Lo stabilisce la sentenza n°14515 del 2020 della quarta sezione penale della Corte di Cassazione depositata il 12 maggio 2020 decidendo su un omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale.

di V. VERNALEONE e MR. OLIVIERO

L’automobilista medio incorre spesso nell’errore di ritenere che nell’ipotesi in cui, alla guida della propria vettura, sia coinvolto in un sinistro su una strada normalmente trafficata, vada esente da responsabilità penale qualora dimostri in giudizio di aver rispettato i limiti di velocità.

In realtà non è così.

Perché se è pacifico, almeno in teoria, che rispettando i limiti di velocità un automobilista possa ridurre notevolmente le probabilità di rimanere coinvolto in un sinistro stradale, è anche vero che il codice della strada impone all’automobilista una serie di adempimenti. Uno dei più importanti è proprio la riduzione della velocità rispetto ai limiti, qualora le condizioni di tempo, di luogo, del veicolo stesso e del traffico presentino caratteristiche che richiedano l’adozione di particolari attenzioni e maggiori cautele.

Quello che ogni singolo automobilista non può conoscere è il limite di velocità adeguato ad ogni specifica situazione che potrebbe coinvolgerlo. Considerata l’infinita casistica di situazioni che si possono verificare questo dato può essere influenzato da innumerevoli variabili. Ad esempio, in caso di sinistro può essere ritenuta eccessiva anche una velocità inferiore al limite ordinario di 50 chilometri all’ora stabilito per la guida nei centri abitati. E nonostante la condotta rispetti le norme del codice della strada può essere posta a fondamento di una condanna penale dell’automobilista, laddove le circostanze di fatto che attengono allo stato dei luoghi e del traffico avrebbero dovuto imporre una velocità inferiore.

Prossimamente, su ASSINEWS, approfondiremo il caso che riguarda un fatto avvenuto a marzo 2007, quando l’imputato del processo penale, che si trovava alla guida di una automobile, viaggiando a una velocità inferiore ai 50 chilometri all’ora, in pieno centro abitato, con manto stradale bagnato dalla pioggia, aveva investito una donna che attraversava a piedi le strisce pedonali. La donna era stata sospinta sul cofano della vettura investitrice. Urtando il parabrezza era caduta al centro della strada, dove era stata investita da un altro automobilista che sopraggiungeva nella stessa direzione di marcia dell’imputato.

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