di Anna Messia
Per Generali la distribuzione del dividendo resta la priorità e ad oggi ci sono le condizioni per pagare anche la seconda tranche della cedola (quella a valere sul bilancio 2019) prevista per fine anno. Lo ha chiarito ieri il management del gruppo assicurativo italiano, illustrando il bilancio del primo trimestre dell’anno, chiuso con un risultato operativo in crescita del 7,6% a 1,45 miliardi e un utile netto in calo da 744 milioni (gennaio-marzo 2019) a 113 milioni di euro a causa del Covid-19.
«I primi tre mesi dell’anno evidenziano una buona performance operativa e confermano la solidità patrimoniale», ha dichiarato il chief financial officer della compagnia triestina Cristiano Borean. «Il risultato netto risente delle svalutazioni derivanti dall’attuale andamento dei mercati finanziari a seguito del diffondersi su scala globale della pandemia». Borean ha aggiunto che l’ultima misurazione del Solvency II del Leone, effettuata il 19 maggio scorso, segnava un valore di circa il 190%. Tale livello rientra nell’intervallo tra il 180 e il 240% che il gruppo guidato dal ceo Philippe Donnet ha indicato come obiettivo di riferimento e che, se mantenuto, consentirà a Generali di pagare la seconda tranche del dividendo. Dopo l’invito delle autorità di vigilanza alla prudenza il big assicurativo triestino, come noto, ha deciso di scindere in due tranche la cedola, che complessivamente è di 0,96 euro per azione. Una prima tranche di 0,5 euro è già stata pagata, mentre il saldo di 0,46 euro, se le condizioni lo consentiranno, verrà versato entro fine anno. La decisione verrà presa dal cda intorno a metà novembre, ha aggiunto il Borean, sottolineando che «allo stato attuale si può dire che stiamo rispettando il nostro risk/appetite framework».
Anche il general manager del gruppo, Frédéric de Courtois, ha ribadito che il dividendo resta una priorità per il Leone e riguardo all’andamento del 2020 ha sottolineato che le Generali «sono entrate in questa crisi legata al coronavirus con un livello molto elevato di Solvency e di liquidità, oltre che di redditività tecnica. Il che ci mette in una posizione di forza» per affrontare al meglio la situazione.
Nei primi tre mesi l’utile netto è stato spinto al ribasso (-85%) in particolare da 655 milioni di svalutazioni su investimenti dovute al crollo dei mercati oltre che dal fondo straordinario internazionale di 100 milioni che il gruppo ha creato per far fronte all’emergenza sanitaria. Mentre la componente industriale, ovvero premi (19,1 miliardi, +03%) e risultato operativo, hanno continuato a crescere. Riguardo alle svalutazioni, Borean ha sottolineato che la compagnia sta mettendo in campo azioni per ridurre la volatilità. Mentre sulle previsioni per l’anno in corso l’incertezza resta alta, in particolare per i sinistri, e al momento è difficile fornire un’indicazione precisa sull’impatto del Covid-19, hanno fatto sapere da Trieste. L’appuntamento è per l’Investor Day di novembre. La compagnia ha anche assicurato residenze per anziani in Italia, ma «non ci sono motivi di preoccupazioni», ha detto de Courtios, aggiungendo che Generali registrerà probabilmente un impatto negativo sul risultato operativo dal Covid, ma rispetto ai concorrenti ha un modello di business diversificato. Sulle compagnie-viaggio, per esempio, si attende una frenata significativa, ma per Europe Assistance, la società del gruppo specializzata nel settore (da cui si stimano 40 milioni di sinistri lordi), l’impatto sarà minore rispetto ai concorrenti. (riproduzione riservata)
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