Colonial Pipeline ha una cyber assicurazione intermediata dal broker Aon, con i Lloyd’s di Londra e gli assicuratori AXA XL e Beazley tra i sottoscrittori, secondo quanto riporta Reuters.
Colonial Pipeline, come noto, aveva subito un cyberattacco (ransomware)che aveva fermato 2,5 milioni di barili al giorno di spedizioni di benzina, diesel e jet fuel. Si è trattato del più dirompente attacco informatico mai avvenuto sulle infrastrutture energetiche degli Stati Uniti.
In seguito ha iniziato a riavviare la rete di oleodotti dopo aver pagato agli hacker quasi 5 milioni di dollari di riscatto secondo quanto riporta Bloomberg. L’FBI aveva fin da subito scoraggiato il pagamento del riscatto, poiché non vi è alcuna garanzia che gli hacker mantengano le promesse di sbloccare i sistemi una volta avvenuta la transazione. Fonti vicine alla stessa Colonial Pipeline avevano escluso la possibilità di effettuare il pagamento, ma evidentemente la pressione era diventata troppo pesante da sopportare.
Secondo l’Insurance Insider la copertura assicurativa sarebbe di almeno 15 milioni di dollari. L’assicurazione cyber copre anche il pagamento del riscatto e gli assicuratori spesso forniscono personale per negoziare con gli hacker, oltre a servizi informatici e di pubbliche relazioni.