di Massimo Galli
Svezia, Belgio e Danimarca hanno i migliori sistemi pensionistici del mondo. Il sistema italiano si posiziona al diciottesimo posto, battendo diversi paesi europei come la Germania e la Francia. L’Italia ha comunque un punteggio superiore alla media in termini sia di adeguatezza che di sostenibilità, posizionandosi nella top ten. È quanto emerge dalla prima edizione del Global pension report di Allianz, che ha analizzato la situazione dei sistemi previdenziali globali attraverso il nuovo indicatore pensionistico proprietario, l’Allianz Pension Indicator. Partendo dai prerequisiti demografici e fiscali, vengono esaminati i sistemi pensionistici nelle due direttrici più rilevanti: la sostenibilità e l’adeguatezza.
Lo studio spiega che le riforme pensionistiche varate finora hanno dato i loro frutti e che soprattutto l’aumento dell’età media di pensionamento ha stabilizzato il sistema. Non ci sono molte leve su cui agire per migliorare ulteriormente il risultato dell’Italia, dove peraltro le aliquote di contribuzione e i benefit ratio sono relativamente alti: in Italia si pagano le pensioni pubbliche più elevate d’Europa in termini di reddito medio. Il tallone d’Achille è rappresentato da due elementi: la mancanza di spazi di manovra finanziario (e questo anche prima della pandemia) e il rapido invecchiamento della popolazione. Entro il 2050 soltanto Spagna e Grecia avranno un indice di dipendenza degli anziani più alto rispetto all’Italia (69%). Alla luce di questo scenario, probabilmente il modo più efficace per mettere in sicurezza il sistema dal punto di vista demografico non è modificarlo ulteriormente, quanto migliorare le opportunità di lavoro per le persone meno giovani.
«Negli ultimi anni la demografia e le pensioni sono passate in secondo piano rispetto ad altre tematiche, tra cui in primo luogo il cambiamento climatico, e oggi la lotta all’epidemia di Covid-19», sottolinea Ludovic Subran, chief economist di Allianz. «Però ignorare la demografia è un rischio: il cambiamento demografico avrà infatti delle conseguenze. Disinnescare l’imminente crisi pensionistica e preservare l’equità e l’uguaglianza generazionale sono aspetti fondamentali per creare società forti e inclusive».
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