Il dg Tosti illustra il prodotto lanciato di recente dalla compagnia dell’Aci
Con l’80% del portafoglio in gestione separata aumenta la prudenza ma restano i benefici fiscali, spiega il direttore generale. L’ingresso dei colossi tech nel settore delle polizze? Non mi fa paura
di Andrea Cabrini
Nel 2017 i Piani Individuali di Risparmio hanno raggiunta quota 10 miliardi di euro. Una raccolta straordinaria che potrebbe ricevere nel 2018 un’ulteriore spinta dall’ingresso nel mercato del gruppo assicurativo Sara. Alberto Tosti, direttore generale di Sara Assicurazioni e Sara Vita) ha illustrato ai microfoni di Class Cnbc la strategia della compagnia.
Domanda. Perché Sara Vita ha deciso di entrare nel mondo dei Piani Individuali di Risparmio lanciando a inizio aprile Sara Bi-Fuel Pir?
Risposta. La nostra rete fisica di distribuzione ha un’importante capacità di contatto con i clienti. Pensavamo utile offrire loro un catalogo completo e consentire anche di investire sull’economia reale del proprio Paese.
D. Avete studiato un meccanismo, cosiddetto bi-fuel, a doppia alimentazione: di che si tratta?
R. L’investimento nei Pir, cioè nelle pmi, potrebbe apparire rischioso, trattandosi di imprese di dimensione limitata benché con prospettive di crescita molto forte. Nel contesto assicurativo l’investitore vuole prudenza: abbiamo assecondato questo desiderio configurando un prodotto che ha una parte di gestione separata, tipicamente un portafoglio molto sicuro, e una parte di investimento sui Pir. Circa il 20% è destinato alle small cap, mentre il resto è destinato a investimenti con profilo prudente. Questo garantisce anche al restante 80% di conseguire comunque il beneficio fiscale previsto per i Pir.
D. Nella componente Pir prevarrà il profilo azionario o quello obbligazionario?
R. Adotteremo un’asset allocation equilibrata, ma sicuramente sull’azionario sarà opportuno andare sul primario, cioè in fase di collocamento e nei segmenti minori della borsa.
D. Per le assicurazioni i Pir sono un prodotto da aggiungere al catalogo o giocano un ruolo strategico?
R. Assumono anche un ruolo strategico. L’Italia sta inseguendo una ripresa più solida. Nel contesto del tessuto imprenditoriale italiano ciò stimolerà sicuramente molti imprenditori a farsi accompagnare alla quotazione nei segmenti minori della borsa e quindi a generare mercato. Il problema oggi potrebbe addirittura diventare un eccesso di domanda di investimento rispetto all’offerta.
D. L’Italia è uno dei Paesi dove la scatola nera installata sull’automobile ha permesso di lanciare le cosiddette polizze telematiche a un prezzo diverso rispetto a quelle tradizionali. Qual è il rapporto fra tecnologia e assicurazioni?
R. La black box consente di abbinare all’assicurazione altri servizi all’automobilista. È meno legata a uno sconto presuntivo sulla polizza auto e più alla raccolta e gestione dei dati. Poi, certo, l’analisi dello stile di guida del cliente consente di calibrare una tariffa più adeguata. Noi entro fine anno lanceremo un nuovo prodotto sulla black box.
D. Anche sul mondo delle assicurazioni incombe la minaccia, o forse lo stimolo, dei nuovi entranti. Negli Usa Amazon si è coalizzata con Jp Morgan e Capital One, mentre Walmart ha risposto acquisendo Humana. Una compagnia storica come Sara come affronterà questa sfida: studierete anche voi una strategia digitale?
R. La compagine di operatori è sicuramente molto eterogenea. Ci sono grandi operatori internazionali, costruttori di automobili, gestori di telco e piattaforme di e-commerce che con le informazioni ottenute dai clienti hanno la strada spianata. Sicuramente è un mercato molto difficile, di rottura, sfidante. Nel nostro caso l’obiettivo è prevenire la disintermediazione della nostra rete fisica. Siamo una compagnia di nicchia, crediamo che anche nel prossimo futuro ci sarà una categoria di clienti interessata a relazionarsi di persona con un professionista per avere una consulenza sulla global protection, cioè sul fabbisogno assicurativo della persona e della famiglia.
D. Insomma l’algoritmo non sostituirà l’agente?
R. L’assicurazione sulla mobilità forse non sarà più solo legata all’auto ma più in generale alla mobilità della persona nel corso della giornata con mezzi diversi. Anche in prospettiva la consulenza di una persona preparata resterà il nostro punto di forza. (riproduzione riservata)
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