Secondo il Rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato da Bankitalia, nella seconda metà del 2020 il mercato assicurativo italiano ha mostrato segnali di ripresa rispetto a
quanto osservato nei primi mesi della crisi generata dalla pandemia.
L’indice di solvibilità medio delle compagnie è salito al 243 per cento, raggiungendo un livello superiore rispetto a quello della fine del 2019 (235 per cento). Il miglioramento per lo più deriva dall’incremento di valore degli attivi dovuto alla ripresa del corso dei titoli; la dotazione patrimoniale delle compagnie ha beneficiato anche del contenimento della distribuzione dei dividendi conseguente alle raccomandazioni dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) di adottare politiche prudenti in materia.
Alla fine del 2020 la redditività era circa il 12 per cento, in leggera diminuzione rispetto al 2019. Il ROE nel settore vita era l’11 per cento, in calo di oltre 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente; la minore redditività è stata principalmente causata dalla flessione della raccolta premi, solo in parte controbilanciata dalle riprese di valore degli attivi. La riduzione del rapporto tra oneri e spese di gestione e premi di competenza (combined ratio), dovuta anche agli effetti delle misure restrittive conseguenti all’emergenza sanitaria, si è riflessa positivamente sul ROE del settore danni (pari al 12 per cento) in aumento di 3 punti percentuali rispetto alla fine del 2019; gli oneri per i sinistri non hanno risentito dell’amplificazione dei rischi determinata dalla pandemia, data la limitata diffusione in Italia di contratti che forniscono tali coperture assicurative.
Gli utili attesi dagli analisti per il mercato assicurativo, italiano ed europeo, ad aprile del 2021 sono in linea con i livelli precedenti la pandemia; in rialzo anche i corsi azionari delle compagnie assicurative che risultano superiori a quelli della fine del 2019.
A dicembre del 2020 gli investimenti con rischi di mercato a carico delle compagnie italiane erano aumentati del 7 per cento rispetto a giugno, arrivando a 834 miliardi; i portafogli rimanevano concentrati soprattutto in titoli pubblici, in misura largamente superiore alla media europea (52 per cento del portafoglio, a fronte del 28 a livello europeo).
Gli investimenti in obbligazioni private, pari al 20 per cento del portafoglio, erano costituiti in prevalenza da titoli emessi da imprese non finanziarie estere. Il 23 per cento delle esposizioni in obbligazioni private era verso settori particolarmente colpiti dalla pandemia; per tali investimenti, più esposti agli effetti della crisi, nel secondo semestre del 2020 la quota di esposizioni con rating BBB si è ridotta di 2 punti percentuali (al 47 per cento, dal 49 di giugno del 2020) e sono aumentate di un punto percentuale le quote sia dei titoli high yield sia dei titoli privi di rating; è rimasta stabile quella delle esposizioni con rating A o superiore (38 per cento).
La contrazione dello spread BTP-Bund si è riflessa positivamente sulle plusvalenze latenti nette delle compagnie, che a marzo del 2021 ammontavano a 86 miliardi, in crescita di 15 miliardi rispetto ai valori di fine 2019.
Il grado di liquidabilità degli attivi del settore assicurativo italiano resta adeguato: l’indicatore dato dal rapporto tra gli attivi liquidi e il totale delle attività (liquid asset ratio)
25 a dicembre del 2020 era pari al 64 per cento, stabile rispetto a giugno.
Nel comparto vita il rapporto tra l’onere per riscatti e i premi si è mantenuto su valori storicamente contenuti; a marzo del 2021 è leggermente diminuito nel confronto con l’anno precedente, passando dal 44 al 43 per cento, per effetto di una maggiore crescita della raccolta premi rispetto all’aumento dei riscatti.
Dal monitoraggio sulla posizione di liquidità condotto dall’Ivass (cfr. il riquadro: L’avvio
del monitoraggio sui rischi di liquidità del settore assicurativo, in Rapporto sulla stabilità finanziaria, 2, 2020) non emergono tensioni nelle previsioni delle compagnie italiane sui flussi netti per orizzonti temporali a breve termine.
Le imprese di assicurazione rimangono tuttavia esposte ai rischi derivanti dal perdurare di bassi tassi di interesse. A livello nazionale le compagnie del settore vita hanno reagito riducendo gradualmente le garanzie offerte. Nel 2020 la quota della raccolta dei prodotti vita tradizionali con un rendimento minimo garantito è diminuita di 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, mentre è aumentata di 3 punti percentuali quella dei prodotti per i quali il rischio di investimento ricade tutto o in parte sui contraenti. L’incidenza sulle riserve matematiche delle polizze vita con garanzia di rendimento pari o inferiore all’1 per cento è salita al 72 per cento, dal 67 del 2019.
Approfondimenti sui principali rischi del mercato assicurativo saranno oggetto dell’esercizio di stress test condotto dall’EIOPA, che coinvolgerà da maggio a dicembre di quest’anno i principali gruppi assicurativi europei. Le analisi hanno l’obiettivo di verificare la resilienza del settore assicurativo a uno scenario avverso applicato ai dati di fine 2020. Gli shock saranno di natura finanziaria e assicurativa; per la prima volta verrà valutato anche l’impatto sulla posizione di liquidità prospettica a breve termine.
Nei pareri per la revisione della direttiva Solvency II29, trasmessi nel 2020 alla Commissione europea, l’ESRB e l’EIOPA hanno incluso proposte che sottolineano l’importanza di un ampliamento degli strumenti di contrasto ai rischi sistemici e la definizione di un quadro normativo per il risanamento e la risoluzione delle crisi delle compagnie.