di Anna Messia
Si allarga il cerchio dell’ingarbugliata vicenda dei 26,6 milioni di Btp sottratti a Net Insurance. A essere coinvolta è ora anche la siiq Aedes, che a questo punto potrebbe essere portata in giudizio dalla compagnia di assicurazione. In filo conduttore della vicenda sembra fare capo a Gianluigi Torzi, italiano con società in Inghilterra, il cui nome è emerso in relazione agli affari degli immobili del Vaticano a Londra ma anche alla questione della Popolare di Bari (da cui il manager si è però più volte chiamato fuori). La storia riguarda un pacchetto cospicuo di titoli di Stato che sono misteriosamente spariti dalle casse di Net Insurance prima che, nel 2018, la compagnia assicurativa specializzata nella cessione del quinto fosse rilevata dalla spac Archimede e poi fusa in quest’ultima. Per risolvere la questione l’amministratore delegato di Net Insurance, Andrea Battista, a fine 2019 aveva trovato una soluzione: un accordo con la controparte che, dietro promessa di mantenere il riserbo sul nome, avrebbe restituito a rate i 26,6 milioni entro la fine del 2020. In effetti 8 milioni sono stati restituiti ma nel frattempo il nome della controparte è venuto fuori con la pubblicazione sul sito Internet inglese Law360, nel quale vengono registrate tutte le cause legali aperte nel Paese, della controversia aperta tra Net Insurance e Torzi. E anche il piano di rimborso ha avuto uno stop. Ieri la compagnia ha comunicato che il 30 aprile è scaduta senza essere rimborsata l’obbligazione «Augusto Float 04/30/20» dal valore nominale di 10 milioni. Un titolo che era stato consegnato a Net Insurance dalla controparte nell’ambito del piano di rimborso dei 26,6 milioni. Un bond emesso da Augusto spa, società partecipata da Sator e dalle famiglie Amenduni e Roveda, che detiene a sua volta la maggioranza della siiq immobiliare Aedes, quotata a Piazza Affari. Il mancato rimborso nulla ha a che fare con la solidità finanziaria di Augusto spa, che anzi il 24 aprile ha confermato il supporto finanziario ad Aedes per circa 35,6 milioni a sostegno del piano di rafforzamento patrimoniale di 60 milioni. «L’emittente ha motivato il mancato rimborso con l’inadempimento da parte del sottoscrittore originario del prestito obbligazionario, consistente nella mancata restituzione di alcuni titoli azionari di proprietà dell’emittente stessa e che quest’ultima avrebbe dovuto depositare su conti bancari aperti a proprio nome, secondo le modalità dalla stessa prescelte e in ottemperanza ai propri obblighi previsti nel regolamento del bond, dalla stessa approvato», hanno spiegato da Net Insurance.
In pratica Aedes non avrebbe rimborsato il prestito perché il sottoscrittore iniziale del bond non avrebbe restituito azioni di Aedes che avrebbe ricevuto come collaterale. La stessa Aedes, su richiesta di Consob, ha dato ulteriori delucidazioni sulla vicenda spiegando che lo stato di incertezza «dipende dall’inadempienza di un intermediario inglese presso il quale sono depositate 5.020.618 azioni Aedes di proprietà di Augusto». Le tracce tornano quindi verso l’Inghilterra. Intanto Net Insurance ha fatto sapere di ritenere «prive di fondamento le motivazioni» addotte da Augusto «che, tra l’altro, riguardano rapporti tra l’emittente e una parte terza e la compagnia avvierà immediatamente tutte le azioni legali per la tutela dei propri diritti». (riproduzione riservata)
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