Sarà sanzionabile la violazione del rispetto della disciplina delle operazioni con parti correlate. È una delle principali novità introdotte dal decreto legislativo di recepimento della direttiva europea sull’incoraggiamento dell’impegno a lungo termine degli azionisti delle quotate, approvato ieri in via definitiva dal Consiglio dei Ministri. Tra le altre novità di rilievo in tema di parti correlate c’è poi l’introduzione di un obbligo di astensione per gli amministratori coinvolti in un’operazione nelle delibere sulla operazione in questione. Si prevedono interventi anche sulla gestione delle politiche per la remunerazione, introducendo il voto vincolante dell’assemblea sulle stesse, tranne che per le piccole e medie imprese, per le quali basterà una discussione in assemblea senza la votazione successiva. I soci saranno chiamati anche ad esprimersi sulle retribuzioni corrisposte negli esercizi precedenti e non solo sulla più generale politica di remunerazione.
Ancora tra i profili più innovativi del decreto ci sono quelli relativi all’obbligo di trasparenza per proxy advisor, gestori e investitori istituzionali. I primi sono chiamati a pubblicare annulamente una relazione relativa alle fonti e metodologie utilizzate per le ricerche, i consigli e le raccomandazioni di voto; sulle procedure volte a garantirne la qualità, sulle prassi di dialogo con gli emittenti, sulla prevenzione dei conflitti di interesse ecc. Gli istituzionali saranno invece chiamati a dare notizia al pubblico circa le strategie di investimento e, come i gestori, ad adottare una politica di impegno nei confronti delle partecipate, per spiegare come vengono monitorate su questioni rilevanti, come si esercitano i diritti di voto, come si gestiscono eventuali potenziali conflitti di interesse ecc. Se non vorranno adempiere all’obbligo dovranno spiegarne al pubblico le ragioni. Ancora un’altra novità riguarda il diritto, e non solo la facoltà statuaria, per le aziende di conoscere i propri azionisti, sopra la soglia dello 0,5%. Il testo definitivo del decreto non è stato ancora pubblicato in Gazzetta ma nel comunicato seguito al Consiglio dei Ministri si legge che esso tiene conto delle osservazioni delle Camere, cui è stato inviato per i pareri di rito. Tra queste osservazioni c’era anche quella di eliminare la soglia minima dello 0,5%, oltre che quella di prevedere almeno cinque giorni lavorativi, o anche sette, come termine per far pervenire alle società le domande degli azionisti per le assemblee. Un altro suggerimento riguarda l’incremento dei limiti minimi e massimi delle sanzioni, che dovrebbero essere portati tra 2.500 euro e 10 milioni, come previsto dalla legge di delegazione europea. Infine, le commissioni Finanze e Giustizia della camera chiedevano di valutare un’integrazione del testo con norme in materia di imprese di assicurazione. Norme relative ai requisiti di «onorabilità e competenza delle figure apicali e degli azionisti, della politica delle remunerazioni» nonché la possibilità di dare all’Ivass il potere di rimozione in caso di disfunzioni nel governo societario. Si fa riferimento all’introduzione di idonei criteri di indipendenza, correttezza e competenza e limiti al cumulo degli incarichi, in analogia con settore bancario.
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