La banca guidata da Messina promette un payout dell’85% con utili in crescita
Il primo trimestre è stato il migliore della storia dell’istituto grazie all’aumento delle commissioni Il wealth management genera metà del risultato corrente lordo. Avanti con BlackRock su Eurizon
di Luca Gualtieri
La wealth management company si conferma un modello efficace per Intesa Sanpaolo . Il gruppo guidato da Carlo Messina ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 1,25 miliardi, in crescita del 39% rispetto allo stesso periodo del 2017. La forte crescita della redditività è legata soprattutto alle commissioni nette, che sono salite del 4,5% a oltre 2 miliardi, mentre il margine di interesse si è contratto dell’1,3% a 1,9 miliardi. Nel dettaglio, le commissioni da attività bancaria commerciale sono cresciute del 3,5%, mentre quelle da attività di gestione, intermediazione e consulenza sono salite del 6,2%. La scomposizione del risultato corrente lordo conferma la tendenza registrato nei trimestri precedenti visto che circa la metà del risultato viene dalle attività di wealth management (private banking, assicurazioni, asset management e risparmio gestito della Banca dei Territori). Complessivamente i proventi operativi netti sono saliti del 14,2% a 4,8 miliardi, mentre i costi risultano in calo del 14,1% a 2,3 miliardi rispetto al quarto trimestre, grazie soprattutto alla diminuzione del 10,6% delle spese del personale. Il cost/income si attesta pertanto al 47,8%, tra i coefficienti migliori in Europa e ben al di sotto della media italiana. Se la stretta sui costi non è sfuggita agli analisti («il controllo continua a essere molto forte», ha spiegato Jefferies), altro aspetto piaciuto al mercato è la riduzione dei crediti deteriorati. Nel primo trimestre lo stock si è ridotto del 2,7% di circa 1,5 miliardi lordi, mentre l’incidenza sugli impieghi è pari all’11,7% al lordo delle rettifiche e al 5,5% al netto. Alla luce di questi dati Intesa ritiene di avere conseguito al 48% l’obiettivo di riduzione dei crediti deteriorati previsto dal piano d’impresa 2018-2021. Durante la conference call Messina ha peraltro ricordato la recente alleanza con Intrum sul fronte della gestione degli npl: «L’operazione può essere considerata come un punto di riferimento e poggia su una solida logica industriale: Intrum è un leader internazionale di elevata competenza. Grazie alla complementarietà con Intesa Sanpaolo », ha proseguito il banchiere, «saremo in grado di dar vita al secondo operatore nel servicing in un mercato, quello italiano, che è il più rilevante a livello europeo. Saremo in grado di assicurare un interlocutore di elevato livello a tutto il settore bancario del Paese, che ha come priorità la progressiva riduzione degli Npl». Quanto all’evoluzione dell’alleanza, Messina ha confermato l’interesse per l’acquisizione di piattaforme di servicing di crediti deteriorati in Italia, anche se al momento non ci sarebbe ancora alcun dossier sul tavolo.
Passando agli aggregati patrimoniali, i finanziamenti alla clientela sono saliti dello 0,4% rispetto a fine 2017 a 401 miliardi, mentre le attività finanziarie della clientela sono pari a 942 miliardi (-0,1%) con raccolta diretta a 424 miliardi, (+0,2%) e raccolta indiretta a 517 miliardi (-0,4%), di cui risparmio gestito a 338 miliardi (+0,1%). Sul fronte della solidità patrimoniale invece il coefficiente Cet1 a regime è pari al 13,4%.
Le previsioni per fine anno? Oltre a confermare l’obiettivo di un utile in crescita rispetto al 2017, Intesa ribadisce la volontà di pagare un dividendo cash pari all’85% del risultato netto. «Considerato che il payout ratio previsto nel 2018 è pari all’85%», ha spiegato Messina, «confermiamo come priorità la capacità di remunerare in maniera significativa i nostri azionisti, come dimostrato dai 10 miliardi di dividendi erogati nel corso del precedente piano d’impresa».
Tra i fronti ancora aperti per Intesa c’è l’alleanza sul risparmio gestito che potrebbe essere finalizzata nei prossimi mesi. «Stiamo ancora cercando una possibile partnership per l’asset management», ha spiegato Messina. Secondo quanto risulta, la banca starebbe discutendo con BlackRock un deal su Eurizon. L’operazione, molto complessa nella struttura, potrebbe sfociare o in un ingresso dell’investitore nel capitale della società o in una fusione con un veicolo controllato dall’investitore, con la condizione però che, in entrambi i casi, Intesa mantenga la maggioranza. (riproduzione riservata)
Fonte: