è stato incaricato dal cda di predisporre una proposta in merito guardando ai benchmark di mercato e che dovrà essere appositamente convocato. Da completare c’è ancora il Comitato Investimenti e determinanti saranno di certo le abilità di mediatore di Sironi che pure, già prima del board del 12 maggio, aveva incontrato Caltagirone a Roma per tentare di trovare la quadra sulla governance. Ma poi è saltato tutto e ora a monitorare la situazione ci sono le autorità di controllo, sia Consob sia Ivass, anche se con armi spuntate. Sulla composizione degli organismi endoconsiliari mancano infatti sia norme primarie sia regolamenti e, come era già stato per la lista del cda e per il prestito titoli, difficilmente la Commissione di controllo sui mercati potrà scendere in campo per dirimere lo scontro. Anche Ivass non ha competenze sulla composizione dei comitati e potrà intervenire soltanto ex post in caso di funzionamento non corretto. (riproduzione riservata)
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