di Matteo Rizzi
Italia paradiso delle tasse di successione. Lo stato raccoglie meno di un miliardo di euro all’anno, una delle cifre più basse dei paesi Ocse, solo lo 0,11% del gettito fiscale complessivo. Ad esempio, in Germania si generano più di 7 miliardi (0,52%) in Francia 14 miliardi (1,38%), mentre la media Ocse si ferma al 0,53%.
L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha pubblicato il report «Tasse di successione nei paesi Ocse» che fornisce una valutazione comparativa della tassazione di eredità e donazioni nei 37 paesi membri dell’Ocse. Del gruppo, solo 24 stati le applicano. Tuttavia, queste tasse raccolgono pochissime entrate, solo lo 0,53% del gettito totale.
Esenzioni fiscali generose, in Italia le seconde più alte al mondo dopo gli Stati Uniti, e altre forme di sgravio limitano fortemente la raccolta, dice il report.
Oltre a limitare le risorse in entrata, gli sgravi beneficiano principalmente le famiglie più ricche, riducendo l’effettiva progressività delle imposte di successione.
Gli sgravi sono comuni anche per i trasferimenti di beni specifici (ad esempio, residenza principale, attività commerciali e agricole, beni pensionistici e polizze di assicurazione sulla vita). In un certo numero di paesi, le imposte di successione possono anche essere ampiamente evitate attraverso donazioni in vita, a causa del loro trattamento fiscale più favorevole.
Queste disposizioni riducono il numero di trasferimenti di ricchezza che sono soggetti a tassazione, a volte in modo significativo, dice l’Ocse.
Per esempio, tra gli otto paesi con dati disponibili, la quota di patrimonio soggetto a imposte di successione era più bassa negli Stati Uniti (0,2%) e nel Regno Unito (3,9%) ed era più alta in Svizzera (12,7%) (Cantone di Zurigo) e in Belgio (48%). In Italia è meno del 10%.
Il report sottolinea l’ampia diversità nella concezione dell’imposta di successione tra i paesi.
Il livello di ricchezza che i genitori possono trasferire ai loro figli esentasse varia da quasi 14.000 euro in Belgio (regione di Bruxelles-Capitale) a più di 11 milioni di dollari negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Ocse riporta una soglia di esenzione di un milione di euro, la seconda più alta al mondo.
In media, le eredità e le donazioni riportate dalle famiglie più ricche (20% superiore) sono quasi 50 volte superiori di quelle riportate dalle famiglie più povere (20% inferiore).
Secondo l’Ocse, le tasse di successione possono essere uno strumento più efficace, più facili da valutare e da raccogliere rispetto ad altre forme di tassazione della ricchezza, come ad esempio le imposte patrimoniali.
«Mentre la maggioranza dei paesi dell’Ocse applica le imposte di successione, esse giocano un ruolo limitato nell’aumentare le entrate e nell’affrontare le disuguaglianze, questo a causa del modo in cui sono state concepite», ha detto Pascal Saint-Amans, direttore del Centro per la politica fiscale e l’amministrazione dell’Ocse.
«Ci sono forti motivazioni per aumentare l’uso tasse di successione, ma sarà necessaria una migliore progettazione se queste tasse vogliono raggiungere gli obiettivi preposti».
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