Nei suoi primi anni alla guida di Unicredit Jean Pierre Mustier non ha fatto della diplomazia la propria cifra distintiva. Al contrario il banchiere francese si è mosso con pragmatismo nel vecchio salotto senza troppo curarsi della cristalleria. Il credito acquistato presso gli investitori internazionali gli ha consentito di presentarsi come un manager di rottura, attento più al consenso sui mercati che alle logiche del capitalismo di relazione. Una condotta che avrebbe potuto dispiegare gli effetti più dirompenti sulla linea Unicredit -Mediobanca -Generali . Lungo i tre perni della cosiddetta Galassia del Nord si ipotizzano cambiamenti da almeno 30 anni, ma solo con Mustier la rivoluzione è davvero sembrata alle porte.
Nonostante l’aumenta volatilità sui listini nelle ultime settimane, il bilancio per chi ha investito nelle reti di wealth management in Italia da inizio resta da record. Scommettere sui loro titoli alla fine dello scorso anno, dopo la forte correzione della seconda parte del 2018, sarebbe quindi stato un affare. Il mercato ha anticipato una brillante ripresa degli utili del primo trimestre grazie al rally dei mercati nel periodo. Azimut ha messo a segno un +80%, Banca Generali un +35%, Banca Mediolanum un +20%, FinecoBank un +10%.Anima è l’unica che non ha beneficiato del rally e segna una performance negativa dell’6,6%. Se si allunga l’orizzonte temporale e si considera il bilancio dall’inizio del 2018, poi, si scopre che Finecobank e Azimut segnano una performance positiva.
Nell’arena del risparmio gestito reti e banche dovranno fare sempre più i conti con un terzo concorrente, ossia Poste Italiane. Che potrebbe usare la tecnologia per aumentare la sua potenza di fuoco. Lo sottolinea un recente studio di Deutsche Bank sulla società guidata da Matteo Del Fante, secondo cui Poste sta cercando di trasformare un limite, ossia un network distributivo che non può essere ridotto rapidamente, in un’opportunità. Gli analisti sottolineano che una delle novità introdotte dal nuovo piano industriale consiste proprio negli accordi di distribuzione con terze parti in modo da diversificare le fonti di ricava Oltre a quello con Anima al cliente e si salvaguardi una delle forze del gruppo, ossia la reputazione.
Torna per i fondi pensione la prova degli stress test. E’ stato lanciato nelle scorse settimane dall’Eiopa (l’autorità europea di vigilanza delle assicurazioni e dei fondi pensione) il nuovo esercizio per il settore pensionistico professionale europeo con tre obiettivi principali. In primo luogo lo scopo è valutare la vulnerabilità dei fondi pensione nell’ipotesi di uno o più scenari avversi, per capire come i rischi derivanti dagli shock nel settore previdenziale europeo possono riversarsi nell’economia reale con implicazioni negative sulla crescita e sull’occupazione.

Più welfare per i professionisti. È ancora una volta l’appello lanciato dalla Lapet.
«Pur riconoscendo il lavoro che il governo sta portando avanti nell’agenda politica, è altrettanto vero che, in modo particolare per i professionisti, occorre fare di più. In tal senso sarebbe necessario dare seguito alle misure rimaste incompiute nell’ambito della legge 81/2017 «Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato»

corsera

  • Si ribalta lo scuolabus, 11 bimbi feriti. Autista ubriaco. «Aveva precedenti»
La curva affrontata ad alta velocità, incurante che a bordo dello scuolabus ci fossero una ventina di alunni tra i 6 e i 12 anni, e il mezzo che sbanda, ribaltandosi su un fianco. Una tragedia sfiorata, ieri verso le 13.45 ad Arquà Petrarca, ai piedi dei Colli Euganei, lungo il quotidiano tragitto da scuola a casa. Alla guida del pulmino della Saef, una ditta padovana che dal 2018 ha l’appalto per il trasporto scolastico per i comuni della zona, c’era Deniss Panduru, un cinquantunenne di origini romene che vive a Rovigo. Una persona già nota alle forze di polizia per i suoi problemi con l’alcol. Era ubriaco nel 2017 quando gli era stata ritirata la patente, e aveva bevuto anche ieri mattina prima di mettersi al volante del mezzo. Lo hanno appurato in serata i carabinieri delle compagnie di Abano e di Este.
  • Generali Italia, Bocelli e Sesana a Napoli con 700 studenti
Oltre 700 studenti campani domenica incontreranno al Teatro San Carlo di Napoli il tenore Andrea Bocelli (nella foto) e Marco Sesana, country manager e ceo di Generali Italia: con loro parleranno di passione, impegno, musica e arte. L’incontro è organizzato da Generali Italia per i giovani coinvolti nel progetto di Alternanza scuola-lavoro destinato agli istituti superiori della Campania e sostenuto dalla compagnia di assicurazioni insieme al Teatro San Carlo. Articolato in percorsi formativi con laboratori su arti e mestieri dello spettacolo, il progetto ha visto in due anni la partecipazione di 3 mila studenti.

  • Il taglio del cuneo sui contributi Inail sarà strutturale
L’aggiornamento delle tariffe Inail si appresta ad abbandonare sul nascere la fase di sperimentazione triennale ch’era stata concepita con la legge di Bilancio per diventare immediatamente strutturale. Un emendamento della Lega al Ddl di conversione del decreto crescita (è firmato dalla deputata Silvana Comaroli e sostenuto dalla rappresentanza govenativa del Carroccio) pesca 500 milioni dai due fondi per il Reddito di cittadinanza e “Quota 100” e altri 100 milioni dal fondo per interventi strutturali di politica economica per confermare a regime dal 2021 le nuove quote. La mossa è arrivata in coincidenza con l’autoliquidazione effettuata dalle imprese due giorni fa e calibrata ancora sul doppio regime. Su circa 3,2 milioni di aziende interessate avrebbe aderito il 65%, per una cassa stimata da Inail tra i 4 e i 4,5 miliardi. L’emendamento affronterà il vaglio di ammissibilità martedì prossimo e se lo supererà potrebbe essere votato entro il successivo mercoledì 29 maggio.

 

  • Le nuove strategie delle assicurazioni su BTp e corporate
on solo Unicredit (e diverse altre banche italiane) ma anche molte compagnie di assicurazione stanno rivedendo i loro investimenti in BTp. In modo graduale e, ovviamente, ribadendo l’impegno a sostenere l’Italia, come si è premurato a sottolineare lo stesso ceo dell’istituto di Piazza Gae Aulenti, Jean Pierre Mustier. Ma intanto la quota progressivamente si contrae. Per le compagnie italiane, secondo i dati dell’Ania, l’esposizione è scesa nei primi nove mesi del 2018 di oltre 22 miliardi, 15 miliardi per effetto del valore di mercato e 7 miliardi invece come contrazione di stock. Rischio Paese, volatilità, rallentamento economico e nuove regole di Solvency II, stanno portando le assicurazioni italiane a rivedere le politiche di investimento sul debito pubblico italiano. Secondo l’indagine di Goldman Sachs Asset Management condotta per la prima volta anche sul settore insurance del nostro Paese, l’80% degli executive assicurativi italiani, considera l’euroscetticismo un grave rischio geopolitico per il proprio portafoglio. A causa di queste preoccupazioni e a seguito del picco di volatilità registrato dallo spread, le compagnie hanno mitigato il rischio attraverso una diversificazione geografica delle proprie esposizioni, riducendo gli investimenti nei titoli del debito sovrano italiano di circa il 5% nel 2018 e portando l’esposizione media sotto il 45%. La durata del portafoglio investito in titoli di Stato italiani è pari, in media, a 7 anni.
  • Ecco chi detiene oggi i BTp Alle famiglie 95 miliardi
Le tensioni sul debito pubblico italiano, riacutizzatisi nelle ultime sedute, sono legate prevalentemente alla speculazione intorno al dibattito politico e alle prossime elezioni europee. Il temuto effetto della fine del piano di acquisto titoli della Bce dallo scorso gennaio non ha avuto ripercussioni significative. «Con la fine del quantitative easing – spiega Chiara Cremonesi, fixed income strategist Unicredit – vengono comprati solo i titoli in scadenza e quindi visto che il debito italiano sta aumentando il peso delle banche centrali è fisiologicamente destinato a ridursi». In termini di emissioni nette, la situazione appare comunque sotto controllo.
  • Ancora in rosso la raccolta dei Pir
Ancora un segno meno, il terzo e questa volta è molto più pesante degli altri: -82,3 milioni. A tanto ammonta il saldo negativo di raccolta registrato dal segmento dei Pir ad aprile, o meglio, di quel che resta dei Pir. La squadra schierata in campo ormai è sempre la stessa: 72 prodotti “superstiti” (54 quelli monitorati dall’Osservatorio di Plus24) che resteranno probabilmente gli unici a rappresentare questo settore ormai diventato di nicchia e destinato a pochi “eletti” (quelli cioè che sui Pir ci hanno investito prima della modifica normativa, in vigore dal gennaio 2019). Da inizio anno a fine aprile, in base alle stime elaborate dall’Osservatorio Pir di Plus24, la raccolta viaggia con un saldo negativo per 76 milioni. Nemmeno i forti recuperi registrati dal mercato hanno invogliato i sottoscrittori a incrementare le posizioni. Tanto per avere un’idea, da gennaio buona parte dei fondi ha portato a casa performance a due cifre, come per esempio il 15,7 e il 14,6% di Athilia Small Cap e Arca Economia Reale, o il 12,8 di AcomeA, Credit Suisse e Amundi o il 12,5 di Zenit Pianeta.