Una ricerca condotta da elipsLife e Prometeia mostra un livello di sottoassicurazione in caso di morte o invalidità permanente che riguarda l’82% del fabbisogno stimato di importo assicurabile. La ricerca, basata su una domanda complessiva stimata di protezione per il mercato italiano di circa 10.000 miliardi di euro, indica che, mentre 1.500 miliardi di euro sarebbero coperti dal sistema di welfare pubblico e 300 miliardi sono già assicurati, 8.200 miliardi di euro non hanno copertura alternativa.

Il sistema di welfare pubblico italiano, il cosiddetto primo pilastro, è oggi insufficiente per proteggersi dall’impatto finanziario di eventi gravi come la morte e l’invalidità permanente. D’altra parte, solo il 3% circa del fabbisogno complessivo stimato di protezione dei lavoratori italiani è ad oggi coperto da polizze vita collettive e individuali. Questo lascia l’82% dei salari lordi italiani senza alcuna assicurazione contro i rischi biometrici. Secondo la ricerca, questi salari sarebbero efficacemente assicurati nell’ambito del secondo pilastro.

“L’assicurazione contro gli eventi gravi dovrebbe essere disponibile per i dipendenti e dovrebbe essere garantita nel modo più efficiente possibile. Le soluzioni assicurative aziendali sono più efficaci nel coprire questo rischio perché usufruiscono della mutualità ed evitano il rischio di anti-selezione.” – commenta Massimo Carassinu, amministratore delegato elipsLife Italia – “I datori di lavoro possono quindi offrire un importante vantaggio sociale ai propri dipendenti e affiliati. Questo è il cuore della proposta di elipsLife.”

L’obiettivo della ricerca di elipsLife è di fornire un’analisi dettagliata di come il mercato italiano si articola, con particolare attenzione alla protezione offerta dal sistema di sicurezza sociale (il cosiddetto primo pilastro), dal welfare aziendale (secondo pilastro) e dalle assicurazioni individuali (terzo pilastro).

“Per valutare correttamente il divario di protezione per profilo di dipendente in Italia” – commenta Stefano Frazzoni, Partner, e responsabile della business line Assicurazioni in Prometeia – “abbiamo stimato il fabbisogno finanziario individuale, basato sulla situazione demografica, economica e familiare, e confrontato i dati con quanto previsto dal primo e dal secondo pilastro”.

L’analisi dimostra come un evento serio, soprattutto se improvviso, influirebbe in modo significativo sull’equilibrio economico attuale e di lungo termine di una famiglia che conta solo sul primo pilastro. Le rendite garantite dai sistemi di welfare pubblico (INPS, INAIL e Casse di Previdenza), ad esempio, sono in media inferiori a 9.000 euro lordi all’anno. Se consideriamo che la spesa totale per sostenere la crescita di un bambino da zero a diciotto anni da sola può variare da 114.000 a 271.000 euro in relazione al reddito familiare, queste somme sono davvero inadeguate per affrontare il rischio.

Inoltre, i professionisti, i lavoratori autonomi a basso reddito, i dipendenti pubblici e le giovani famiglie con pochi anni di contribuzione sono le categorie maggiormente esposte alle conseguenze finanziarie dei rischi biometrici. In effetti, solo il 3% dei lavoratori, generalmente senior manager dei settori Industria, Commercio e Servizi, può beneficiare di coperture assicurative di gruppo, previste dagli accordi contrattuali nazionali (secondo pilastro).

Secondo i risultati, l’assicurazione per eventi di grave entità, come ad esempio la morte o la disabilità permanente, dovrebbe essere una salvaguardia ampiamente disponibile e dovrebbe essere il più efficiente possibile. Per i dipendenti in particolare, il secondo pilastro è lo strumento più importante di protezione e benessere. Per i professionisti che non hanno una copertura del secondo pilastro, i fondi pensione obbligatori potrebbero costituire un’alternativa efficace per i bisogni di protezione delle loro famiglie.

La ricerca completa è a disposizione sul sito di elipsLife:
https://www.elipslife.com/it/ita/Solutions/Overview