Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Privacy e misure antiCovid possono convivere. L’equilibrio in azienda si può raggiungere in cinque mosse:
– un modello di avviso generale sugli obblighi e le precauzioni anti-contagio;
– l’autodichiarazione dei dipendenti, fornitori e visitatori;
– l’informativa per la misurazione della temperatura corporea;
– le istruzioni di sicurezza per rispettare la dignità delle persone sintomatiche in caso di isolamento temporaneo;
– la designazione degli autorizzati incaricati di misurare la temperatura e raccogliere le autodichiarazioni.
È questo il kit di modelli proposto ai datori di lavoro per gestire l’emergenza antiCovid sui luoghi di lavoro, elaborato dall’associazione Federprivacy e messo a disposizione dei professionisti e degli operatori del settore.
Le garanzie concesse dal fondo di garanzia non sono per tutti o, meglio, alcune sono appannaggio solo di quelle imprese che hanno subito danni certi in conseguenza dell’emergenza Covid-19. È questo il caso dei finanziamenti concessi fino a 25 mila euro, per accedere ai quali le pmi, i professionisti e gli esercenti arti e professioni sono tenuti a dichiarare che «l’attività d’impresa del soggetto beneficiario finale è stata danneggiata dall’emergenza Covid-19». Il problema, al momento, è che i soggetti beneficiari sottoscrivono la dichiarazione quasi al buio, in quanto non esiste una definizione univoca di «impresa danneggiata». Anzi, laddove la stessa è stata ipotizzata, come per esempio nelle bozze di conversione del dl Cura Italia per i 600 euro agli autonomi, dove era stata ipotizzata una soglia rappresentata dal calo del 33% del fatturato rispetto al trimestre precedente. Nel caso delle richieste per i finanziamenti della Cassa depositi e prestiti, invece, il danno minimo richiesto corrisponde a «una riduzione del fatturato del 10% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente».
Con l’emergenza Covid-19 le compagnie assicurative stanno sviluppando soluzioni per fronteggiare la situazione: per esempio con polizze ad hoc o con estensioni di quelle esistenti per supportare economicamente chi è colpito dal virus, offrendo anche servizi telefonici o video consulti con medici per valutare i sintomi e avere indicazioni su come comportarsi.
A confermarlo è anche un’analisi di Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), che rileva che le compagnie si sono attivate in vario modo per rispondere alle nuove esigenze delle famiglie: per esempio alcune compagnie hanno esteso, gratuitamente e in via temporanea, garanzie e servizi presenti nelle polizze sanitarie, per riconoscere agli assicurati colpiti dal virus diarie giornaliere in caso di quarantena domiciliare e indennizzi in caso di ricovero in terapia intensiva, o hanno inserito nuovi servizi, o messo a punto prodotti dedicati.
I comparti sanità, patrimonio e beni diversi costituiscono un mondo con dinamiche completamente differenti rispetto a quello dell’Rca sui veicoli. Tendenze e novità di un settore dove si affermano soluzioni su misura
Parla l’ad di Axa Patrick Cohen: ” Da teleconsulto medico gratuito alla diagnostica, siamo stati pionieri in campi innovativi. La nostra rete per sostenere la ripresa”.
Oggi in una situazione di emergenza, vogliamo essere parte della soluzione… E’ questo il principio che ha ispirato Patrick Cohen, amministratore delegato di Axa Italia, nel definire le iniziative per far fronte a questo difficile momento. «La nostra priorità sarà quella di offrire al nostri collaboratori un ambiente di lavoro completamente sicuro, bisognerà essere prudenti e l’utilizzo dello smart working resterà importante», spiega.
Assiteca, broker con oltre 4.500 clienti, avverte che sono diversi i rischi che d’ora in poi le aziende si troveranno a fronteggiare.
“Nella fase 2 potrebbe scattare, a causa dell’inasprimento del contesto economico, la caccia ai ‘colpevoli’ in caso di danni. Sarà quindi importante che le aziende ben valutino di proteggersi con polizze a favore di società, soci, amministratori e di tutela legale a copertura delle spese.
- Ermotti entra in Swiss Re dopo l’addio a Ubs
Ha guidato il colosso bancario svizzero Ubs per nove anni ma, appena una settimana dopo aver concluso l’avventura, Sergio Ermotti avrebbe già di fronte una nuova sfida al vertice di un altro santuario della finanza elvetica. Si tratta del gigante delle riassicurazioni Swiss Re, di cui il banchiere nato a Lugano, ex vice amministratore delegato di Unicredit (dal 2007 al 2010), è appena divenuto consigliere indipendente. Secondo il tam tam finanziario sarebbe però designato a diventare presidente il prossimo anno, quando Walter Kielholz farà un passo indietro al compimento dei 70 anni. A capo della finanza del settore reinsurance del gruppo è invece stata recentemente promossa un’italiana, Claudia Cordioli, che prima era responsabile delle attività europee.
- L’obiettivo di Bper, tallonare i big
Nell’operazione Intesa-Ubi il gruppo emiliano vede l’occasione per salire al quarto posto. Il peso dell’aumento del capitale
- Mutui e prestiti, tempo di stop alle rate contro il rischio default delle famiglie
Nelle prime settimane dopo il varo del Dl «cura Italia» sono state oltre 162mila le moratorie concesse su mutui e prestiti. Un congelamento delle rate, sempre più richiesto dalle famiglie, per avere maggiore liquidità e far fronte alle nuove forme di disagio economico emerse all’interno dei nuclei familiari dopo il lockdown imposto dall’emergenza Covid-19. Il trend è in crescita, come confermato dai numeri diffusi di recente dal ministero dell’Economia: al 17 aprile si contavano già 600mila domande di moratoria da parte di famiglie che riguardano prestiti per 36 miliardi.
- Contagi da coronavirus senza impatto sul tasso infortunistico dell’azienda
L’articolo 42 del Dl 18/2020 (convertito dalla legge 27/2020, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale 110 del 29 aprile, supplemento ordinario 16), ha previsto importanti disposizioni sulla competenza Inail relativa alla gestione dei lavoratori affetti da coronavirus: nei casi accertati di infezione da Sars- CoV-2 in occasione di lavoro, il medico certificatore deve redigere il normale certificato di infortunio e inviarlo telematicamente all’Inail che assicura la tutela dell’infortunato. È stato normativamente disposto, dunque, che il periodo di astensione dal lavoro determinata da infezione da coronavirus contratta in occasione del lavoro (comprensivo del periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria dell’infortunato con la conseguente astensione dal lavoro), fosse di diretta competenza dell’istituto assicurativo. L’Inail stesso, il 3 aprile, ha diffuso una dettagliata circolare (la 13 del 2020) per disciplinare anche dal punto di vista operativo la gestione dei casi Covid 19.
- Il datore deve fare la denuncia all’Inail entro due giorni
La sostanziale equiparazione del contagio da Covid 19 a un infortunio sul lavoro impone anche al datore di lavoro una serie di adempimenti da espletare secondo le tempistiche previste dalla normativa in campo infortunistico. In particolare, i datori di lavoro pubblico o privato assicurati all’Inail, devono effettuare, come per gli altri casi di infortunio, la denuncia-comunicazione di infortunio in base all’articolo 53 del decreto del Presidente della Repubblica 11247 del 30 giugno 1965. Come per gli altri casi di infortunio, il datore di lavoro dovrà fare la denuncia compilando, nel caso di contagio da nuovo coronavirus l’apposito campo «malattia infortunio» presente nell’applicativo relativo alla denuncia di infortunio online con facoltà di compilazione dei campi «data inizio prognosi» e «data fine prognosi».
- L’esperto di pandemia di Munich Re: “Qualcosa come la corona può accadere ogni 20-30 anni”.