di Andrea Giacobino
L’imminente udienza al tribunale di Milano sul decreto ingiuntivo richiesto da Net Insurance -compagnia assicurativa specializzata nella cessione del quinto prima che fosse rilevata dalla spac Archimede e poi fusa in quest’ultima- ha provocato da parte di Augusto, società partecipata dalla Sator di Matteo Arpe e dalle famiglie Amenduni e Roveda e controllante di Aedes siiq e Restart, la richiesta di adire al concordato con riserva. La decisione è motivata in un ricorso in cui viene spiegato come la crisi della società sia legata all’emissione nel 2017 del bond «Augusto Float 04/30/20» in scadenza nell’aprile 2020 per un valore nominale di 10 milioni di euro, tuttora non rimborsato. Come collaterale, Augusto aveva depositato circa 5 milioni d’azioni Aedes siiq in favore di una società riconducibile al broker Gianluigi Torzi, arrestato alcuni giorni fa a Londra per autoriciclaggio e coinvolto nel recente scandalo dell’immobile londinese che ha toccato il Vaticano. Torzi, unico sottoscrittore iniziale del bond, non ha restituito le azioni e ha trasferito il prestito a due società del gruppo Net Insurance. Augusto a quel punto ha imposto a quest’ultima la restituzione dei titoli e ne è insorto un contenzioso culminato con il decreto ingiuntivo. «La società» si legge nel ricorso «si trova esposta al rischio che i sedicenti obbligazionisti, la cui titolarità dei bond è contestata in radice da Augusto, si muniscano di titoli esecutivi e necessita del tempo necessario a predisporre un piano per la risoluzione dell’attuale fase di temporanea tensione finanziaria». La situazione contabile d’Augusto a fine aprile evidenziava perdite tali da intaccare il capitale di oltre un terzo, a 1,8 milioni. (riproduzione riservata)
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