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Si chiude con un rosso di 3,9 miliardi di euro la raccolta del risparmio gestito di aprile, un dato peggiore rispetto ai -597 milioni segnati a marzo a causa dei deflussi sia dai fondi aperti per 3,21 miliardi (in peggioramento dai -620 milioni del mese precedente), sia dalle gestioni di portafoglio per 1,04 miliardi (+111 milioni a marzo), mentre sono positivi soltanto i fondi chiusi (348 milioni, dai -88 milioni di marzo). Ma, in ogni caso, grazie all’effetto dei mercati che sono stati positivi nel mese, il patrimonio ha raggiunto un nuovo massimo storico a 2.171,8 miliardi (1.082,4 miliardi nei fondi e 1.089,4 miliardi nelle gestioni di portafoglio).
È pronta l’offerta del fondo di private equity Cinven per rilevare Pramerica Life, gli asset assicurativi in Italia di Prudential. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il deal avrebbe subito un’accelerazione nelle ultime ore e le controparti sarebbero ormai vicine alla firma. Lo scorso febbraio, come noto, era saltata la cessione di Pramerica Life agli americani di Global Bankers Insurance Group ma la competizione per accaparrarsi la società messa in vendita da Prudential si era subito riaperta, con Cinven che, si era subito messa in campo. In ballo ci sono appunto gli asset di Pramerica Life, compagnia vita con asset per 1,1 miliardi, che il gruppo americano Prudential ha deciso di cedere nell’ambito di un programma ampio di riassetto avviato nei mercati europei. In questo ambito, lo scorso anno è stata venduta per esempio una compagnia in Polonia, rilevata dall’americana Unum, e pure il passaggio di mano delle attività italiane sembrava cosa fatta.

«La passione è il motore più potente». Con queste parole Alex Zanardi ha aperto la convention Allianz Partners ringraziando per il sostegno a Obiettivo3, progetto che mira a reclutare e sostenere persone disabili che intraprendono un’attività sportiva. «Lo sport abilita», è il leitmotiv dell’associazione che ha l’ambizione di avviare allo sport un numero quanto più alto possibile di atleti, e permettere la qualificazione di almeno 3 di loro ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020.
Il socio non ha diritto al risarcimento diretto del danno sofferto dalla società per il falso in bilancio o la frode fiscale commessi dagli amministratori. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sent. n. 14778 del 30/5/2019, ha respinto il ricorso di un manager che aveva chiesto i danni patrimoniali e morali per la mala gestio degli amministratori della srl. In particolare nel caso sottoposto all’esame della Suprema corte gli amministratori erano stati accusati, nell’ambito di un’inchiesta penale, di frode fiscale e falso in bilancio. Il socio aveva tentato invano di costituirsi parte civile nel processo penale.

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  • Traditi da Quota 100 i pensionati domani in piazza
Manifesteranno contro Lega e Cinque Stelle, traditi da quota 100. Soluzione tampone, tre anni e via, «misura rigida che non viene incontro ai bisogni delle persone», dicono. Finora 131 mila domande, non si sa quante respinte. Donne poche, un quarto. E pochi con la quota esatta 62+38, tra età e contributi. Prevalgono quote 103, 104, 105. Perché si preferisce anticipare il giusto, per non tagliare troppo l’assegno, visto che prima esci, meno contributi versi. Agli aspiranti quotisti le penalizzazioni non piacciono, anche se implicite. E non piace l’idea di trovarsi in panchina, dove il governo li mette vietando il cumulo con i lavoretti. E poi tra tre anni? Si torna alla Fornero, in verità mai tramontata. I malcapitati sullo scalino tra l’una e l’altra potrebbero lavorare anche sei anni in più di un coetaneo, fino a 68 anziché 62 anni. Gli assegni poi sono tutti più poveri. Due conti li ha fatti lo Spi Cgil. Se si fosse sempre applicato il metodo Prodi (legge 388 del 2000) per rivalutare le pensioni all’inflazione, una da 1.500 euro lordi al mese sarebbe cresciuta in complesso di 10.612 euro (lordi) tra 2012 e 2019. E invece ne ha incassati appena 3.330. Una bella differenza, tra zero perequazione di Monti- Fornero, quando i prezzi salivano del 3% e le pensioni erano ferme.

  • Il Tesoro a caccia d’investitori sonda i grandi fondi pensione

L’anello finale decisivo dell’operazione Invimit è la vendita delle quote del fondo immobiliare. E il governo prova a non partire al buio. Il ministero dell’Economia ha avviato in queste settimane il pressing sui potenziali investitori, prima di tutto i fondi pensione. E addirittura, per fare il punto sulle strategie, si è tenuta una riunione direttamente alla Covip. Al tavolo con l’Authority che vigila sui fondi pensione si sono seduti i tecnici del Mef insieme a Invimit, e hanno messo sul piatto la proposta. A quanto risulta al Sole24Ore, al medesimo tavolo c’erano i rappresentanti del più grande fondo pensione italiano ovvero Cometa (metalmeccanici) che gestisce 11 miliardi di euro; presenti anche le casse di previdenza Enpam (medici e dentisti, 20 miliardi di patrimonio) ed Enasarco (agenti di commercio e promotori finanziari, 7 miliardi) oltre a Inps e Inail.

 

  • Frenata (a sorpresa) sul mercato mutui: nuove richieste a -9%
I primi mesi dell’anno sono i più significativi per il mercato dei mutui. E se il buongiorno si vede dal mattino il 2019 si candida ad essere un anno di contrazione. Le nuove domande di mutuo sono infatti rallentate di quasi il 9% nel periodo gennaio-aprile (fonte bussola mutui Crif-MutuiSupermarket.it). Inoltre gli addetti ai lavori evidenziano un calo del 5-6% nel primo trimestre anche delle erogazioni. Questi dati hanno colto di sorpresa gli operatori di settore che si aspettavano un anno di crescita.  Le condizioni di mercato rimangono pressoché irripetibili. I tassi (sia nella soluzione a rata fissa, oggi la preferita dagli italiani con circa l’80% della quota di mercato, tanto per quella variabile) restano straordinariamente bassi. I migliori fissi oggi si collocano a un costo complessivo (Taeg, Tasso annuo effettivo globale che comprende oltre agli interessi anche eventuali spese iniziali e accessorie) inferiore al 2%. È vero che negli ultimi mesi le banche più aggressive hanno aumentato un po’ gli spread (portandoli dal paradossale 0 intorno allo 0,5%, si veda grafico) ma questo aumento è stato compensato dalla contemporanea perdita di 30-40 punti base degli indici Irs, sulla base dei quali si calcola il tasso finale il giorno della stipula dal notaio. A conti fatti il Taeg medio dei mutui a tasso fisso non è quindi mutato e rimane appunto sui livelli più bassi di sempre. Mentre i migliori prestiti ipotecari a tasso variabile continuano a viaggiare abbondantemente sotto l’1% (si parte da uno spread dello 0,9% a cui va poi sottratto l’indice Euribor che si aggira intorno a -0,3%).