Nel trentennio 1987-2017 le imprese hanno dovuto fronteggiare una crescente incertezza degli scenari in cui operano. L’analisi combinata di cinque variabili (aziendale, economica, ambientale, politica e sociale) mostra che nell’arco temporale considerato si sono verificati eventi straordinari (i.e. non prevedibili secondo i parametri di risk management abitualmente utilizzati dalle imprese) che hanno avuto impatti rilevanti sui risultati di gestione e sulle prospettive di sviluppo.
Questa ricorrenza dell’imprevedibilità ha indotto QBE Insurance Group a creare uno strumento di analisi che offre alle imprese un’immediata comprensione di come evolvono nel tempo i fattori di rischio, fornendo indicazioni utili per supportare le decisioni manageriali.
L’Indice d’imprevedibilità è il risultato di un sondaggio condotto da QBE Insurance Group intervistando 1.314 manager di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia e Danimarca che hanno contribuito a disegnare un quadro di che cosa è accaduto nelle rispettive imprese e nei propri Paesi nel periodo considerato.
Dalle risposte è emerso che in almeno 15 dei 30 anni intercorsi fra il 1987 e il 2017 si è verificata un’evoluzione anomala delle cinque variabili considerate (aziendale, economica, ambientale, politica e sociale) con picchi di criticità nel 2010 e 2015.
La ricorrenza statistica non ha tuttavia indotto le imprese a dotarsi di strumenti di analisi preventiva: solo il 17% compie regolari stress test per determinare la propria capacità di tenuta nel caso di eventi straordinari.
L’analisi condotta include in particolare un capitolo dedicato alla valutazione del rischio politico da parte dei manager britannici (che vedono la Brexit come un tipico esempio di evento straordinario). Non sorprende l’esito: la maggioranza (42%) considera la politica il fattore meno prevedibile dei prossimi dodici mesi; il 65% un rischio significativo per la propria azienda vista la volatilità dei mercati originata dalle incertezze dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Una volatilità che rischia di impattare, seppur in misura ridotta, anche il mercato assicurativo italiano.
Il sondaggio di QBE Insurance Group ha infine indagato le prospettive nel breve e medio periodo.
L’evoluzione del ciclo economico rappresenta oggi, pressoché ovunque, la preoccupazione principale: il 47% dei manager intervistati (il 54% in Italia) ritiene questo fattore il meno prevedibile nei prossimi dieci anni dopo essersi rivelato il più imprevedibile nei passati dieci.
E se il 68% degli intervistati ritiene “prevedibile” lo scenario di riferimento dell’azienda per i prossimi dodici mesi, la quota scende al 37% se l’orizzonte si estende ai prossimi cinque anni e al 29% se si allunga la prospettiva a dieci anni.
Se il focus si sposta sull’Italia, le incertezze crescono. “Ad oggi le aziende italiane restano tendenzialmente sottoassicurate nonostante aumentino le risorse destinate alla gestione dei rischi. Una condizione difficilmente sostenibile”, ha commentato Angela Rebecchi, General Manager di QBE Italia, “che dovrebbe indurre a riflettere”.
In particolare dall’indice di QBE emerge che, in Italia, il 40% dei manager ritiene “imprevedibili” i prossimi 12 mesi e solo il 60% considera la propria azienda in una condizione di sicurezza. La quota scende al 45% se la prospettiva si estende a tre anni. Sette aziende italiane su dieci si dichiarano pessimiste sul proprio futuro.
“Il tema dell’incertezza è al centro del dibattito sulla gestione dei rischi ed effettivamente preoccupa non poco”, ha dichiarato Simone Jurina, Market Manager di QBE Italia. Ma qual è la soluzione? Secondo Jurina, “è necessario implementare procedure di prevenzione e monitoraggio. L’indice prodotto da QBE garantisce supporto alle imprese in quanto consente loro di monitorare l’evoluzione dei fattori di rischio e di poter così raccogliere indicazioni utili a formulare decisioni manageriali”.