A marzo la raccolta di queste polizze «miste» è più che raddoppiata a 4,7 miliardi (+136%), oltre la metà dei nuovi premi. Però la struttura articolata e le coperture fanno lievitare le commissioni. Che ora sono finite nel mirino Ivass
di Paola Valentini
Grazie alla loro doppia identità, una più aggressiva e una più prudente, sono diventate un must nell’offerta di banche, reti e agenzie. Le polizze Vita multiramo consentono infatti di rispondere all’esigenza di sicurezza degli investitori e nel contempo di diversificare i capitali per intercettare le potenzialità di rendimento dei mercati finanziari. Non a caso nel primo trimestre la ripresa del mercato assicurativo Vita è stata guidata proprio da questi contratti, che hanno come sottostanti una polizza rivalutabile (ramo I) legata a gestioni separate (la parte che dà la garanzia del 100% del capitale) e una polizza unit linked (ramo III, ovvero fondi comuni che investono nei mercati). Un mix che consente di tenere il più possibile sotto controllo il rischio ma anche di sfruttare le possibilità di rialzo dei listini. Tale combinazione è apprezzata dai risparmiatori, che in questa fase iniziano a scongelare la liquidità tenuta ferma per oltre un anno nei conti correnti per via della pandemia. Peraltro proprio il Covid sta avendo un ruolo rilevante nell’aumentare la propensione degli italiani verso la componente di protezione offerta dalle assicurazioni, ancora sottopesate nei portafogli. Tutti questi fattori stanno spingendo la raccolta. In base agli ultimi dati Ania, a marzo la nuova produzione di polizze Vita individuali registrata in Italia dalle imprese italiane e dalle rappresentanze di imprese extra-Ue è stata di 8,99 miliardi, l’ammontare mensile più alto degli ultimi 5 anni, +90% su marzo 2020. Un rimbalzo era atteso dato che il confronto è con il mese in cui era iniziato il lockdown (che aveva causato un calo della nuova emissione del 45%), ma quello che stupisce è la forza del recupero. E proprio le multi-ramo stanno giocando un ruolo decisivo in questa decisa ripresa.
Se si guarda alle diverse componenti, il 58% dei 5,25 miliardi ottenuti a marzo dalle polizze di ramo I (importo che a sua volta è pari a quasi il 60% dell’intera produzione Vita) proviene proprio da nuovi premi investiti in gestioni separate di prodotti multi-ramo che registrano una raccolta annua boom (+139%) a 3,04 miliardi. E il 47% di 3,68 miliardi raccolti nel mese dalle unit linked di ramo III (l’importo più alto dal mese di aprile 2016), deriva da premi di polizze multi-ramo, anch’essi in aumento di oltre il 130% a 1,72 miliardi. In totale a marzo i premi delle multi-ramo sono stati quindi pari a 4,76 miliardi, il 53% degli 8,99 miliardi dell’intera nuova produzione Vita, in continua crescita rispetto ai due mesi precedenti e più che raddoppiati (+136,5%) su marzo 2020. D’altra parte (oltre al doppio motore del mix di investimento), nel proporle, come per tutte le polizze Vita, le reti di collocamento fanno leva anche sulle coperture offerte nell’ambito della pianificazione patrimoniale contro eventi quali morte, invalidità, non autosufficienza, ma anche sulle garanzie di impignorabilità e non sequestrabilità, oltre che sulla flessibilità nella scelta dei beneficiari nelle eredità e su una fiscalità di favore (tra tutti l’esenzione dell’imposta di successione). Ma le garanzie assicurative e la struttura delle multi-ramo ben più articolata rispetto a un investimento diretto in fondi comuni (con i quali sono sempre più in gara per intercettare la liquidità nei conti correnti) hanno un costo che può contribuire a deprimere, anche di molto, il rendimento finale.
Non a caso l’Ivass ha in corso un’analisi specifica sul tema commissioni. In attesa dei risultati di questa indagine, dall’osservatorio dell’autorità di controllo emerge che, in alcuni casi riferiti a unit linked e multi-ramo, i valori degli Indicatori sintetici di costo (riportati nei documenti informativi Kid) «sono molto elevati e tali da destare perplessità circa la profittabilità dei prodotti per i clienti che dovessero acquistare queste opzioni». Per entrambe le categorie di prodotti i costi sono in generale compresi tra l’1,5% e il 4%: per le multi-ramo il 35% dei casi ricadono nell’intervallo 3%-4%, per le unit linked tale incidenza arriva al 40% e si registrano dati superiori al 4% nel 43% dei casi. Invece i prodotti di ramo I si confermano i meno cari, con valori tra l’1% e il 2%. L’Indicatore di costo pubblicato nei Kid rappresenta la riduzione attesa, in percentuale, dei rendimenti annui dell’investimento dovuta ai costi che gravano sul prodotto, sia una tantum (entrata) che ricorrenti (commissioni di gestione) o accessori (performance fee). A questo proposito i Kid delle polizze riportano anche le simulazioni di rendimento, sia in percentuale sia in euro, in diversi scenari di mercato (di stress, sfavorevole, moderato e favorevole) e di tempo di detenzione, sulla base di un investimento tipo di 10 mila euro. In questo modo è possibile avere un termine di paragone tra le varie offerte, come emerge dall’analisi di MF-Milano Finanza che ha raccolto le ipotesi di rendimento e di costo (sulla base dell’orizzonte temporale di detenzione consigliato) delle polizze multi-ramo offerte oggi dalle principali compagnie (tabella in pagina).
Intanto, come emerge dall’indagine Ivass con Università Bicocca e Doxa, i costi (67,5%) sono citati come la causa più importante, insieme alla scarsa comprensibilità, che spinge gli intervistati a non sottoscrivere polizze. Il set informativo dei prodotti assicurativi è considerato abbastanza comprensibile solo dal 34%, mentre più del 50% manifesta insoddisfazione. «Accrescere le conoscenze del consumatore è necessario per rendere efficaci le norme sulla trasparenza dei contratti. Non spiegazioni magari fin troppo dettagliate, se poi chi le riceve non ha gli strumenti per utilizzarle davvero», avverte Luigi Federico Signorini, presidente dell’Ivass. (riproduzione riservata)
Germini (Credemvita): la ricerca di stabilità spinge le formule miste
Con quasi 9 miliardi di euro raccolti solo a marzo secondo i dati Ania, le polizze Vita sono in ripresa spinte dalle multi-ramo, che hanno totalizzato la metà di questi flussi. Tre le nuove compagnie attive in questo comparto c’è Credemvita, del gruppo Credem, che ha appena debuttato nel segmento con la sua prima multi-ramo, Life Mix, polizza che può essere sottoscritta a distanza anche via web. Francesco Germini, direttore generale di Credemvita, spiega a MF-Milano Finanza le strategie del gruppo che per quest’anno Credemvita ha l’obiettivo di superare una raccolta lorda di 1 miliardo di cui una quota importante «ci aspettiamo deriverà dalla componente multiramo».
Domanda. Perché avete scelto di puntare su questo segmento?
Risposta. Il particolare periodo che ci troviamo a vivere ormai da più di un anno ha generato incertezza nella clientela, che si è tradotta nel bisogno di stabilità per far fronte a possibili esigenze straordinarie, senza però rinunciare alle opportunità che il mercato può offrire. Da qui il forte interesse verso queste forme di investimento. Le prospettive di crescita fanno intravedere, infatti, per il triennio 2021-23, una raccolta media annua a livello di sistema di 20 miliardi, con tassi di crescita media annua sempre a livello di sistema di circa il 7%. La multiramo rappresenta oggi un servizio trainante.
D. Quanto costa diversificare agli investitori che scelgono Credemvita?
R. Il valore aggiunto di questi prodotti è da inquadrare sia alla luce dei vantaggi civilistici e fiscali, tipici dei prodotti assicurativi, ma anche attraverso lo sviluppo di servizi opzionali e di protezione sui quali Credemvita ha investito negli ultimi anni. In questi ultimi anni abbiamo razionalizzato la componente dei costi. Le commissioni di gestione dei fondi sono variabili a seconda dei profili di investimento da 1,20% al 2,20%. La componente di gestione separata ha un costo variabile da 1% a 1,30%.
D. Come vengono assistiti gli investitori in base alla propensione al rischio?
R. L’utente può modulare il proprio investimento a seconda dei propri bisogni, dei diversi momenti di vita e del proprio orizzonte temporale, scegliendo tra sicurezza e performance, adattandolo nel tempo e al mutare della propria propensione al rischio. Dopo un anno dalla data di decorrenza della polizza è possibile cambiare componente garantita e di investimento.
D. Cosa succede se un cliente ritira i risparmi dall’investimento?
R. A seconda del prodotto sarà possibile riscattare totalmente o parzialmente la polizza dopo un anno dalla data di sottoscrizione. I costi di uscita sono variabili in base alla tipologia di prodotto scelto e in funzione degli anni di decorrenza.
D. E se invece vuole cambiare il paniere di fondi?
R. Si potrà effettuare liberamente il cambio tra fondi d’investimento. È importante ricordare che i prodotti Vita si inseriscono in una pianificazione di medio-lungo termine, e in questo senso possono avere una gestione più stabile delle scelte allocative, seppur con libertà di cambiare i portafogli. (riproduzione riservata)
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