Se prendiamo per buoni i risultati di una recente ricerca condotta da AdvantageGo, dobbiamo ritenere che a differenza di quanto abbiamo creduto finora, la cyber security non rappresenta una delle preoccupazioni più gravi per assicuratori e riassicuratori di tutto il mondo.
Nell’indagine condotta intervistando una trentina di manager assicurativi e riassicurativi operanti sul mercato londinese, su quello delle Bermuda, in Nord America e Svizzera, la cyber security è solamente la quarta fonte di preoccupazione maggiormente avvertita.
Il risultato va però letto nel suo contesto e potrebbe non essere così sorprendente se si considera come in cima alla lista dei pericoli i senior manager intervistati abbiano segnalato la necessità di aggiornamento tecnologico. Inoltre, il 76% degli intervistati è attualmente coinvolto in progetti di data analytics e big data. Allo stesso tempo, il 55% del campione sta lavorando su progetti legati al machine learning e il 52% su progetti di intelligenza artificiale e blockchain.
Alle spalle dell’aggiornamento tecnologico il secondo motivo di preoccupazione è l’attività di underwriting anche alla luce delle nuove norme incombenti. Al terzo posto, spuntano proprio i problemi legati alla regolamentazione.
“Se le compagnie vogliono essere all’avanguardia o semplicemente non rischiare di finire emarginate, devono considerare seriamente l’Insurtech”, commenta Adrian Morgan, vice presidente executive di AdvantageGo. “Da un lato c’è grande consapevolezza sulla necessità di un miglioramento tecnologico, ma dall’altro esiste preoccupazione per come l’industria nel suo complesso sta adottando soluzioni di insurtech”.
Assicuratori e riassicuratori vedono l’insurtech come un’opportunità e non come una minaccia. Quando è stato loro chiesto di giudicare l’insurtech con un voto da 1 (minaccia) a 5 (opportunità), l’81,5% dei manager intervistati ha assegnato un valore di 4 o di 5 e nessuno ha catalogato l’insurtech come una minaccia allo sviluppo del proprio business.