di Carlo Brustia
I ricoveri in terapia intensiva andranno a zero già entro maggio in Italia, il coronavirus ha iniziato la sua fase discendente e tenderà a scemare entro l’estate. Gli attuari scendono in campo nella lotta all’emergenza sanitaria con la loro lettura statistico-attuariale del fenomeno. I professionisti, che tra le altre cose si occupano per esempio di calcolare il rischio di un incidente o di una catastrofe nel tempo, determinano le tariffe assicurative o verificano se un ente previdenziale potrà ancora pagare le pensioni tra 50 anni, hanno guardato questa volta dentro i numeri di contagiati e guariti dal Covid-19, tracciando diversi scenari.
In Italia il coronavirus, «nell’ipotesi di continuità degli attuali trend e di assenza di ulteriori ondate, tenderà a scemare entro l’estate, al più con una coda che nella peggiore delle ipotesi non dovrebbe superare la metà di luglio, mentre il numero di ricoveri in terapia intensiva tenderà allo zero già da fine maggio», sostiene Giampaolo Crenca, presidente del consiglio nazionale degli attuari, ma occorre essere consapevoli che la certezza assoluta e l’omogeneità sui dati raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Istituto Superiore di Sanità non sono scontate a priori, in particolare sul numero dei casi e dei decessi. I primi risultati del loro lavoro, basato sui dati ufficiali (Oms e Iss-Istituto Superiore di Sanità) rilevano che l’84% dei decessi per il Covid-19 riguarda persone dai 70 anni in su, oltre il 95% dai 60 in su. Il fenomeno, che ha un’incidenza piuttosto limitata nel Centro-Sud, evidenzia un positiva e costante diminuzione del numero delle persone in terapia intensiva: circa 4.100 un mese fa, circa 1.300 oggi. «Se il calo procederà con questo ritmo, che appare consolidato, questo dato molto rilevante dovrebbe scemare in un tempo relativamente breve, ragionevolmente entro la fine di maggio», sottolineano i professionisti. Il virus ha oggi coinvolto circa 180 Paesi e per fortuna non ha ancora toccato in modo molto intenso alcune zone del mondo quali Sudamerica, Africa, parte dell’Asia e l’Europa dell’Est, anche se Africa e Sudamerica cominciano ad aumentare il loro ritmo di crescita.
Mentre buone notizie arrivano per l’Italia dove c’è una diminuzione di alcuni indicatori italiani rispetto agli altri Paesi, soprattutto in Europa. Fino a qualche giorno fa avevamo in Italia il 15% dei casi e il 25% dei decessi registrati nel mondo; 10 giorni fa erano l’8,5% e il 17,5%; oggi siamo al 6,1% e 12,0%. «È presumibile un’ulteriore discesa nei prossimi giorni, perché in una larghissima parte degli altri Paesi l’epidemia tendenzialmente continua a crescere, essendo nella fase ascendente della curva; in Italia, invece, è cominciata una graduale discesa», dicono gli analisti. (riproduzione riservata)
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