Il Tribunale di Udine smonta le accuse a carico dei coltivatori
di Espedito Ausilio
Il Tribunale di Udine smonta le accuse di disastro ambientale mosse da un gruppo di apicoltori friulani nei confronti dei maiscoltori loro confinanti: «52 i capi di imputazione contestati», rileva la Compag (la federazione nazionale delle rivendite agrarie), a carico di un numero non precisato di soggetti (forse 53), rei di aver violato l’art. 452-bis del codice penale, punibile con reclusione da 2 a 6 anni e confisca obbligatoria dei terreni. Il tutto per un’anomala moria di api bottinatrici, colpite (secondo l’accusa) dalle polveri di Mesurol 500 FS Bayer sollevate dagli agricoltori in fasi di semina. Le imputazioni, come detto, erano cadute a pioggia su agricoltori, maiscoltori, terzisti che avevano campi coltivati a mais dentro un raggio di 1,5 km rispetto alle 28 arnie (su 250 nello stesso terreno) colpite da spopolamento. «Il pm aveva sostenuto l’accusa, il gip si era allineato col pm e solo uno scrupoloso triumvirato di giudici è riuscito a dipanare una matassa che rischiava di paralizzare l’intero sistema agricolo italiano. Nel frattempo, accusatori e accusati sono stati colpiti per mesi da sequestro preventivo e privati di ogni forma di sostentamento», denuncia Compag.
Nella sentenza di dissequestro è emerso che nessuno degli indagati ha mai manipolato direttamente il fitofarmaco Mesurol, avendone fatto uso solo attraverso sementi conciate con lo stesso, nei termini previsti dalla normativa Ue. Questo fa decadere l’accusa di danno ambientale, in quanto la concentrazione della sostanza nel seme conciato non è tale da poterlo causare. La pronuncia rileva, inoltre, l’assenza di prove che attestino danni ad altri esseri viventi, come pesci o volatili. Quindi, il Tribunale di Udine si sofferma sulla qualità delle testimonianze raccolte in fase di ispezione; come il campione di una sola ape messo agli atti, e l’assenza di campioni di terreno, fondamentali per determinare «chi, quando e come» sarebbe stato compiuto l’improprio. Poi, il giudice sottolinea l’assenza di un calendario con le date di semina a mais dei 53 terreni imputati, rileva che la presenza del Mesurol 500 FS Bayer sul campione di ape agli atti è decine di volte inferiore alla soglia tossica e non ne ha dunque causato la morte.
Infine, cita una nota del Lar (laboratorio apistico regionale) che sottolinea come, nella settimana di aprile 2018 in cui sarebbe avvenuta la moria di api in 28 alveari, condizioni metereologiche avverse avrebbero causato un «rallentamento nello sviluppo delle colonie, causando la morte di quelle più deboli».
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