SE DEL VECCHIO E CALTAGIRONE METTESSERO NEL MIRINO IL VERTICE DELLA MERCHANT BANK, PONZANO POTREBBE NON SCHIERARSI
di Manuel Follis e Luca Gualtieri
Che, dopo l’assemblea delle Generali e dopo gli ultimi scontri nel board della compagnia, i riflettori si siano spostati su Mediobanca è un dato di fatto. Semmai oggi il mercato si interroga su quale sarà la prossima mossa di Leonardo Del Vecchio e di Francesco Gaetano Caltagirone in vista dell’assemblea del 28 ottobre. Tra le incognite aperte c’è per esempio quella relativa al ruolo della famiglia Benetton.
Nel settembre scorso Ponzano Veneto ha svincolato il proprio 2% dal patto di consultazione che presidia il 10,7% di Piazzetta Cuccia. L’iniziativa era stata interpretata come un avvicinamento alle posizioni di Del Vecchio e Caltagirone, lettura confermata dal voto espresso nell’assemblea delle Generali, nel corso della quale i Benetton hanno appoggiato la candidatura di Claudio Costamagna e Luciano Cirinà. L’alleanza è insomma destinata a riprodursi anche in Mediobanca? Non è detto. Secondo diverse fonti finanziarie, nella governance della merchant milanese la posizione di Ponzano Veneto potrebbe rivelarsi più neutrale ed equidistante. Lo svincolo della quota dal patto, in questo contesto, viene descritta come una mossa per mantenersi le mani libere. La sensazione insomma è che la famiglia non abbia intenzione di schierarsi contro il vertice dell’istituto di credito che peraltro oggi è advisor di Ponzano sia nell’opa finalizzata al delisting di Atlantia (si veda l’altro articolo in pagina) sia nelle negoziazioni di Autogrill con Dufry per dare vita a un colosso leader nel settore del travel retail. Una neutralità certificata dalla convinzione che la partita Mediobanca sia molto diversa da quella Generali. Allo stesso tempo c’è chi scommette che, se confermata, questa neutralità possa essere messa al servizio di una stabilizzazione dei rapporti all’interno delle Generali, nella convinzione che la conflittualità tra azionisti non faccia bene alla compagnia guidata da Philippe Donnet.
Nel frattempo l’intera governance di Piazzetta Cuccia potrebbe presto mettersi in movimento. Il 5 maggio infatti Caltagirone è salito dal 3% al 5,5% di Mediobanca, accendendo di fatto i riflettori sull’asse Milano-Trieste e, come ricordato su Milano Finanza di sabato 14 maggio, gli azionisti in movimento peraltro potrebbero essere più di uno. Del Vecchio ad esempio dovrebbe decidere entro luglio se mantenersi sotto la soglia del 20% (oggi è al 19,4%) oppure avviare le procedure per superare questa quota in tempo utile per l’assemblea del 28 ottobre. Insomma, se qualcuno punta alla pace sull’asse Milano-Trieste, la sensazione è che questo equilibrio non sarà facile da raggiungere. (riproduzione riservata)
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