Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
È una curiosa coincidenza l’attacco informatico subito da Axa alla sua divisione in Asia colpita da un ransomware, un software che infetta i computer rendendo inaccessibili i file in memoria codificandoli. Poco più di una settimana fa la branch francese del colosso assicurativo aveva annunciato di non volere più supportare nel Paese polizze che consentissero il pagamento di riscatti da parte di aziende che subiscono questo tipo di attacchi. Dopo le anticipazioni del Financial Times nel fine settimana, la compagnia ha ammesso di aver subito un attacco simile nelle sue filiali in Malesia, Hong Kong e Filippine. Il ransomware ha bloccato una quantità ingente di dati, tre terabyte di contratti, carte d’identità e passaporti, documentazione relativa a pagamenti, estremi ed estratti conto bancari, fatture sanitarie e altro.
È andato avanti per tutto il pomeriggio, fino a tarda sera, il consiglio di amministrazione di Generali chiamato ad approvare i conti trimestrali che saranno diffusi questa mattina. Il tema centrale sono stati i numeri e le strategie della compagnia. Ma sullo sfondo c’era inevitabilmente il tema della governance dopo che, una decina di giorni fa, Francesco Gaetano Caltagirone, primo azionista privato della compagnia con il 5,6%, aveva riportato al centro l’argomento, scrivendo ai consiglieri e invitandoli a riflettere sul futuro assetto di governo della compagnia, proponendo per esempio la creazione di un comitato esecutivo, l’introduzione di un direttore generale e un rafforzamento dei poteri del presidente, con il conseguente ridimensionamento della figura dell’amministratore delegato, incarico oggi ricoperto da Philippe Donnet. Il tema governance non era all’ordine del giorno del consiglio di ieri e non se ne sarebbe discusso ma è altrettanto evidente che la questione resta urgentemente sul tavolo in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione che dovrà essere votato dall’assemblea di aprile 2022, con lo statuto che, per la prima volta, prevede che il cda possa presentare una propria lista.
Non solo la partecipazione (finanziaria) in Cattolica Assicurazioni. La Berkshire Hathaway che fa capo a Warren Buffett vuole fare business diretto nelle assicurazioni in Italia, a partire dalle polizze per la responsabilità civile medica e da quelle infortuni. L’occasione per riorganizzare la presenza nel Paese è stata la Brexit. La Berkshire Hathaway International Insurance ltd, che ha sede a Londra, già da anni operava in Italia con una sua branch (vigilata dall’autorità inglese) e in libera prestazione di servizio. Ma dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea la compagnia inglese ha dovuto chiedere all’Ivass l’autorizzazione per operare in regime di stabilimento. La procedura è partita a giugno 2020 ed è durata diversi mesi. Del resto il regime di stabilimento per una compagnia extra-Ue richiede di fatto una struttura molto simile a quella di una compagnia assicurativa in termini organizzativi, ma il gruppo è andato avanti rispondendo a tutte le richieste dell’autorità e nei giorni scorsi ha incassato il via libera dell’Ivass a lavorare in diversi settori del ramo Danni, dagli infortuni alla Rc auto passando l’incendio e la Rc generale.
Rgi Group si allea con Amazon per accelerare la trasformazione digitale delle compagnie assicurative. Tra i clienti della società fondata in Italia nel 1987 e oggi controllata dal fondo Usa Corsair ci sono già le principali compagnie italiane ed europee, con il business che è evidentemente destinato a espandersi sulla scia dell’innovazione tecnologica impressa dalla pandemia. La partnership con il colosso Usa riguarda più in particolare Amazon Web Services, primo cloud provider mondiale e ha consentito di «sviluppare il nostro customer corner, nuova piattaforma digitale b2c destinata ai clienti assicurativi, in rispetto della normativa Ivass, che impone alle compagnie di mettere a disposizione degli assicurati un’area riservata in cui consultare per esempio la propria posizione», dice a MF-MilanoFinanza, il ceo Cécile André Leruste. In ballo c’è anche la transizione in cloud dello strumento più importante per qualsiasi compagnia, quello che gestisce l’intero portafoglio delle polizze.
Zurich annuncia lo sviluppo di nuove linee di investimento Esg: due soluzioni bilanciate con l’obiettivo di ottenere performance nel lungo periodo in modo sostenibile. «Crediamo che la performance delle asset class sostenibili possa potenzialmente essere migliore di quella di attività analoghe che non rispondono ai criteri Esg garantendo una maggior stabilità di lungo periodo e avere anche una minore rischiosità», commenta Dario Moltrasio, ad di Zurich investment life. «L’integrazione dei fattori Esg è già oggi parte fondamentale del nostro processo d’investimento».
Dopo Unicredit e in attesa delle future cessioni da parte di Vincent Bolloré (che resterà con il 2%) adesso è la volta dei Berlusconi. A 14 anni dall’ingresso nel capitale di Mediobanca, Fininvest ha infatti deciso di vendere l’intera quota posseduta, il 2% conferito all’accordo di consultazione che ha sostituto negli anni lo storico Patto di sindacato e blocco. Approfittando del rialzo del titolo della merchant bank di Piazzetta Cuccia, balzato dai 4,25 euro del 20 marzo di un anno fa all’attuale soglia degli 9,78-9,8 euro, la finanziaria presieduta da Marina Berlusconi ha completato ieri il collocamento dell’intero pacchetto di 17,713 milioni di azioni in portafoglio. A gestire la vendita ai blocchi, in qualità di broker, è stata Unicredit, mentre al momento nessuna controparte acquirente ha scoperto le carte. Francesco Gaetano Caltagirone, azionista all’1,9% di Mediobanca non ha fatto shopping in questo senso. Semmai potrebbe essere stato Leonardo Del Vecchio, tradizionalmente vicino a Unicredit e con in mano già da tempo un’autorizzazione della Bce a portarsi fino a ridosso del 20% di Mediobanca, rispetto a una quota del 14% circa di cui è accreditato al momento.
La futura generazione di trader arriverà sul mercato con un’educazione finanziaria maggiore rispetto a quelle precedenti. Questo non significa che le statistiche di chi vince e chi perde in borsa miglioreranno, ma le premesse sono positive. I risultati sullo stato di alfabetizzazione finanziaria delle giovani leve sono scaturiti da una ricerca a firma Eleonora Isaia e Massimo Giorgini, professori di economia degli intermediari finanziari presso il dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino. La ricerca è una delle più approfondite che siano state fatte sull’argomento considerato che si è sviluppata mediante un sondaggio tra un campione di 1.570 individui, divisi tra Millennials (nati tra il 1981 e il 1996) e Gen-Z (nati tra il 1997 e il 2010), ai quali è stato chiesto di rispondere ad oltre 50 domande. In particolare, la Gen-Z ha rappresentato il 60% degli intervistati, con un’età media di 22 anni mentre il restante 40%, rappresentato dai Millennials, ha un’età media di 26 anni.
La fusione della Cassa di Risparmio di Cento nel Credem avverrà entro il 20 luglio, comporterà sinergie annuali per 15 milioni e nessun esubero. Deciso il concambio azionario: 0,64 azioni del Credito Emiliano per ogni azione della Cassa di Risparmio di Cento, che consentirà agli azionisti di quest’ultima di disporre di un titolo azionario quotato che riconosce un premio del 50% rispetto alla media dei due titoli nei quattro mesi precedenti la comunicazione ufficiale dell’operazione. Ai valori attuali di borsa inoltre questi azionisti si vedranno riconosciuto un ulteriore beneficio di oltre il 16% per un incremento complessivo, rispetto alle quotazioni precedenti l’annuncio dell’operazione, di oltre il 95%.
Assicurazione svizzera aiutava i clienti ad evadere il fisco, ora dovrà versare una multa da 64 milioni di euro. Swiss Life, la principale società di assicurazioni elvetica, ha accettato di liquidare una multa da 77,4 milioni di dollari per chiudere un’azione penale negli Stati Uniti. Secondo l’accusa, la società aiutava facoltosi clienti americani a nascondere i propri patrimoni offshore.
L’accordo risolve il contenzioso secondo cui Swiss Life aveva aiutato i clienti a frodare l’agenzia delle entrate degli Usa, l’Internal revenue service (Irs), nascondendo più di 1,45 miliardi di dollari in polizze assicurative offshore.
- Assimoco aumenta la raccolta
Le assemblee degli azionisti di Assimoco, prima compagnia assicurativa italiana ad avere acquisito la qualifica di società benefit, hanno approvato il bilancio 2020 che si è chiuso con una raccolta totale di 813,74 milioni di euro (667,36 mln nel 2019), un utile del ramo danni pari a 28,85 milioni (24,7 mln), un utile del ramo vita di 14,21 milioni (20,37 mln). Le attività finanziarie gestite sono ammontate a 4,399 miliardi da 4,014 mld del 2019. Via libera anche, per la prima volta, al bilancio integrato 2020, che rappresenta la prima edizione della Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario. Il documento evidenzia che il 3,1% dei fornitori della compagnia (pari a 130) è sottoposto a valutazione ambientale e circa il 75% è rappresentato da fornitori della sola Lombardia. Il consumo della carta, inoltre, è sceso del 48,6%, quello dei consumi energetici del 40,1%, di cui il 49% ottenuto da fonti rinnovabili. Le emissioni dirette espresse in termini di tonnellate di CO2 sono in flessione del 48,7% e i rifiuti, pari a 0,44 tonnellate, risultano in forte riduzione rispetto al 2019.
- Fininvest, addio a Mediobanca
Cambia ancora la mappa dei soci di Mediobanca: questa volta a uscire dall’azionariato è un azionista storico come la famiglia Berlusconi, fin dal 2007 nella banca fondata da Enrico Cuccia anche come membro del patto di sindacato, prima, e di consultazione, adesso. Ieri la holding di famiglia Fininvest ha ceduto ai blocchi l’intero suo 2% a 9,814 euro, pari a 174 milioni. L’operazione è passata ai blocchi a Piazza Affari, attraverso Unicredit che ha operato come broker. A comprare dovrebbe essere stato Leonardo Del Vecchio, che con la sua holding Delfin è già stabilmente il primo azionista di Mediobanca. Non ci sono conferme ufficiali ma la modalità dell’operazione e l’indiscrezione su un compratore unico del pacchetto sono indizi che portano al patron di Essilor-Luxottica, che in questo modo arriverebbe al 15,2% dall’attuale 13,2% della banca guidata da Alberto Nagel. «No comment» dal fronte Delfin.
- Credem, fusione con Cento
Al via la fusione tra Credem e Cassa di Risparmio di Cento. Avviato il processo di deposito della documentazione.
- Zurich, due linee Esg
Zurich ha annunciato lo sviluppo di due nuove linee di investimento Esg (Environmental, Social, Governance): due soluzioni bilanciate che intendono creare consapevolezza e fiducia tra clienti e distributori sul tema.
- Fininvest esce da Mediobanca Occhi puntati su Del Vecchio
Fininvest esce da Mediobanca dopo 13 anni, e con l’aiuto di Unicredit vende il suo 2% ai blocchi: probabilmente a Del Vecchio, che non commenta. Intanto il cda Generali studia se dare al gruppo una governance più gradita ai soci privati italiani, Caltagirone e Del Vecchio in testa. Un’operazione «di razionalizzazione e di ribilanciamento del proprio portafoglio di investimenti finanziari», ha scritto Fininvest in una nota. L’uscita da Mediobanca, per i Berlusconi (ma ci restano indirettamente, con il 3,3% di Mediolanum, che è loro al 30%), pare anche la fine di un percorso naturale: lo storico patto di sindacato che blindava l’istituto non c’è più, c’è invece un socio privato – Leonardo Del Vecchio – che in un anno e mezzo ha rastrellato il 13,2%, e ottenuto dalla Bce il permesso a salire al 19,9%. Proprio Delfin è tra i “sospetti” acquirenti della quota, per due motivi tecnici. Il primo, che si è trattato di un passaggio di blocchi fuori mercato, quindi grandi quantità negoziate in pochi contratti. Il secondo, che la cassaforte del fondatore di Luxottica segue da mesi la politica dei piccoli passi nell’ascesa in Mediobanca: mentre da un paio di mesi non ha comprato azioni, e potrebbe ben essere tornata a farlo ieri, superando così il 15% del capitale. Un portavoce di Delfin s’è limitato a dare un «no comment» all’ipotesi. Il ruolo di Unicredit, come chiarito dall’istituto (che di Mediobanca fu un perno azionario fino a novembre 2019), è stato solo mettere in contatto venditori e compratori sui blocchi. Ieri era in agenda anche un cda di Generali, l’assicuratore triestino di cui proprio Mediobanca è il primo azionista (12,9%), e proprio Delfin il terzo (4,8%).
- Generali, la carta del dg per una tregua tra i grandi soci
Un consiglio di amministrazione durante il quale si è parlato principalmente di risultati. Il tema governance, questione che ormai da mesi tiene banco in casa Generali, è stato affrontato sì dal board ma senza entrare nel merito della questione. D’altra parte, quello sul governo della compagnia è un confronto che ha radici lontane e che difficilmente vedrà risoluzione in tempi rapidi. Si gioca, in queste settimane, una partita centrale per disegnare quello che dovrà essere il gruppo del futuro e nel farlo si vanno a intrecciare gli interessi e le ambizioni di tre fronti differenti. C’è il match del management, focalizzato sulla realizzazione del piano industriale con il ceo Philippe Donnet che in proposito ha dichiarato di sentirsi «quotidianamente sotto esame». In virtù di questo, se i target verranno centrati, è normale immaginare che il vertice si sentirà legittimato ad ambire alla dovuta conferma. Ci sono poi le carte in mano a Mediobanca, fautrice e sponsor della lista del consiglio di amministrazione in vista della scadenza del board con l’approvazione del bilancio 2021.
- La priorità resta la lotta agli attacchi informatici
Il ministro all’Innovazione e alla transizione digitale Vittorio Colao l’ha definita il tallone d’achille del Paese. La sicurezza nella Pubblica amministrazione è di fatto l’elefante nel negozi di bicchieri di cristallo. Tutti i segnali (dai click day agli hacker contro l’Inps) indicano che potrebbe accadere un disastro da un momento all’altro. Ecco perché i 620 milioni di euro previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilenza sono stati accolti con un tiepido ottimismo da esperti e aziende specializzate nella cybersecurity. Il dubbio è che non potrebbero essere sufficienti. Ma forse in questo momento è anche complicato stimare il “fabbisogno” teorico e reale di un Paese per contrastare le aggressioni dei criminali informatici. Un esempio su tutti? Quello che è accaduto negli Stati Uniti. Negli ultimi giorni le infrastrutture critiche Usa hanno subito uno dei più gravi attacchi informatici della storia. Un gruppo di hacker ha attaccato il grande oleodotto Colonial Pipeline negli Stati Uniti con l’obiettivo di chiedere un riscatto in cambio dello sblocco delle operations.
- Eurizon, caccia alla liquidità dei clienti retail: «È ora di uno sforzo congiunto fabbriche-rete»
«Il nostro mestiere è costruire prodotti competitivi in ogni contesto di mercato, e continueremo a svolgerlo anche nel momento in cui i tassi di interesse dovessero risalire, proponendo soluzioni che possano permettere ai nostri clienti di costruire portafogli diversificati in grado di raggiungere gli obiettivi che si sono posti nel medio periodo». Saverio Perissinotto non sembra particolarmente allarmato dal possibile ritorno della volatilità sui mercati e dal cambio di scenario che rischia di materializzarsi
con il ritorno dell’inflazione e il rialzo dei rendimenti obbligazionari. Eurizon, la società di asset management del Gruppo Intesa Sanpaolo al cui timone siede da poco più di un anno, ha sfruttato al massimo il vento in poppa di questi ultimi tempi chiudendo il primo trimestre 2021 con un utile netto consolidato in rialzo del 60% a 160,8 milioni di euro. E soprattutto con una raccolta che procede a gonfie vele (1,1 miliardi da inizio anno, 2,6 miliardi dei quali in fondi comuni) e che ha proiettato Il valore del patrimonio gestito a 354 miliardi.
- Il cyber-riscatto viaggia su blockchain
I cybercriminali affezionati agli attacchi ransomware sfruttano l’impenetrabilità delle criptovalute per chiedere riscatti milionari e svanire nel nulla. È il caso del gruppo DarkSide, che nelle ultime settimane ha colpito prima l’oleodotto statunitense Colonial Pipeline e poi la divisione di Toshiba che produce fotocopiatrici e sistemi di pagamento POS. In entrambi i casi è stato chiesto un riscatto in Bitcoin, così da far perdere ogni traccia e rendere vana ogni indagine. Ma se non fosse proprio così? A insinuare il dubbio ci ha pensato Elliptic, azienda inglese specializzata in analisi blockchain, che ha affermato di aver individuato il wallet Bitcoin utilizzato da quelli di DarkSide per ricevere il riscatto da Colonia Pipeline.
- Class action pronta al debutto Incognita costi per le imprese
Partirà domani, salvo rinvii dell’ultimissima ora (sarebbe il terzo slittamento, peraltro), la riforma della class action. Tutto da verificare però è il contesto applicativo che deve accompagnare la riforma, dall’allestimento della piattaforma digitale che dovrà raccogliere le adesioni all’azione di classe alla versione definitiva del decreto del ministero della Giustizia sull’istituzione dell’elenco pubblico di associazioni e organizzazioni legittimate a proporre l’azione (a inizio anno il garante aveva dato parere favorevole a una prima versione, chiedendo però 2 correzioni). Come pure da valutare con attenzione è la compatibilità della nuova disciplina con la direttiva 2020/1828, sulle azioni di tutela dei consumatori.
- Perché l’assicurazione raccolti va ripensata
Dopo le gelate di aprile che hanno distrutto i vigneti e le colture francesi, le richieste di una riforma dell’assicurazione sono raddoppiate. Questa copertura fatica a convincere gli agricoltori e il cambiamento climatico non aiuta a convincere gli assicuratori ad intervenire per una modifica del sistema.
- Scor: Ribadeau-Dumas non succederà a Kessler
Non sarà l’ex direttore della società Edouard Philippe di Matignon a prendere il posto di Denis Kessler nel 2022 alla testa del riassicuratore. Kessler lascerà prima del previsto a giugno e sarà sostituito da Laurent Rousseau
- Buffett vende azioni di Wells Fargo e Chevron – e entra nell’assicuratore Aon
Warren Buffett continua a ridimensionare i suoi investimenti nel settore finanziario. Il CEO del conglomerato Berkshire Hathaway ha venduto nel primo trimestre quasi tutta la sua partecipazione nella grande banca statunitense in crisi Wells Fargo, che aveva già ridotto costantemente dal 2017. Wells Fargo fa parte del portafoglio di Berkshire dal 1989 ed è stato a lungo considerato uno dei preferiti di Buffett. Ma la banca sta ancora lavorando attraverso una serie di scandali che coinvolgono conti fasulli. Buffett ha anche venduto la sua partecipazione nel fornitore di servizi finanziari Synchrony Financial, in cui Berkshire aveva investito nel 2017.
- Ecco come Allianz vuole chiudere il suo maggior cantiere