Matteo Tanzilli
Il tema della mobilità sharing, cioè la rivoluzione sostenibile e democratica che sta mutando l’aspetto delle nostre città, è strettamente legato alla gestione dei flussi di dati, dalla loro elaborazione, analisi e interpretazione che rappresentano un asset strategico per le pubbliche amministrazioni intente a disegnare e progettare le smart city del futuro in un’ottica più sostenibile e democratica. Tramite lo sharing infatti, è possibile ricevere enormi quantitativi di dati, direttamente dai mezzi su strada grazie ai loro IoT, consentendo il controllo in tempo reale del rispetto degli obblighi assunti dagli operatori di sharing, della verifica delle flotte dispiegate sul territorio e dell’osservanza di eventuali aree con servizio inibito. Si tratta di un tema radiografato in questi giorni a Torino durante il convegno Next Generation Mobility. In Italia, ad aprile 2021 il solo comparto della micromobilità contava circa 41mila monopattini sharing in oltre 30 comuni e gestiti da 10 operatori che rappresentano un data set potenzialmente molto rilevante per i decision maker pubblici. L’amministrazione Roma Capitale è una delle poche che ha infatti iniziato a estendere al mondo dello sharing la medesima logica di acquisizione dei dati di servizio e la loro elaborazione non solo in fase di controllo e monitoraggio ma anche per la programmazione futura dei servizi stessi come avviene già nel trasporto pubblico locale. A titolo esemplificativo, nel secondo semestre 2020, a fronte di un aumento rilevante delle flotte autorizzate di monopattini in sharing che sono passate da 8.000 a 16.000 veicoli attivi, è diminuito in modo sensibile il numero di noleggi giornalieri medi per veicolo passati da 1,7 a 1,25, maggiormente concentrati nelle aree centrali del territorio urbano. I dati acquisiti sulla distribuzione territoriale delle flotte sono altrettanto interessanti. Per quanto invece concerne i dati acquisiti sulla distribuzione territoriale delle flotte si è riscontrato che nelle aree centrali del territorio urbano si concentrano il 79% dei mezzi. L’analisi dei dati sopra richiamati rappresenta il punto di partenza per guidare le scelte di domani pianificando in maniera più consapevole i servizi urbani, la realizzazione di interventi ed infrastrutture. Con riferimento alla micromobilità, per esempio, è evidente la necessità di avviare procedure selettive volte alla riconfigurazione delle flotte e del numero di operatori autorizzati. Infatti, l’eccedenza di veicoli sul territorio rischia di determinare ricadute negative sul decoro urbano e pregiudicare l’utilizzo degli spazi da parte dei pedoni. Al contempo è necessario incentivare politiche di bilanciamento della flotta che consentano uno sviluppo del servizio anche nelle aree periferiche della città. Nell’immediato futuro, un’idea potrebbe essere quella di centralizzare in un’unica piattaforma nazionale la convergenza dei dati rilevati simultaneamente su sharing, traffico, trasporto pubblico locale a beneficio degli stakeholers pubblici. Infatti, la valutazione di questi dati potrebbe portare ad una ottimizzazione dei costi, dei flussi di traffico, della sicurezza, dei parcheggi fino alla previsione degli incidenti e della guida in modalità autopilot nelle smart city del futuro. Un esempio virtuoso di come pubblico e privato insieme possano creare valore condiviso. (riproduzione riservata)
presidente di Assosharing
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