Il superbonus introdotto dal decreto rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 (è stato già anticipato che se ne valuterà un’eventuale proroga nella prossima manovra finanziaria) per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, ha costituito oggetto di forte attenzione anche da parte del settore assicurativo. Va ricordato in primo luogo come nella previsione normativa vi siano riferimenti specifici al settore assicurativo ricordando come, in caso di cessione del credito a una compagnia e di contestuale stipula di una polizza che copre il rischio di eventi calamitosi relativamente a unità immobiliari ad uso abitativo, la detrazione per i relativi premi spetta nella misura del 90% (il regime ordinario per le polizze catastrofali è la detrazione al 19% del premio assicurativo senza limiti di monte premi).
La misura appare particolarmente efficace in un Paese come il nostro che, nel panorama europeo, è il più esposto al rischio di terremoti e alluvioni (il tema è contemplato anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza trasmesso dal nostro Governo alla Commissione europea) e quello con la più ampia quota di ricchezza (oltre due terzi) investita in case e immobili. Solo però il 48% delle unità abitative è coperto da una polizza assicurativa contro l’incendio, sottolinea l’Ania, e solo il 4,5% delle stesse è protetto da polizza per eventi catastrofali. È utile anche ricordare come la Commissione europea ha di recente adottato una nuova strategia dell’Ue di adattamento ai cambiamenti climatici in cui suggerisce di colmare il «gap di protezione climatica» determinato dalla parte dei costi derivanti dalle catastrofi naturali non coperta da un’assicurazione (si stima che le perdite economiche da eventi meteorologici conteggiate in Ue superino una media di 12 miliardi di euro l’anno). Bruxelles sottolinea che oggi tale copertura, a livello europeo, va da un minimo del 5% a un massimo del 35% del totale dei danni, mentre l’industria assicurativa ha calcolato che ogni punto percentuale in più di copertura potrebbe ridurre i costi globali a carico della fiscalità generale del 22%. La Commissione europea propone allora di promuovere il più possibile schemi assicurativi nazionali contro le catastrofi naturali e di potenziare il lavoro di monitoraggio e coordinamento già in corso a livello Ue, annunciando la sua intenzione di avviare un dialogo approfondito con le parti interessate a partire dalle imprese assicuratrici. Il decreto rilancio prevede ancora come i soggetti responsabili delle attestazioni e asseverazioni debbano stipulare una polizza di responsabilità civile con massimale adeguato al numero delle attestazioni o asseverazioni rilasciate e agli importi degli interventi non inferiore comunque a 500 mila euro al fine di garantire ai proprio clienti e al bilancio dello Stato il risarcimento dei danni eventualmente provocati dall’attività prestata. Come si sta posizionando il mercato assicurativo? Molte compagnie (si citano per esempio Generali, Unipol, Reale Mutua, Axa, Cattolica) sono entrate nel settore dell’acquisto della cessione del credito di imposta del 110% attivando le opportune sinergie con l’offerta assicurativa sia in modo direttamente collegato con le coperture sopra citate che in senso più ampio. Si guarda poi con attenzione al superbonus per rimodellare l’offerta di prodotti e servizi dedicata all’ecosistema Property e come occasione di relationship con il comparto del «sistema casa», tradizionalmente pioniere della ripresa economica. (riproduzione riservata)
Carlo Giuro
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