La valutazione e la gestione dei rischi, competenza collocata sino a ieri, anche per l’immaginario collettivo, nelle assicurazioni e nella finanza, si è progressivamente allargata ai business non finanziari, che sempre più vivono condizioni di incertezza.
E’ un passaggio obbligato nell’evoluzione della gestione d’impresa che apre nuovi scenari professionali e di management. Ma ci sono altre sfide: le hanno lanciate quaranta esperti e studiosi provenienti da tutto il mondo, riuniti a Firenze dalle organizzazioni internazionali degli attuari per l’AFIR ERM Colloquium. Dal 21 al 24 maggio, non soltanto in termini di ricerca ma anche di applicazioni operative, il convegno ha messo al centro le nuove frontiere del risk management: da una parte gli investimenti responsabili secondo le istanze ESG (Environment, Social, Governance) di cui tanto si parla; dall’altra le tecnologie Big Data e l’apprendimento automatico con l’intelligenza artificiale, cui sono state dedicate alcune sessioni di lavoro.
Sul primo fronte, quello dell’impatto degli investimenti, si tratta di trovare risposte politiche, finanziarie e attuariali agli immensi problemi ambientali e sociali che comportano rischi altrettanto gravi: basti pensare al cambiamento climatico, alla povertà, alle migrazioni. Sull’altro fronte si tratta di rispondere a un interrogativo posto dalla grande massa di dati, senza precedenti e inaspettata sino a pochi anni fa, di cui oggi siamo in possesso: come gli attuari, gli esperti di matematica applicata, gli studiosi di politica e di economia possono gestire una così enorme quantità di informazioni, come possono organizzarle per affrontare i problemi e i rischi che il convegno di Firenze ha messo al centro del dibattito?
Dal cardinale Peter Turkson al rappresentante del vertice Onu per le politiche di investimento socialmente responsabile Will Martindale, dal presidente di Atantia Fabio Cerchiai al Segretario Generale della Febaf (la federazione di banche, assicurazioni e finanza) Paolo Garonna sino all’insigne matematico e attuario svizzero Mario V. Wuethrich, i “keynote speaker” del Colloquium fiorentino hanno provato a rispondere e a indicare una strada, esortando i giovani attuari a raccogliere le sfide.
Il Chairman della Sezione AFIR ERM dell’Associazione Attuariale Internazionale, Michael Sherris, ha affermato “The AFIR ERM Colloquium in Florence open the Actuarial Profession towards wider horizons looking to largest and significant risks which involve people and the economic stability of the Countries”.
Secondo Ermanno Pitacco, Presidente del Comitato Scientifico del convegno, “la scienza è fondamentale, è la linfa basilare affinché gli attuari possano essere sempre più preparati per risolvere il problema della valutazione di rischi nuovi, complessi e dimensionalmente significativi quali per esempio i rischi sistemici”.
Marcello Galeotti, Presidente del Colloquium, ha commentato: “Temi di grande attualità: l’attuario guarda al futuro che è già presente, è una figura professionale sempre più necessaria in continuo sviluppo”.
Giampaolo Crenca, Presidente di ISOA e del Comitato Organizzatore, traccia un bilancio: “Il Colloquium di Firenze ha confermato una volta di più quanto la scienza sia fondamentale per la conoscenza, ovvero per la risoluzione di problemi professionali spesso complessi come quelli che gli attuari devono affrontare. Pensiamo alla gestione di rischi emergenti (ad esempio i rischi climatici) che possono avere impatti anche consistenti non solo su alcune persone o su singole imprese o realtà economiche ma anche sulla stabilità economica di intere comunità. L’attuario, valutatore dell’incertezza, è il professionista capace di utilizzare strumenti matematici spesso molto complessi ma fondamentali per la valutazione dei rischi”.