di Luisa Leone e Andrea Pira
Ci sono anche i Pir Alternativi, come anticipato da MF-Milano Finanza, nel decreto economico andato in pre-Consiglio dei ministri ieri a tarda sera. Nel dl omnibus il rinnovo delle misure emergenziali, dalla cig al bonus babysitter, e il fondo Cdp per le grandi imprese. Ma anche la sterilizzazione di 20 miliardi di clausole Iva che sarebbero dovute scattare dal prossimo anno e il rinvio di plastic e sugar tax.
Intanto non tutte le tensioni interne alla maggioranza sono state neutralizzate, tanto che il pre-Consiglio dei ministri, previsto per ieri mattina, è slittato al primo pomeriggio. La misura si inserisce nella attuale normativa sui Piani Individuali di Risparmio, prevedendo che accanto ai Pir attuali un investitore possa sottoscrivere anche un nuovo Pir, che prevede esplicitamente la possibilità di investire in aziende non quotate, e strumenti di debito o credito per le piccole e medie imprese italiane o europee. Il governo, come anticipato da MF-Milano Finanza il 5 maggio, per confezionare le norme ha seguito come canovaccio una proposta di Assogestioni che immaginava i Pir Alternativi come fondi chiusi, dai rendimenti esentati dal prelievo fiscale, con un orizzonte minimo di almeno cinque anni e dedicati a una clientela di segmento più alto di quella tipica dei Pir tradizionali, affluent o altre classi di clienti private. Nella bozza di decreto non sono previsti limiti vincolanti, lasciando la possibilità di costituire i Nuovi Pir come Oicr aperti, contratti di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione o tramite Fia, tra cui Eltif, private equity, private debt e fondi di credito. Chi investirà nei nuovi Pir potrà contare su un investimento massimo detassabile fino a 150 mila euro l’anno per una soglia massima di 1,5 milioni complessivi, mantenendo l’agevolazione sul Pir tradizionale a 30 mila euro annui e 150 mila complessivi. In pratica ogni investitore potrà sottoscrivere un Pir tradizionale e un nuovo Pir con i limiti da esenzione sul capital gain appena descritti. L’altra novità è poi la soglia di concentrazione, che viene alzata al 20% rispetto quella del 10% dei Pir tradizionali. Nel decreto entra l’eliminazione del saldo-acconto dell’Irap per tutte le aziende fino a 250 milioni di fatturato, come annunciato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, così come chiesto dalla Confindustria.
Nella bozza di decreto andato in pre-Consiglio c’è anche lo stop alla prima rata dell’Imu per le strutture alberghiere e niente tassa per occupazione del suolo pubblico per le imprese di pubblico esercizio, come bar e ristoranti. Già da inizio giugno saranno erogati dall’Agenzia delle Entrate i primi contributi a fondo perduto per le piccole aziende danneggiate dall’emergenza. Inoltre la garanzia Sace per i prestiti alle imprese conterà quest’anno su 1,7 miliardi. (riproduzione riservata)
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