Gli assicuratori stanno studiando il modo per incoraggiare i clienti a ridurre l’impronta di carbonio, inclusa l’opzione di applicare premi più bassi a chi si impegna concretamente nella lotta al climate change.

Polizze come quelle immesse sul mercato con la formula “pay-as-you-drive”, sono un primo esempio di prodotto che spinge gli automobilisti a ridurre il loro chilometraggio, ma alcuni dei maggiori assicuratori stanno cercando in modo più completo per premiare i clienti più virtuosi.

Le Generali da un decennio offrono assicurazioni pay-as-you-drive e pay-as-you-drive, ma ora stanno valutando l’opportunità di applicare uno sconto in polizza per i veicoli elettrici. Il chief financial officer Cristiano Borean ha detto al Financial Times che al momento si stanno valutando la frequenza dei sinistri e i costi di riparazione dei danni. Il piano è insomma ancora in fase iniziale e la sua evoluzione dipenderà dai dati raccolti.

Thomas Buberl, Ceo del gruppo Axa, molto sensibile al tema del climate change, ha più volte ricordato l’importanza dei comportamenti individuali. Un argomento che secondo il numero uno di Axa dovrebbe essere messo al centro della discussione, utilizzando anche forme premianti per le persone più attente. Tuttavia, prima dovranno essere sviluppate metodologie più precise ed efficaci per misurare l’impronta di carbonio di un individuo. Sebbene molti assicuratori abbiano promesso di concentrare i loro portafogli di investimento sulle società impegnate a ridurre le emissioni di carbonio in linea con l’accordo sul clima di Parigi, sono ancora in ritardo nell’applicare gli stessi criteri per quanto riguarda le politiche di sottoscrizione.

Qualcosa dovrebbe ben presto cambiare anche su questo punto, dopo che le sette maggiori economie del mondo si sono impegnate a dire basta agli investimenti nel carbone durante la due giorni dei ministri dell’Ambiente del G7 che si è chiusa venerdì 21 maggio. Sul piatto anche la conferma di voler contenere il riscaldamento globale al di sotto degli 1,5°C, in linea con l’accordo di Parigi. E, soprattutto, un altro obiettivo comune: entro il 2030 i 7 paesi proveranno a decarbonizzare per la maggior parte il loro mix elettrico.

“Riconoscendo che il continuo investimento globale nella produzione di energia da carbone senza sosta è incompatibile con il mantenimento della soglia di 1,5°C a portata di mano, sottolineiamo che gli investimenti internazionali nel carbone senza sosta devono cessare ora”. Così il comunicato finale del vertice. La tempistica in effetti è piuttosto stretta: l’impegno è cancellare gli investimenti nel carbone entro la fine del 2021.

Il documento finale dell’incontro tra i ministri dell’Ambiente del G7 cita poi altri capitoli essenziali per la lotta al cambiamento climatico, come il phase out degli HFC (idrofluorocarburi) e il taglio graduale dei sussidi ai combustibili fossili. Così come viene dedicato spazio alla mobilità sostenibile, tema importante in sede di G7 visto che i maggiori produttori di veicoli al mondo hanno sede in questi paesi. E anche alla tutela della biodiversità.

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